OAKLAND – C’è un intero muro giallo a trascinare i propri beniamini che si apprestano ad aprire i playoff NBA 2015 contro New Orleans, squadra ostica ma decisamente abbordabile per un team che ha dimostrato qualità inosservabili da altre parti oltre ad aver conquistato 67 (sì, sessantasette) partite in RS. Dal canto loro i Pelicans sperano di poter provare a lottare e portare a casa anche solo una partita che aggiungerebbe un tassello all’esperienza di un roster molto giovane, guidato dalla star del presente e del futuro di nome Anthony Davis.
Primo quarto: la partita si apre con il primo vantaggio di NOLA che si porta subito sul 4-0 grazie a Pondexter-Davis che sfruttano le incomprensioni difensive dei padroni di casa, incomprensioni che però si rivelano passeggere perchè i Warriors cominciano a carburare e a produrre il solito gioco offensivo che fa del ritmo e della fluidità i suoi pregi: è parziale di 10-0 che costringe coach Monty Williams al primo timeout riparatore. Al ritorno in campo NOLA prova a cercare soluzioni offensive ponderate ma i Warriors continuano a macinare e a non lasciare respiro agli ospiti i quali non possono fare altro che trovare punti con punti dalla lunga distanza (Gordon e Anderson) subendo, nel contempo, le continue folate di un fenomenale Curry coadiuvato dai suoi compagni di squadra. Il quarto fila via veloce senza una vera e propria partita, i Warriors sembrano davvero troppo forti e Anthony Davis fatica persino a farsi servire la palla in post. Sulla sirena il vantaggio per Golden State è nella misura dei 13 punti: 28 a 13, Curry 11 punti (5/11 dal campo), Barnes 8 punti.
Secondo quarto: il secondo periodo di gioco inizia subito bene per gli ospiti che, nei primi due minuti, piazzano un parziale di 8-2 firmato Ajinca – Cole. Ma, proprio come nel primo quarto, Golden State risponde in maniera forte con 6 punti in 20 secondi di Klay Thompson (34-21 con 9:30 sul cronometro) lo splash-brother che oramai ci ha abituato a prestazioni folli racchiuse in un arco di tempo ridottissimo. A questo punto si mette in mostra Anthony Davis che finalmente entra in partita con una bella schiacciata e, insieme a Eric Gordon e lo scatenato Cole, riporta i Pelicans sul -7 (26-37). Il problema però è sempre quello: come difendere contro questi Warriors? Golden State trova continuamente spazi all’interno della difesa avversaria e, ad ogni tentativo di avvicinamento degli ospiti, risponde con azioni corali che portano a canestri facili di Curry e Green (42 a 31). Negli ultimi 5 minuti del primo tempo NOLA riesce a spingersi oltre le difficoltà riuscendo a ricucire, almeno in parte, lo svantaggio accumulato fino a quel momento (-7) ma i padroni di casa, che sembrano accendersi e spegnersi a piacimento, han deciso che prima della seconda sirena è ora di chiudere la partita col parziale di 12-2. A fine primo tempo i Warriors conducono 59 a 41.
Terzo quarto: secondo tempo iniziato con mani fredde da entrambe le squadre che corrono tanto ma sbagliano altrettanto. Nei primi 4 minuti del quarto da sottolineare sono le prestazioni difensive di Anthony Davis (che col 4* fallo è costretto a osservare la maggior parte del periodo in panchina), eterno lottatore per NOLA, e Draymond Green, difensori dai tempismi sopraffini con capacità offensive conosciute da tutti. Dopo un time-out riparatore per entrambe gli allenatori sono sempre i soliti Warriors ad uscire maggiormente motivati con le ottime giocate targate da Thompson (pentrazione con schiacciata), da Iguodala (tripla dall’angolo in transizione), Draymond Green (altra schiacciata in penetrazione) e Curry (due triple consecutive). Il quarto, una vera e propria BIBBIA di pallacanestro offensiva e difensiva dei padroni di casa (che raggiungono anche 25 punti di scarto), si conclude comunque sul solito vantaggio di +18 (grazia alla bomba da metà campo di Pondexter): 84 – 66.
Quarto quarto: La partita sembrava finita? Sì. Ma in NBA, e soprattutto ai playoff, non si può mai scherzare. Il parziale subito dai padroni di casa a cavallo tra il terzo quarto e l’inizio del quarto è di 14-0 che ha riportato pericolosamente a “distanza di miracolo” New Orleans (84-73) dopo soli due minuti dall’apertura del periodo di gioco, costringendo coach Kerr al timeout. Al rientro in campo c’è anche Curry, in panchina a riposare dato il vantaggio accumulato precedentemente, che scatena l’effetto immediato: 2 triple consecutive di Golden State e nuovamente +17, vantaggio stesso che piano piano viene però limato ancora una volta da degli ottimi Pelicans guidati da un pirotecnico Anthony Davis, fino ad arrivare al -4 a 8.3 secondi dal termine della partita (103 a 99), oramai troppo tardi. Risultato finale: 106 – 99.
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FINAL |
|
13 |
28 |
25 |
33 |
99 |
|
28 |
31 |
25 |
22 |
106 |
STARTERS |
PT |
R |
A |
PF |
FG |
3FG |
FT |
TO |
STL |
BK |
MIN |
FPT |
A. Davis* |
35 |
7 |
1 |
4 |
13-23 |
0-1 |
9-10 |
5 |
1 |
4 |
40 |
44 |
Q. Pondexter* |
20 |
9 |
6 |
5 |
7-14 |
3-7 |
3-4 |
0 |
2 |
0 |
37 |
43 |
E. Gordon* |
16 |
2 |
3 |
4 |
5-14 |
4-7 |
2-2 |
5 |
1 |
0 |
35 |
20 |
O. Asik* |
2 |
9 |
1 |
3 |
0-1 |
0-0 |
2-4 |
1 |
1 |
0 |
22 |
13 |
T. Evans* |
1 |
1 |
0 |
0 |
0-2 |
0-0 |
1-2 |
0 |
0 |
0 |
12 |
2 |
STARTERS |
PT |
R |
A |
PF |
FG |
3FG |
FT |
TO |
STL |
BK |
MIN |
FPT |
S. Curry* |
34 |
4 |
5 |
4 |
13-25 |
4-13 |
4-7 |
3 |
3 |
0 |
40 |
48 |
K. Thompson* |
21 |
1 |
3 |
3 |
6-17 |
3-6 |
6-9 |
5 |
1 |
2 |
35 |
26 |
D. Green* |
15 |
12 |
7 |
4 |
5-11 |
1-3 |
4-6 |
3 |
3 |
2 |
42 |
43 |
A. Bogut* |
12 |
14 |
5 |
3 |
6-8 |
0-0 |
0-2 |
1 |
2 |
2 |
30 |
39 |
H. Barnes* |
12 |
8 |
1 |
2 |
4-8 |
2-3 |
2-2 |
1 |
1 |
0 |
31 |
22 |
Team Stats
|
|
|
STAT |
TOTAL |
TOTAL |
Points |
99 |
106 |
Field Goals |
35-83, 42% |
37-81, 45% |
Free Throws |
20-25, 80% |
21-34, 61% |
3-pointers |
9-22, 40% |
11-29, 37% |
Off. Rebounds |
10 |
10 |
Def. Rebounds |
34 |
37 |
Total Rebounds |
44 |
47 |
Assists |
24 |
24 |
Blocks |
5 |
6 |
Fouls |
28 |
21 |
Steals |
8 |
11 |
Turnovers |
14 |
15 |