La prima partita del derby texano è un po’ come la prima mezz’ora di un sequel, abbiamo già dei punti di riferimento. Quelle 240 miglia di verde che separano Houston da Dallas. E i vecchi compagni ora avversari , che si affrontano sia sul parquet ( Parsons&Harden, ma anche Brewer&Nowitzki) che sulla panchina( Carlisle e McHale hanno militato nei leggendari Celtics di Larry Bird, venti anni fa).
Conosciamo la storia del primo film- in questo caso sarebbe il bilancio degli scontri diretti in regular season, 3-1 per i Rockets– e abbiamo visto l’inizio del secondo, una gara 1 vinta dai Rockets 118-108. Il corso narrativo della serie è appena cominciato, vediamo di fare il punto sulle cose buone e meno buone di questo primo atto.
TOP
Qual è il miglior game-plan per affrontare i Rockets? Impulsivamente, la prima soluzione che viene in mente sarebbe: annullare James Harden. I Rockets in questa stagione, hanno segnato 1.36 punti per possesso ogni volta che il Barba ha attaccato il ferro (primo nella lega tra i giocatori con almeno 100 conclusioni a canestro). Se fermi lui, blocchi anche il motore a doppia iniezione mancina di Houston.
Ecco, in gara-1 non è andata esattamente così. Anzi, i raddoppi sul Barba hanno solo complicato le cose. Nel primo quarto, Dwight Howard ha segnato 9 punti quasi tutti nello stesso modo, giocando pick and roll o tagliando dal lato debole sulla linea di fondo. I lob di Harden e Ariza hanno puntualmente scavalcato la difesa dei Mavs( che vedremo più avanti) arrivando nelle mani di Superman con il seguente esito
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Lo scenario non è migliorato più avanti. Terrence Jones, dal secondo quarto, ha letteralmente abusato di questi mancati aiuti sulla linea di fondo. Escludere Harden, non ha intaccato il flusso offensivo dei Rockets. Ecumenici da dietro l’arco, Terry e Brewer hanno punito( con un 7/11 combinato) la difesa troppo generosa sul perimetro. Il Barba è riuscito comunque a creare per sè( siglando 24 punti) e per gli altri( 11 assist)
I Rockets hanno giocato divinamente in queste situazioni a due e in transizione, continuando ad attaccare il ferro senza perdere il ritmo e farsi condizionare dalle palle perse. Houston ha mandato in doppia cifra ben sette uomini, segnando di meno all’interno del pitturato( 50 punti contro i 58 di Dallas), ma con maggiore precisione( 63.8%). E’ stata una vera prova corale per Houston, che nel corso del match ha subito un paio di contro parziali da Dallas, riavvicinata nel secondo quarto fino al 40 pari e nell’ultimo quarto fino a -6, ma da ogni elemento è riuscita a tirare fuori qualcosa di buono. Persino da Josh Smith, che nonostante le cattive percentuali al tiro(35% dal campo e 25% alla lunetta), si è attenuto alle sue competenze: prendere rimbalzi e correre in contropiede.
FLOP
L’ombra più evidente di gara 1 si ritrova nella metà campo difensiva di Dallas. I raddoppi dei Mavs hanno esposto il pitturato a situazioni di questo tipo:
Qui Nowitzki sale inutilmente a chiudere su Howard e lascia Jones totalmente libero
Qui invece è la linea di fondo ad avere un buco clamoroso, tre uomini su Smith e Capela ha tutto lo spazio di manovra per tagliare, ricevere l’alley e schiacciare.
Di nuovo collassati su Harden, Capela è alle spalle di Stoudemire e Aminu e ha già creato vantaggio.
Qualcuno ha parlato di rotazioni? Sei lob sono stati concessi sotto canestro, la frustrazione è tale che ad un certo punto Nowitzki e Chandler si riuniscono a colloquio, tutt’ altro che diplomatico, su chi dei due avrebbe dovuto scalare sul tagliante. Un altro problema è la scarsa comunicazione sui cambi nel difendere i pick and roll, avvengono troppo presto o troppo tardi, sbilanciando il tessuto difensivo dei Mavs.
Se la difesa ha fatto acqua per gran parte dell’incontro, l’attacco è andato un filo meglio, nelle due occasioni in cui i Mavs hanno ripreso contatto, si è rivisto per brevi tratti l’early offense di Carlisle che in regular season aveva fatto danni e aperto varchi contro ogni avversario. In compenso, l’apporto del quintetto titolare è stato minimo. Sebbene Rondo abbia tirato più che decentemente dalla media( con un 44% dal campo, ben oltre i suoi standard), l’impressione è che palla in mano sia quasi disfunzionale per l’attacco dei Mavs. E non è solo un’impressione, senza di lui in campo, Dallas ha ritrovato salute, con un net rating( differenza tra punti segnati e punti concessi su 100 possessi NDR) di +26.1.
Non è solo demerito di Rondo, a parte Nowitzki( 24 punti e 8 rimbalzi) e per alcuni lampi di gioco Chandler, gli altri starter hanno giocato una partita anonima. Nel corso del match, dopo aver schiacciato in contropiede, Parsons ha risentito di un problema al ginocchio che si portava dietro da prima della palla due. Ha abbandonato il campo dopo la seconda metà, salvo poi ritornare, claudicante e chiudere la partita con 10 punti e 6 assist. Ellis ha segnato alcuni canestri decisivi, tra cui il buzzer allo scadere del terzo quarto, per poi scomparire.
La cosa più preoccupante è che i Rockets hanno continuato a battere il ferro sulle stesse soluzioni, senza dover essere costretti a trovare particolari aggiustamenti. Riuscendo anzi ad imporre il loro ritmo, nonostante le 30 palle perse totalizzate da entrambe le squadre.
Carlisle avrà parecchie cose da rivedere con i suoi, specialmente nella propria metà campo. Ma la serie del Texas non è che alle prime battute. Quindi non ci resta che attendere martedì notte, ore 3.30 locali, per il secondo atto e la seconda mezz’ora del sequel.