Stanotte i Playoffs NBA sono stati di nuovo in scena alla Quicken Loans Arena per il secondo atto della sfida tra Cleveland Cavaliers e Boston Celtics. Archiviata la vittoria di Gara 1, Cleveland ha messo in campo una bella prestazione delle sue stelle per domare ancora una volta (99-91) i Celtics, che non sono assolutamente rassegnati al ruolo di vittime sacrificali di questa sfida. Andiamo a vedere i migliori e i peggiori dei titani che si sono dati battaglia sul parquet per quei fatidici 48 minuti.
CLEVELAND CAVALIERS
LeBron James 8.5: Passa i primi tre quarti di partita a fingere di essere un giocatore qualsiasi, anche se le sue capacità di dissimulazione non sono abbastanza sviluppate da impedirgli di viaggiare a ritmo di tripla doppia. Negli ultimi 12 minuti si accorge che i Celtics non ne vogliono sapere di mollare, così riprende le sue sembianze e segna 15 pts in un quarto, portando a 30 il suo bottino personale e trascinando i Cavs alla vittoria. Ci aggiunge anche 9 rbd, 7 ass, 2 blk e il sorpasso a Jerry West per il 7 posto nella classifica dei top scorer “all time” dei Playoffs. L’unico dato “preoccupante”, non fosse per questi numeri, è quello delle palle perse: ben 6, un terzo dei possessi gettati alle ortiche della squadra. Ma l’importanza (e l’estetica) dei suoi canestri, è tale da fargli perdonare qualunque cosa. Il Re, il vero Re, è finalmente tornato. ARAGORN.
Kyrie Irving 7: Da solo è sostanzialmente immarcabile. Se si mette a giocare con gli altri due “Big Three” diventa un’arma di distruzione di massa espressamente vietata dalla convenzione di Ginevra. La sua meccanica di tiro è meravigliosa, i suoi movimenti sul campo e la sua abilità nel palleggio sono pura poesia. Anche stasera si comporta da mattatore e perde la palma di migliore in campo solo perché il compagno di squadra con il #23 decide di risolverla a modo suo. Il movimento con il quale manda Isaiah Thomas a prendersi un caffè mentre lui realizza un jumper facile facile è il marchio di fabbrica dello zio Drew, con la sola differenza che la Quicken Loans Arena non è un playground. CIRQUE DU SOLEIL.
Kevin Love 6.5: Quello che cambia rispetto alla scorsa partita non sta tanto nelle cifre (in realtà più basse) ma nell’atteggiamento con il quale il #0 scende in campo. Combattivo, reattivo, arrabbiato, quando Thompson sbaglia su un suo passaggio lo guarda con due occhi allucinati per l’adrenalina e se lo mangia vivo. Ritrova il piglio delle occasioni migliori, soprattutto perché non ci mette due quarti e mezzo a sbloccarsi al tiro. A coronamento di una prestazione affatto male trova anche la giocata da highlight su assistenza del Re. Aspettiamo solo che torni a farsi vedere in tutta la grandiosità di cui è capace. SVEZZATO.
Timofey Mozgov 7: Per tutto il primo quarto viene posseduto dallo spirito di Arvydas Sabonis e mette a referto 16 pts con giocate di pura potenza. In difesa rimane un fattore determinante, soprattutto quando, ancora nel primo quarto, cancella dal campo Evan Turner (solo una delle sue 5 stoppate). Pimpante e reattivo, da quando è in Ohio sembra un giocatore nuovo. Evidentemente ritornare a servire sotto coach Blatt (erano già stati insieme quando quest’ultimo allenava la Russia) gli fa bene. GRANDE MADRE RUSSIA.
J.R. Smith 6: Per lui stasera era importante dimostrare di essere in grado di non perdere la testa quando il gioco si fa duro, come capitato in Gara 1. In attacco i compagni cercano di coinvolgerlo, ma la sua mira non è delle migliori (tira 3/12 dal campo, e 1/8 dalla lunga distanza). La differenza la fa in difesa, dove sale di colpi e mette a referto 5 palle recuperate. ARSENICO DETTO LUPIN.
La panchina dei Cavs 4: Sui 99 punti totali della squadra solo 7 vengono da una panchina che doveva essere, sulla carta, tra le più lunghe e di qualità della lega. Tra i subentranti di Cleveland si salva il solo Tristan Thompson, in grado di tirare giù 11 rbd (5 offensivi). Per il resto davvero poca roba, soprattutto considerando i nomi che escono dal pino. INCONSISTENTI.
BOSTON CELTICS
Isaiah Thomas 7.5: L’anima e il cuore di questi Celtics partono dalla panchina. Isaiah Thomas siede ancora vicino al coach all’inizio del match, poi entra in campo a portare velocità, idee e brillantezza al gioco dei bianco-verdi. Stasera ci crede tantissimo, soprattutto quando, nell’ultimo quarto, Boston riduce le distanze fino al -2. Si arrende soltanto all’exploit del Re. Nella prima partita della serie era diventato il terzo giocatore nella storia ad esordire ai Playoffs con 20 o più pts, 5 o più ass e 5 o più rbd. Prima di lui solo “Big O” Oscar Robertson e il Prescelto LeBron James. Stasera ripropone numeri simili, ma purtroppo per lui e per i Celtics non basta. ELITARIO.
Evan Turner 6: La sua mira ha del disastroso e i soli 9 punti sono figli di una prestazione al tiro deludente (3/11 dal campo), ma a rimbalzo funziona come una macchina, e tira giù ben 12 palloni. Impossibile dunque bocciarlo, ma la sua assenza in fase offensiva crea una voragine nel gioco dei Celtics, troppo difficile da riempire per gli uomini in maglia bianco-verde. Ha il potenziale per essere un fattore importante nella serie, ma è necessario salire subito di livello. SALTO IN ALTO?
Tyler Zeller 7: Stavolta non gli tremano le gambe e gioca con continuità per tutta la partita. Nel primo quarto è, con Mozgov, tra i migliori in campo e questo è rispecchiato anche nelle statistiche. Fa molto lavoro sporco e combatte duramente su ogni pallone che passa dalle sue parti. Nel finale prova anche la schiacciata violenta, ma LeBron decide di negargli questa soddisfazione piazzandogli una stoppata di quelle che ti buttano giù il morale. DILIGENTE.
Jae Crowder 6.5: L’ultimo ad arrendersi tra i suoi, a cavallo tra terzo e quarto quarto fa segnalare giocate importanti che servono a tenere Boston a contatto. La sua difesa su LeBron è tecnicamente impeccabile, ed è lui l’anima dell’ultimo arrembaggio dei bianco-verdi alla ricerca della vittoria. Il lavoro gli riuscirebbe anche se non si trovasse di fronte un Prescelto in stato di grazia. COMBATTENTE.
Jared Sullinger 6+: Si prende più responsabilità sulle spalle e cerca di contenere i suoi diretti avversari meglio che può. Il miglioramento rispetto alla prima partita della serie è evidente, e questo gli concede anche più minuti in campo. Lentamente sta tornando ai livelli pre-infortunio, ma per fare la differenza per Boston deve cominciare ad accelerare. SCATOLA A SORPRESA.
Kelly Olynyk 5: Il buon canadese lavora molto, ma è evidente che questa non sia la sua serata. Al di là dei soli 5 pts a referto, infatti, lo si vede meno tonico rispetto al primo capitolo della sfida, e meno capace di fare la differenza in uscita dalla panchina. A Brad Stevens farebbe di certo comodo più continuità da parte sua, meglio se sui ritmi di Gara 1. SCOSTANTE.