Categorie: Playoffs NBA 2015

Top&Flop: Le pagelle di Memphis-Portland (gara 2)

Anche Gara 2 al FedEx Forum è passata alla storia. La serie si sposta a Portland sul 2 a 0 per Memphis. I Blazers questa volta erano partiti bene, ingranando fin da subito la marcia giusta. Poi i buchi della squadra di coach Stotts emergono nuovamente mentre i Grizzlies crescono d’intensità. Vediamo chi sono i buoni e i cattivi della serata.

PORTLAND TRAIL BLAZERS

Damian Lillard 4: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. La frase dell’amato zio Ben ha ormai raggiunto picchi di “overrated” abnormi. In questo momento tuttavia calza a pennello per il nativo di Oakland che sembra non aver fatto tesoro dell’indicazione Marveliana. Lo zero infuocato comincia bene, suoi i primi punti della franchigia con una penetrazione in puro stile Lillard. Poi la fiamma si affievolisce lentamente. In 40 minuti mette 18 punti con un misero 5 su 16 dal campo e 1-6 da tre. Il giocatore che dovrebbe spaccare la partita in favore di quelli dell’Oregon non è per adesso mai entrato in questa serie passando da “clutch player” all’essere quasi irrilevante. DESAPARECIDO.

Allen Crabbe 3: Con Afflalo ancora fuori Stotts prova un’ulteriore mossa. Crabbe dentro al posto di McCollum. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. La prestazione di Crabbe è lo specchio di quella di McCollum in Gara 1. Pronti via. Poco dopo la penetrazione di Lillard spara dall’arco e infila tre punti per i suoi. Saranno gli unici. A definire la sua partita sono le sue impietose statistiche. In 23 minuti giocati solo 2 rimbalzi 1 assist e un timido 1 su 2 dal campo. In difesa ci prova ma quando Memphis decide di giocare sul serio non tiene più. SPETTRO

Robin Lopez 7: Uno dei motivi dell’incoraggiante avvio di partita dei Blazers è la prestazione di Lopez. 10 punti segnati, 6 rimbalzi e 2 stoppate. E’ il nuovo atteggiamento in campo però il vero valore aggiunto che apporta alla squadra. Finalmente attivo sotto i ferri limita Gasol in difesa costringendolo a varie forzature. Conquista rimbalzi importanti per i suoi e in attacco è un saldo pilone di riferimento, non più una zattera in balia delle onde. RIGENERATO

LaMarcus Aldridge 8: Lillard continua a passeggiare sulle nuvole e allora tocca all’altra bandiera della franchigia tenere alto l’onore. Manda chiari segnali ai Grizzlies partendo fortissimo. Con una tripla e due punti sotto al ferro, marcato da Gasol, si iscrive alla partita. Stotts lo tiene in campo per quasi tutto il match (42 minuti), e finché i suoi lo spalleggiano fa girare Portland alla grande. Realizza 24 punti totali, sparando 20 tiri e realizzandone 7. Cattura anche 14 rimbalzi a prova di un ritrovato dinamismo. Nell’arco della partita i suoi cominciano a cadere uno dopo l’altro, lui si prende più tiri per cercare di tenere su tutta la baracca ma lentamente cade con lei. SAMURAI.

Meyers Leonard 7: Nota di merito per il Leonard di noi altri. Tra i Blazers è uno dei pochissimi che non si fa contagiare dal mosciume che ammorba la squadra. In 18 minuti va 4 su 5 dal campo e 2 su 2 da tre, la prima tripla che realizza, fra l’altro, la infila sulla sirena del primo quarto. Il suo gioco è buono e costante, ce la mette tutta insomma. Vedremo se in casa, esaltato dal pubblico amico, tirerà fuori qualche altro coniglio dal cilindro per aiutare i suoi. IMMUNE.

 

MEMPHIS GRIZZLIES

Mike Conley 7,5: Ancora una volta l’acciaccato uomo da Indianapolis si esalta. C’è infatti tanta farina del suo sacco nella vittoria Grizzlies in Gara 2. 18 punti e 6 assist accompagnati da un’intensità di gioco sempre elevata. Suoi i primi due punti della partita che arrivano su assist di un Gasol leggermente sotto tono. Se il catalano non brilla come dovrebbe Conley invece amministra bene la sfera assumendo il compito di metronomo della squadra e dirigendola verso il bersaglio. TRUE GRIT

 Zach Randolph 6,5: “Z-Bo” parte sonnecchiando, quasi con la riserva. Sembra osservare i suoi arrancare sotto i colpi di una ritrovata Portland. Poi, seguendo il flusso della squadra, sale anche lui di livello. Il terzo quarto è l’atto in cui decide di fare la sua vera comparsa sul parquet. Fino ad allora Aldridge l’aveva tenuto bene in post ma quando Zach si mette a lavoro è difficile anche solo pensare che un corpo del genere possa fare certi movimenti e i punti arrivano. La sua solita doppia doppia (10 punti e 10 rimbalzi) aiuta Memphis a raddoppiare il  vantaggio. GARANZIA

Courtney Lee 7,5: 8 su 11 dal campo, 2 su 3 dall’arco e 4 su 4 dalla lunetta. Questi alcuni dei numeri del prodotto di Western Kentucky. Parte in quintetto e coach Joerger non se ne pente affatto. “It makes us a lot more difficult to guard” queste le parole dell’allenatore Grizzlies dopo la partita riguardo a Lee. Le sue buonissime doti di “pull-up shooter” e la capacità di prendersi i tiri giusti sono per Memphis d’incredibile aiuto. MULTITASKING

Marc Gasol 5: Ci si aspetta sempre molto dal catalano. Forse è per questo che quando incappa in una serata no storciamo subito la bocca. L’apporto che reca alla squadra tirando le somme non è nullo, 15 punti e 7 rimbalzi. Se osserviamo più attentamente però scopriamo che Gasol ha arrancato pressoché per tutta la partita. Ai tiri liberi non sbaglia un colpo mettendone 7 su 7 ma dal campo termina con un misero 4 su 15. A sua discolpa c’è l’ottima difesa applicatagli da Aldridge. L’impressione che ha reso in questo secondo episodio della serie resta comunque ombrosa. NAUFRAGO.

Jeff Green 5,5: Oltre a Gasol, autore di una pessima partita più per le aspettative che genera il suo talento che per quello che ha effettivamente prodotto in campo, è l’ex Boston Celtics ad essere sotto tono. Parte dalla panchina ma Joerger, anche a causa degli acciacchi della squadra, gli da fiducia tenendolo in campo per 27 minuti. Tempo che Green non finalizza al meglio mandando a bersaglio solo 4 dei 13 tiri tentati. La sua prestazione “overall” però non è così pessima. Se fosse ancora un bambino si troverebbe a dover tornare a casa con una sufficienza appena sfiorata sotto la voce “Gara 2”. RIMANDATO

 

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Pubblicato da
Andrea Cucini

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