Si è conclusa una straordinaria Gara 2 tra Los Angeles Clippers e San Antonio Spurs che ha visto trionfare i texani per 111 a 107 dopo un overtime allo Staples Centre. Determinante questa volta è la miglior percentuale dal campo degli Speroni, che dopo le tremende cifre al di sotto del 40% di Gara 1, questa volta mettono a referto un 46,2% contro il 42 degli uomini di Rivers. Nessuna colpa in particolare per Paul e compagni, che mettono in campo la concretezza mostrata sin qui e confermano il buon trend positivo dei rispettivi big three Jordan, Griffin e CP3 (buona anche la prestazione del solito noto Redick,16 punti con 4 su 9 dall’arco). Tre fondamentalmente i fattori chiave che hanno condotto gli Spurs ad un’avvincente vittoria: la miglior percentuale ai liberi (73.1% contro il 54.1 dei californiani) dovuta sia ad una maggior aggressività nel pitturato, specialmente nella prima frazione di gioco, sia ad un Hack-a-Jordan tristemente efficace, la freddezza siberiana dei singoli in momenti decisamente chiave (non citiamo più l’ormai comprovata capacità di muovere la sfera ad un ritmo ed una qualità pazzesca), e la sostanziale differenza dell’apporto delle due panchine.
A proposito di uomini chiave, andiamo adesso a scoprire chi ha passato l’esame di Gara 2 e chi invece è rimandato al prossimo appuntamento della serie.
LOS ANGELES CLIPPERS
Chris Paul, 7.5. Lascia inizialmente le luci della ribalta a Blake Griffin, ma è lui il silent hero della squadra di cui dirige le redini con la leadership che lo contraddistingue da ormai tutta la sua carriera. Marcato meglio dagli Spurs, che mettono in campo rotazioni difensive decisamente migliori rispetto a Gara 1, riesce comunque a mettere a referto 21 punti ed 8 assist in oltre 40 minuti di gioco, prendendosi si le luci della ribalta dal quarto quarto in poi, quando c’è bisogno di giocate importanti in momenti importanti, come il possesso che potrebbe regalare la vittoria se Griffin non sprecasse malamente, e la tripla della speranza all’overtime a poco più di un minuto da giocare. Condottiero
Blake Griffin, 7. Comincia alla grande ed è veramente inarrestabile; raddoppiato da Leonard e Diaw/Green in post, riesce comunque a segnare con continuità per tutto il primo tempo, fino a quando è il miglior marcatore della partita. Zitto zitto si porta a casa una tripla doppia, la n 5 in carriera, formata 29 punti, 11 assist e 12 rimbalzi, dimostrando ormai di essere fondamentalmente un giocatore completo. Ma…c’è un ma. Nei momenti pesanti è poco incisivo, sbaglia o semplicemente non c’è. Avrebbe l’opportunità di gestire il possesso della vittoria a 11 secondi dal termine, ma perde goffamente il pallone e permette a Mills di subire il fallo che porterà all’overtime. Una prestazione comunque mostruosa, ma che andrebbe condita con un pizzico di mordente in più nei momenti più pesanti della stagione. Ci siamo quasi, Blake.
DeAndre Jordan, 6.5. Solita e solida double-double machine, questa volte sale in cattedra anche sotto l’aspetto dei canestri segnati, accompagnando gli ormai usuali 15 rimbalzi con ben 20 punti messi a referto. Si conferma il principale, se non l’unico, protettore della propria aera, distribuendo 3 stoppate di cui una bellissima a stretto contatto su Duncan che innesca la già citata azione di Paul sciupata da BG. Segna anche “ben” 6 tiri dalla lunetta: il problema è che Pop ne fa causare ben 17 su di lui, spezzando l’azione di gioco dei Clippers con l’ormai consolidato Hack-a-Jordan,ed a fronte della quantità di liberi a disposizione, avrebbe potuto fare di più. Frustrato.
Matt Barnes, 4.5. Non ce ne voglia l’ormai veterano prodotto di UCLA ma, se tralasciamo l’evanescente Austin Rivers e l’apporto praticamente nullo della panchina Clippers salvo gli 11 punti di Crawford, è l’unica nota stonata della compagine di Coach Doc. 4 punti e 3 falli personali in oltre 35 minuti di gioco basterebbero da soli a “condannare” un uomo della sua esperienza, si salva solamente per l’aiuto a rimbalzo facendo registrare 10 rebounds. Per il resto è veramente poca roba: cuore si, ma imprecisione sotto canestro (potremmo dire al tiro in generale dato il triste 1 su 10) ed un’attitudine difensiva a tratti snervante, compresa la dimenticanza su Leonard a pochi istanti di chiusra dell’overtime che sancisce il colpo da KO. Dovrà necessariamente alzare la sua asticella personale, in quanto al momento risulterebbe come un uomo in meno. Non ci siamo.
grffin paul clips vs spurs
SAN ANTONIO SPURS.
Tim Duncan, 8.5. “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette” cantava De Gregori.Bene, il “ragazzo” in questione ha 39 anni ed ha le spalle talmente larghe che potrebbe portarci non solo gli Spurs, come ha effettivamente fatto, ma tutto il Texas. 28 punti e 11 rimbalzi (14 su 23 al tiro), miglior marcatore e miglior rimbalzista della sua squadra stasera, sembra aver fatto un patto con il diavolo in stile Dorian Gray e decide di ringiovanire. In area avversaria non lo tiene nessuno, il post basso è letteralmente casa sua e mostra una fluidità di gambe spalle a canestro che sinceramente ci lascia a bocca aperta, segnando in tutti modi compreso il suo tanto caro tabellone: semplicemente immenso. Clonatelo
Patty Mills 8: Decisamente l’opposto di Blake Griffin e della panchina dei Clippers. Sale in cattedra nelle fasi cruciali del match, partendo dalla panchina e confezionando 18 punti, con 5 su 9 al tiro, di cui 2 su 5 da tre e 6 su 6 ai liberi. Il mezzo voto in meno rispetto a Duncan è solo un atto di riverenza per l’età del numero 21, in quanto si spartisce con lui la palma del man of the match e se potessimo definire “uomo da playoff“, stasera sul dizionario troveremmo semplicemente Patty Mills. Suoi i liberi del pareggio a 11 secondi dal termine e i punti decisivi all’overtime, a dimostrare una personalità straripante nel momento del bisogno. Glaciale
Kawhi Leonard, 7.5. Decisamente meglio rispetto a Gara 1, non si intestardisce in post basso ove era stato decisamente annientato in precedenza e spazia per il campo: alla fine i punti segnati saranno 23 con 9 rimbalzi, cifre per lui nettamente migliorabili dato l’enorme potenziale che ha. La serie è complicata ma sta cominciando a dare il suo apporto praticamente a tutto campo. In netta crescita.
Tony Parker, 5. 1. 1 punto soltanto, tanto movimento, ma poca sostanza. La valutazione dovrebbe essere nettamente inferiore, ma gli concediamo l’attenuante dell’infortunio alla caviglia che si dimostra essere decisamente serio dato che praticamente il secondo tempo non gioca mai, andando direttamente negli spogliatoi senza più comparire in campo. Sta mancando decisamente a questi Spurs e non osiamo immaginare cosa sarebbero capaci di fare qualora riuscissero a recuperare il playmaker francese. Affondato
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