Categorie: Playoffs NBA 2015

Top & Flop. Le pagelle di Portland – Memphis (Gara 3)

In gara 3 i Blazers sono stati in partita per la prima volta dall’inizio della serie, ma i Grizzlies li hanno ricacciati indietro senza pietà, tiro libero dopo tiro libero. Vediamo chi sono stati i migliori e i peggiori della partita del Moda Center.

PORTLAND

LaMarcus Aldridge 5: Parte malissimo, si riprende dopo metà partita. Brutta prestazione al tiro (6-18), diverse forzature e un body language non sempre rassicurante. Che le voci di mercato che lo vogliono vicino agli Spurs lo abbiano condizionato? Il plus minus è il secondo peggiore di squadra, l’intesa con Lillard traballante; peccato, perché il potenziale dell’accoppiata Blazers sembrava molto più alto di quanto visto sin qui. DELUDENTE

Damian Lillard 5,5: Le sue stats sono ingannevoli: 22 punti sono inutili, se si scompare nei momenti decisivi della partita. Parte forte e fa le veci di Aldridge nei primi due quarti, dove sembra il fenomeno visto per buona parte della regular season. Poi si eclissa anche lui e lascia al solo Nicolas Batum il compito di tenere a galla Portland. Forse il duo di star dei Blazers ha già dato tutto quello che aveva da dare. In questo caso l’eventuale partenza di Aldridge potrebbe far bene a entrambi. BLANDO

Nicolas Batum 8: Nel complesso forse è stato il miglior giocatore di Porland in questa serie. In gara 1 e 2 ha fatto il suo, in questa gara 3 non è andato lontano dal diventare l’eroe di nottata. Niente male per un giocatore dato già in parabola discendente a neanche 27 anni (dopo una regular season difficilissima e condizionata dagli infortuni). Tira 6-12 da 3 e mette 13 punti nell’ultimo quarto, quarto in cui per i Blazers giocano quasi solo lui e CJ McCollum. Non ha colpe. ULTIMO DEI MOHICANI

CJ McCollum 7,5: In trance agonistica: segna canestri difficili, attacca senza sosta, si prende responsabilità e prova più volte a dare la scossa emotiva ai suoi. Dopo le orride prestazioni dei primi due match, un inaspettato salto di qualità. Il +5 di plus minus parla per lui, le entrate e i liberi segnati in serie nel quarto quarto sono da giocatore con gli attributi. 26 punti con 8 su 14 dal campo il suo bottino conclusivo. Maturando potrebbe diventare un asset importante per il futuro di Portland. INDEMONIATO

Robin Lopez 4: Riempie il boxscore solo coi falli (5). La difesa su Gasol è in linea di massima competente, ma alcuni errori commessi dal “secondo Lopez” sono da principiante. Passa buona parte dei momenti cruciali della partita in panchina; il suo pessimo apporto alla causa Blazers nella serie è uno dei motivi principali della disfatta subita da Portland sin qui. FUORI CONTROLLO

Arron Afflalo 4,5: Poteva essere il salvatore della patria, invece è andato a fondo con il resto della squadra. L’asse difensore esterno-difensore interno costituito con Lopez si sfalda subito per problemi di falli. Anche Arron è costretto a fare dentro-fuori dal campo, a causa di una difesa caotica e a volte sin troppo aggressiva. Prova a dare inizio alla rimonta dei Blazers con l’unica giocata di livello della sua partita (una tripla a metà quarto quarto). A sua discolpa c’è da dire che non era al massimo, essendo stato fuori per infortunio in gara 1 e 2. VITTIMA SACRIFICALE

MEMPHIS

Marc Gasol 7,5: Tira male, forza, a volte addirittura sparacchia (più di un airball per lui). Ma, quando conta, la sua mano non trema affatto. 13-14 ai liberi, compresi i due che hanno definitivamente chiuso la porta in faccia a Portland, segnati a venti secondi dalla fine del match. Termina con 25 punti e il solito boxscore pieno (7 rimbalzi, 4 assist e 3 stoppate). CONDOTTIERO

Mike Conley 7,5: Il migliore di Memphis anche questa sera, fino allo sfortunato infortunio all’occhio che lo costringe addirittura al ricovero in ospedale. Gioca sul solito problema al piede, ma produce l’ormai consueta prestazione fisica ed emotivamente ineccepibile. In una lega di point guards egoiste, fin troppo spettacolari e dall’individualismo strabordante, lui sembra uscito da un passato a tinte pastello. Il vero segreto della solidità di Memphis; speriamo recuperi presto. GUERRIERO

Zach Randolph 7,5: Vince la sfida con Aldridge, non a livello statistico, ma a livello di incidenza prolungata sui due lati del campo. Se Conley è il leader silenzioso dei Grizzlies, Randolph ne è l’anima istintuale. Il suo gioco in post è incontenibile come sempre, anzi, sembra migliorare sempre più mano a mano che Zach invecchia (in quanto a qualità delle decisioni prese e di capacità di non intestardirsi oltre il limite dovuto). Ottima serie la sua, ora si tratta solo di non far calare la tensione. SCIAMANO

Courtney Lee 8: L’uomo perfetto nel posto perfetto al momento perfetto. Il suo ruolo è simile a quello di Danny Green negli Spurs: entrambi sono giocatori di sistema, con limiti evidenti, che faticherebbero a partire in quintetto in qualsiasi squadra diversa da quella per la quale giocano. Nei rispettivi team, però, sono fondamentali. Lee stasera è addirittura fenomenale; non sbaglia una scelta, si prende solo i tiri che gli spettano e segna i liberi che chiudono la partita con un sangue freddo da rettile. 9-9 dalla lunetta e 10 punti nell’ultimo quarto, non c’è molto da aggiungere. EROE IN TRINCEA

Tony Allen 7: La scelta di farlo partire in quintetto al posto di Jeff Green paga. Allen garantisce la sua consueta intensità e segna due canestri di grande importanza per affossare le speranze degli avversari nel quarto quarto. Non è un campione, ma anche lui è un ingranaggio insostituibile di quel macchinario quasi perfetto che Memphis ha dimostrato di poter essere. SERGENTE DI FERRO

Jeff Green 6,5: Continua a tirare male (2-9 e decision making dubbio). Il voto è più che altro per la spettacolare giocata da contorsionista con cui manda i titoli di coda sul finale del terzo quarto. SUPERUOMO

Nick Calathes 7: Protagonista inaspettato della partita, scongelato da coach Joerger a causa dell’assenza di Udrih e dell’infortunio in corso d’opera di Conley, il pur limitatissimo Nick fa quel che deve. Gioca, oltretutto, in un ruolo non suo, ma regala alcuni flash davvero ispirati; su tutti il passaggio battuto a terra che manda Kosta Koufos a segnare nel secondo quarto. Joerger può contare anche su di lui. RECLUTA AL FRONTE

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Pubblicato da
Elia Pasini

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