Si chiude la serie di primo turno tra Portland Trail Blazers e Memphis Grizzlies. La franchigia dell’Oregon comincia male i playoffs opponendo una resistenza quasi stentata. Dopo le due sconfitte dai Grizzlies arriva anche quella al Moda Center che fa da presagio a un imminente tracollo. In gara 4 invece Lillard&Co ritrovano forza e audacia allungando la serie. Nella quinta partita Portland è ancora competitiva, ha diverse occasioni per cercare di allungare ancora la serie ma quando conta non riesce a concretizzarle.
PORTLAND TRAIL BLAZERS
Damian Lillard 5,5: Se fosse semplicemente un giocatore forte la sua prestazione non sarebbe motivo d’allarme. Lillard tuttavia non lo è affatto. Ritenuto uno dei giocatori più decisivi di tutta la lega e bandiera della squadra da lui ci si aspettava molto di più. Le sue spiccate doti di trascinatore non hanno coinvolto molto i compagni. Forse perché il primo che non è stato in grado di trascinare è proprio se stesso. 22 punti in 42 minuti stanotte con 8 su 19 dal campo e 1 su 8 da tre. Guardando con la lente d’ingrandimento però notiamo che il rendimento dello #0 è stato, con l’eccezione di gara 4, sotto tono per tutta la serie. Invece di sbranare la partita a morsi sembrava quasi mettersi la museruola quando la squadra cominciava ad affondare scomparendo lentamente tra un tiro sbagliato e l’altro. In questa gara 5, tra l’altro, offre ai compagni solo 3 assist, addirittura meno dei rimbalzi raccolti che sono 6. VACANTE.
LaMarcus Aldridge 6: Anche l’altra stella della franchigia è caratterizzata da un rendimento piuttosto altalenante, sia nell’intera serie sia nelle singole partite di essa. In gara 5 non parte benissimo. A suo discapito c’è da ricordarsi dell’infortunio alla mano che l’ha accompagnato per tutta la serie. Aldridge comunque ingrana e tirando le somme non disputa una pessima partita, farcita anche da giocate di qualità. Il suo cartellino dice 14 punti con 5-18 dal campo e 9 rimbalzi. Non un granché, ma per quello che hanno espresso fin ora i Blazers ci si può accontentare. Il texano infatti è l’unico che, seppur prendendosi svariati tiri in tutte le partite, ha mantenuto un rendimento non molto prolifico ma quantomeno costante in tutte le partite disputate. POCO MA BUONO.
Robin Lopez 5,5: Il californiano doveva ergersi nel pitturato a difesa del proprio canestro e portare la sua figura statuaria sotto quello degli avversari per strappare palloni dalle mani dei Grizzlies. Era una delle chiavi che avrebbe potuto aprire la porta delle semi di conference ai ragazzi di Stotts. Non è stato sempre così. Il primo canestro della parita arriva per Lopez solo nel quarto quarto a dimostrazione che l’interruttore mentale dei Blazers può rimanere spento per molto molto tempo. Proprio come quella dei compagni la sua è una prestazione strana in cui alterna attimi di gioco intensi ad altri in cui semplicemente passeggia sul parquet. Chiude la stagione con un match da 4 punti e 4 rimbalzi. PASSEGGIATORE
Arron Afflalo 3: Probabilmente l’emblema delle difficoltà di Portland. Il recupero dall’infortunio fa ben sperare i Blazers che vedono le rotazioni tornare un po’ più lunghe. Sarà un fuoco di paglia. Arron semplicemente è altrove. Un’altra prestazione a secco di punti in 14 minuti di gioco. Ovviamente per non incrinare la perfezione aurea del suo tabellino lascia immacolate anche tutte le altre statistiche. Ah no scusate, 1 palla persa. SCAPPATO DI CASA
Meyers Leonard 7: Nel marasma dei Blazers però c’è anche del buono. Leonard dimostra che le convincenti prestazioni delle prime gare non sono un caso tenendo un ritmo alto per tutta la serie. In gara 5 sono difatti lui e McCollum a tenere a bada i Grizzlies. L’alto minutaggio con cui lo premia Stotts ne è la riprova. Parte dalla panchina e rimane sul parquet per 32 minuti complessivi. I punti a questo giro sono solo 9 ma sono frutto di scelte ben ponderate, si prende 3 tiri da 3 e li manda tutti a segno. La vera differenza la fa nei movimenti senza palla che mandano in confusione Memphis costringendola a rielaborare la propria strategia e permettendo ai suoi di rimanere a galla il più possibile. Il giovane di Woodbridge classe ’92 ha ancora molto, per non dire tutto davanti a se, noi siamo pronti. SEE YOU SOON.
CJ McCollum 7: E’ lui l’eroe della serata. Career high da 33 punti , sparando 7 su 11 da tre. Se gara 5 è piuttosto combattuta si deve soprattutto a CJ. Nel terzo quarto infila due triple importantissime per i suoi che tengono Memphis a distanza. Unica bandiera rimasta issata per i suoi lentamente anche lui è costretto a cedere. Nel quadro generale della serie il suo gioco è accettabile, non è una macchina da punti come questa notte ma nell’infinito roller coaster che sono questi Blazers è per così dire uno dei “meno peggio”. LAST MAN STANDING.
MEMPHIS GRIZZLIES
Qui una premessa è d’obbligo. Anche i giocatori dei Grizzlies hanno attraversato momenti in cui si sono trovati con le mani staccate dal volante. Il motivo per cui ne sono venuti fuori abbastanza serenamente è da ricercare proprio tra quelli che hanno fatto affondare Portland. La chimica di squadra. Memphis, infatti, è ben strutturata e quando vengono meno le individualità è l’idea di gioco in se, cristallina e precisa, che fa avanzare i giallo blu. Ecco perché è difficile trovare qualcuno tra le fila di coach Joerger che non si sia meritato la sufficienza.
Zach Randolph 6,5: Per i primi episodi della serie non è necessario uno “Z-Bo” in grande spolvero e lui perciò fa il dovuto. In queste ultime due gare però ci si può accorgere di quanto il #50 in maglia Grizzlies possa essere un’arma a doppio taglio per i suoi. Anche questa volta non parte forte per poi cavalcare l’inerzia della partita. Sta in campo 39 minuti, segna 16 punti con un pessimo 7-19 dal campo. Per la seconda partita di fila finisce a secco di doppia doppia per soli 2 rimbalzi. Che sia un giocatore ricolmo di talento lo si vede in più di una occasione e alla fin fine quando serve c’è sempre. Quello che lascia dubbiosi però è proprio questa sua capacita di spegnersi accendersi e di lascarsi trasportare dalle emozioni (vedi tecnico su Leonard e Flagrant su Aldridge). Contro un avversario più organizzato potrebbe essere un problema, se poi quell’avversario è Golden State…METEREOPATICO.
Marc Gasol 7: In un’ipotetica finale per l’anello tra Grizzlies e Bulls probabilmente Pau non sarebbe così contento di incontrare il “fratellino” . Per quanto visto fino ad ora Marc è uno dei punti cardine della squadra, sa di esserlo e lo dimostra. I numeri della sua gara 5 sono ottimi. 26 punti 14 rimbalzi e 3 assist (che per un lungo non sono mai scontati). Quello che fa ben sperare Memphis è tuttavia l’intelligenza tattica del catalano. Come il fratello infatti ha una capacita di analisi della partita sopraffina che permette ai suoi di sbrigliare anche i nodi più intricati. Le sue abilità di lettura dei match saranno richiestissime e indispensabili se Memphis vuole continuare a giocare coi grandi. PROFESSORE ASSCOCIATO.
Beno Udrih 7: Nell’ultima partita della serie chiude con solo 4 punti frutto di uno scarso 1-6 al tiro ma non bisogna lasciarsi ingannare. Beno nella serie è fondamentale. Una sorpresa inaspettata per Memphis. Lo sloveno infatti disputa ottime partite al di sopra delle aspettative. Difensivamente regge bene su Lillard e in attacco è più volte protagonista. Quando poi appare ai microfoni delle reti a stelle e strisce non può non rimanervi simpatico. ZORRO.
Nick Calathes 6,5: Il naturalizzato greco fa il suo. Non gli si può chiedere troppo, non è certo una delle forze portanti dei suoi, ma al contempo non possiamo recriminargli colpe che non gli appartengono. Quando è in campo prende le scelte giuste e non spreca molto. Determinato aiuta i suoi ogni volta che ne ha l’occasione, se non si farà intimorire dal gioco saettante degli Warriors potrebbe regalare ai suoi molti sorrisi. SPERANZA.
Courtney Lee 7: 23 minuti, 20 punti. Il ragazzo di Western Kentucky fa faville e trascina i suoi in più di un’occasione. Quanto durerà la carica delle sue batterie è difficile dirlo ma in questa serie ha dimostrato di essere in grado di lasciare il segno anche quando la situazione si fa dura. CAPITALE UMANO.
Tony Allen 6: Conley out a metà serie gli fa guadagnare più spazio. In difesa fa bene contenendo Lillard e usando il fisico per placare le ondate Blazers. Dall’altra parte del campo non è uno schiacciasassi ma d’altra parte non è nemmeno il suo forte. AUTORITARIO.
Jeff Green 5,5: Probabilmente l’unico insufficiente per Memphis. Gara 5 non la chiude malaccio, 10 punti e 7 rimbalzi. Tuttavia nella serie non ha brillato lasciando noi con l’amaro in bocca e lasciando il campo per Allen lui. PECORA NERA
Vince Carter N.C: Una nota per “Vinsanity” ci sta sempre. Fino ad ora non aveva trovato molto spazio in campo ma in gara 5 Joerger gli concede 22 minuti e lui lo ripaga con 9 punti e 5 rimbalzi. Al tiro non è un granché è vero (4-10) , ma è comunque partecipe di alcune azioni importanti per i suoi, e poi ammettiamolo vedere Vince in campo è sempre emozionante. RIGHT IN THE FEELS.