Nella primissima parte di stagione solo una squadra era riuscita a tenere il passo della partenza razzo dei Golden State Warriors, chiudendone persino la prima vera striscia vincente da ben 16 gare che aveva proiettato subito la banda di Kerr ai vertici dell’intera Lega. Avrebbe tranquillamente potuto essere lo scontro tra prima contro seconda della Conference nettamente più competitiva, invece i Memphis Grizzlies hanno vissuto un finale di stagione travagliato, segnato da parecchi infortuni che non hanno lasciato scampo all’interno della terribile Southwest, la Division che ha mandato tutte le sue componenti ai playoff: nonostante una sola vittoria dai Rockets (55 contro 56), la truppa di Joerger è arrivata addirittura quinta e ora, dopo aver eliminato senza eccessive difficoltà i Blazers, dovrà vedersela subito con la prima della classe. Ma raramente nella storia della Lega quinta (e anche sesta, se contiamo anche gli Spurs che hanno chiuso con lo stesso record di Memphis) è stata più competitiva, e per i Warriors si preannuncia il primo, vero scoglio dopo un primo turno non dominato ma comunque vinto col cappotto sui Pelicans. Anche perché Curry e soci si troveranno di fronte un gruppo dalla filosofia di gioco lontanissima dalla propria, agli antipodi, in quello che è quasi uno scontro tra civiltà cestistiche. Che, al di la dei favori del pronostico della vigilia, potrebbe risolversi in qualsiasi modo.
PRIMO TURNO
Golden State arriva alla gara 1 domenicale di questa semifinale della Western Conference dopo un periodo di riposo piuttosto lungo: i Warriors hanno infatti completato lo sweep sui malcapitati Pelicans addirittura quando in Italia si ricordava la Liberazione. Serie a senso unico in quanto a risultato, ma che in almeno un paio di gare, e in particolare in gara 3, ha richiesto alla favoritissima Golden State più fatica del previsto per portare a casa il risultato, dando segnali di grande carattere da parte dei californiani anche nei momenti di difficoltà. Ora la franchigia con il miglior record della Lega torna alla Oracle Arena a più di una settimana di distanza dall’ultima gara disputata, e dovrà stare attenta ai cali di tensione che già in passato hanno nuociuto parecchie vittime.
Riposo, ma più breve, anche per i Grizzlies, che hanno chiuso la pratica Blazers nella notte tra mercoledì e giovedì. Serie molto meno combattuta del previsto per i ragazzi di Joerger, che sono subito volati sul 3-0 chiudendo poi i conti nel ritorno in Tennessee per gara 5. Ma se in questo primo turno Memphis ha incontrato una squadra in crisi d’identità e con alcune defezioni o situazioni fisiche non perfette, ora dovrà vedersela con una compagine in salute e al completo, che pare ancora volare sulle ali dell’entusiasmo di una stagione eccezionale, con la quale a sua volta potrebbe pagare cara una forma fisica generale non certo smagliante.
GIOCATORI CHIAVE
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Stephen Curry: già di suo imprescindibile e sempre decisivo quando conta, potrebbe risultare se possibile ancora più utile alla causa in questa serie: con Mike Conley presumibilmente assente o comunque in condizioni precarie infatti potrebbe essere un rebus irrisolvibile per Joerger, visto che Udrih e Calathes, pur volenterosi e già positivi contro Lillard, non sembrano i più adatti per limitarlo. Probabile che il giovane coach di Memphis metta Allen sulle sue tracce, ma così facendo sarebbe costretto a togliere il proprio mastino da qualche esterno pericoloso (leggasi: Thompson) e si sa che i Warriors, e il figlio di Dell in primis, non hanno grosse difficoltà a pescare il giocatore potenzialmente più pericoloso in attacco…
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Draymond Green: esame di maturità in questi playoff per l’ala da Michigan State, che dopo il Monociglio dovrà vedersela con uno dei lunghi più fisici ma allo stesso tempo tecnici in area come Zach Randolph. Sicuramente la franchigia californiana, votata alla transizione e ai quattro fuori dall’area, soffrirà non poco nel pitturato i mismatch di un’avversaria che invece basa il proprio gioco sui giocatori interni; per questo motivo la tenuta difensiva di Green con un avversario più fisico ed esperto sarà a dir poco fondamentale, per poter sfruttare poi il mismatch a favore in termini di tiro e velocità generato sulla metà campo offensiva dalle ali dei Warriors. Anche stavolta quindi molte delle fortune di Golden State potrebbero passare dall’indigesta duttilità del pupillo di Kerr.
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Andrew Bogut: l’unico vero big man della squadra avrà il compito ingrato di lottare con la premiata ditta Gasol-Randolph per il controllo dei tabelloni e il presidio dell’area. Inutile specificare quanto il suo rendimento in tal senso, con una squadra che costruisce proprio vicino al ferro tutte le proprie fortune, possa potenzialmente fare tutta la differenza del mondo.
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Marc Gasol: se Memphis potrebbe faticare parecchio a contenere Curry e le altre bocche di fuoco perimetrali dei Warriors nella propria metà campo, dall’altra parte Golden State dovrà fare i conti con un giocatore con cui non ha sostanziali contromisure come il fratellino di Pau. Bogut è un eccellente difensore sui lunghi, ma il catalano è perfettamente a suo agio anche fuori dal pitturato ed è più rapido e tecnico dell’ex Bucks, per non parlare di Ezeli che sembra già condannato a subire le pene dell’inferno in quei minuti in cui dovrà giocoforza stare sulle sue tracce per far rifiatare il centro titolare. Anche stavolta quindi i Grizzlies arriveranno dove riuscirà a portarli il Difensore dell’anno del 2013.
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Zach Randolph: come Green sul versante opposto, la vera chiave della serie, perché se i Grizzlies non si snaturano per star dietro agli avversari sarà costretto a marcare giocatori perimetrali e potrebbe soffrire; dall’altra parte però potrebbe risultare una vera spina nel fianco dei Warriors, con Bogut impegnato con Gasol e avversari certamente più leggeri a marcarlo, pagando dividendi sia in uno contro uno dal post basso sia a rimbalzo offensivo, dove potrebbe generare parecchi punti da secondi tiri. Con Portland non ha giocato certo la miglior serie in carriera, ma storicamente è in grado di salire di colpi quando la pressione aumenta e se dovesse farlo di nuovo un incredibile upset non sarebbe più un miraggio.
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Tony Allen: contro la squadra che ha probabilmente il miglior back court della Lega è chiaro come le sue doti difensive sul perimetro risultino imprescindibili. Con la possibile assenza di Conley è probabile che venga dirottato su Curry: se riuscisse a entrare sotto pelle al play dei Warriors, come già fatto la scorsa stagione con un attaccante non certo meno pericoloso come Kevin Durant, potrebbe finire col bloccare il motore principale degli avversari e forse addirittura l’intero, oliatissimo meccanismo messo a punto da Kerr.
I COACH
Dopo un’eccezionale stagione regolare da esordiente assoluto in panchina, Steve Kerr ha dimostrato quanto il suo successo non fosse casuale vincendo d’autorità un primo turno playoff che vedeva la sua squadra favoritissima ma dove ha dovuto anche intervenire in prima persona con accorgimenti che ne hanno messo in luce una volta di più la competenza tecnica. Ora si troverà di fronte una squadra per certi versi simile (gioco a metà campo e controllato basato sui giocatori d’area) ma molto più solida ed esperta come i Grizzlies, ed è probabile che contro un’avversaria tanto diversa dai suoi Warriors il suo lavoro tattico possa risultare determinante.
Dall’altra parte i Grizzlies saranno guidati anche nella sfida con la miglior squadra della Lega da un altro coach emergente ma molto meno sotto i riflettori dell’ex scudiero di Jordan: al contrario di Kerr infatti David Joerger ha alle spalle una lunga gavetta tra CBA, D-League e assistente NBA, che gli ha permesso di rimpiazzare alla grande un mezzo eroe come l’apprezzatissimo Lionel Hollins, in barba alle molte perplessità. In due anni con lui i Grizzlies hanno proseguito nella strada tracciata da Hollins, smussando i principali difetti grazie all’arrivo di esterni offensivamente più validi (Carter prima e quest’anno anche Courtney Lee e Jeff Green a stagione in corso): in questo modo una squadra già quadrata e ostica ma con evidenti limiti si è trasformata in una vera corazzata della Western Conference, andando prima vicinissima dall’eliminare i Thunder al completo e giocando poi un’ottima stagione culminata nell’eliminazione addirittura agevole di una buona squadra come Portland. Ora il problema dei suoi Grizzlies sembra la tenuta fisica, che pare un po’ precaria proprio nel momento più importante della stagione: ma l’intensità difensiva, l’aggressività e il cuore di questa squadra non è certo venuta meno, rendendo Memphis cliente scomodissima anche per questi lanciatissimi Warriors.
I PRECEDENTI STAGIONALI
Al primo incrocio assoluto nella propria storia ai playoff, le due franchigie si sono incontrate 3 volte nel corso della stagione regolare, con una vittoria per i Grizzlies e due per i Warriors. Da notare però come la vittoria dei Grizzlies sia arrivata nella prima parte di stagione, mentre entrambe le sconfitte siano maturate nell’ultimo e non semplicissimo mese; inoltre in almeno due gare mancavano elementi importanti come Bogut nell’unica sconfitta patita dai californiani, e Conley e Allen nella loro seconda vittoria, in cui Klay Thompson piazzò 42 punti di cui 26 nel solo secondo quarto. In generale è parso, un po’ come per chiunque altro, che l’ago della bilancia fosse la difesa sugli Splash Brothers: nell’unica vittoria di Memphis infatti entrambi erano stati tenuti a cifre ragionevoli (Curry addirittura a un misero 1/10 da 3), annichilendo così l’attacco avversario, mentre nelle due sconfitte sono arrivati rispettivamente 38 punti di Steph e appunto 42 di Klay. But this is the playoffs, e sembra difficile che Memphis possa concedere facilmente prestazioni simili in gare tanto importanti.
PRONOSTICO
In un secondo turno che vede contrapposte squadre tanto diverse è difficile prevedere la direzione che potrebbe prendere la serie: daranno maggiori dividendi la dinamicità e la pericolosità offensiva dei Warriors o la solidità e la fisicità dei Grizzlies? Di certo ci attende una serie combattuta, sicuramente fisica e ricca di contatti anche duri, forse a tratti non troppo spettacolare come spesso accade con una squadra ruvida come i Grizzlies in campo (ma occhio che è proprio Golden State a detenere il primato della Lega per efficienza difensiva) ma certamente tirata. Decisive alla fine potrebbero risultare proprio le condizioni fisiche diverse con cui le due contendenti arrivano all’avvio: nonostante un buon primo turno di playoff, i Grizzlies sono parsi un po’ sulle gambe nel finale di stagione, ma soprattutto quasi certamente dovranno fare a meno del miglior Mike Conley: la gomitata al volto subita nel primo turno probabilmente non gli impedirà di provare a scendere in campo, ma è ovvio come le sue condizioni siano assolutamente precarie (si parlava di almeno un mesetto di stop) e come il suo rendimento difficilmente possa essere quello abituale. Spesso sottovalutato, Conley è un giocatore di un’importanza capitale per questa squadra, leader in campo in grado di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti decisivi, ed è ovvio come un suo apporto non ottimale sia molto penalizzante per la squadra di Joerger. Al contrario i Warriors arrivano in un momento di forma ancora eccezionale, con tutti gli effettivi disponibili e reduci da un primo turno coi Pelicans quasi unanimemente ottimo: ecco perché il pronostico della vigilia, unito al vantaggio del fattore campo nella rumorosissima Oracle Arena, non può che sorridere alla franchigia californiana, che non avrà vita facile ma dovrebbe spuntarla in circa 6 gare.
Pronostico: 4-2 Warriors
CALENDARIO
Dom. 03/5 |
Gara 1 |
Memphis @ GOLDEN STATE |
ore 21.30 (diretta Sky) |
Mer. 06/5 |
Gara 2 |
Memphis @ GOLDEN STATE |
ore 04.30 |
Dom. 10/5 |
Gara 3 |
Golden State @ MEMPHIS |
ore 02.00 |
Mar. 12/5 |
Gara 4 |
Golden State @ MEMPHIS |
ore 03.30 |
Gio. 14/5 |
Ev. Gara 5 |
Memphis @ GOLDEN STATE |
orario da definire |
Sab. 16/5 |
Ev. Gara 6 |
Golden State @ MEMPHIS |
orario da definire |
Lun. 18/5 |
Ev. Gara 7 |
Memphis @ GOLDEN STATE |
orario da definire |