Categorie: Playoffs NBA 2015

Top & Flop: Warriors vs Grizzlies (Gara 2)

Serata importante quella di ieri alla Oracle Arena di Oakland, dove i Golden State Warriors hanno affrontato i Memphis Grizzlies per la seconda gara delle Semifinali della Western Conference. Una partita densa, piena di significati. Perché proprio ieri sera Stephen Curry ha alzato di fronte al suo pubblico il trofeo di MVP della regular season NBA (secondo Warrior a farlo, dopo Wilt Chamberlain), ma anche perché Memphis ha ritrovato il suo playmaker titolare, Mike Conley, al rientro dopo tre partite di stop a causa della frattura al viso, che ha richiesto un’operazione. L’hanno spuntata, alla fine, gli uomini di coach Joerger, vincitori per 97-90, bravi e caparbi a prendersi, con la forza del gruppo, il fattore campo della squadra con il miglior record della regular season di quest’anno. Serie quindi sull’uno pari, e festa rovinata per Curry e compagni, ora costretti ad andare a fare la voce grossa in Tennessee. E adesso diamo i voti ai migliori e ai peggiori della serata.

GOLDEN STATE WARRIORS

Stephen Curry 7: Nella notte della consegna del titolo di MVP, il #30 sfodera una prestazione da grande condottiero, anche se, costretto dalla difesa asfissiante dei Grizzlies, sbaglia fin troppo al tiro (7/19 dal campo, 2/11 da tre). Osservato speciale, è bravo comunque a non scomporsi anche nei momenti peggiori, come quando Tony Allen gli piazza materialmente la mano in faccia mentre tira una tripla. Non distoglie mai gli occhi dalla palla, non si lamenta, combatte sempre al massimo delle sue possibilità, e i suoi canestri non sono mai banali. Giocatori così sono davvero rari. MOST VALUABLE PHENOMENON.

Klay Thompson 5.5: Non fa mai mancare il suo apporto offensivo, mandando a bersaglio 13 pts, con percentuali anche leggermente migliori rispetto a quelli dell’altro Splash Brother, ma in alcuni momenti della partita è snervante per la sua testardaggine. Nel secondo quarto entra in una serie negativa durante la quale sbaglia anche quello che non può sbagliare. La schiacciata rigettata dal ferro è l’emblema della sua serata storta, ma ci sono anche altre forzature che reclamano vendetta, e 5 palle perse non proprio giustificabili. INGOLFATO.

Draymond Green 6: La vera rivelazione di questi Warriors gioca una partita sostanziosa nella cifre, con una doppia doppia a referto (14 pts con 12 rbd) e un buon contributo alla squadra, ma al tiro riesce a fare peggio di tutti gli altri (3/11 dal campo, solo il 27.3%) e nonostante tutto si impunta nel cercare una tripla che, evidentemente, stasera, non ha proprio voglia di arrivare (0/3 da dietro l’arco). Dimostra fin da subito un eccessivo nervosismo, beccandosi un fallo tecnico già nel primo quarto, con una protesta plateale e fuori luogo. Può fare meglio di così. ARRABBIATO.

Leandro Barbosa 7: Il brasiliano che non ti aspetti, esce dalla panchina quando i giochi si fanno duri e porta tanta energia e qualità all’attacco dei Warriors. In una partita in cui il pino di coach Kerr, solitamente prolifico, non brilla per verve realizzativa, lui esplode con 14 pts in 15 minuti scarsi, segnati con il 55.6% dal campo (5/9), cercando sempre di tenere la squadra incollata. La sua prestazione dimostra perfettamente quanto conti l’esperienza in partite come questa. GRATTA E VINCI.

Andre Igoudala 6: L’ex 76ers non sarà più l’All-Star che era ai tempi di Philadelphia, ma dà sempre il suo grosso contributo in questa squadra. Anche stavolta, due triple (su due tentate) nei momenti cruciali del match, per tenere a contatto i Warriors, ma è davvero troppo poco coinvolto nell’azione offensiva: soli 7 pts per lui, che con quella fisicità potrebbe tranquillamente dominare il pariruolo avversario. Un’occasione sprecata. SOTTOVALUTATO.

MEMPHIS GRIZZLIES

Mike Conley 8: Se c’è un giocatore in grado di dare forma, geometrie e struttura solida a questi Grizzlies, è proprio il prodotto di Ohio State. Netta la differenza nel gioco di Memphis in questa partita rispetto alle tre precedenti, quando l’infortunio al viso l’aveva privata del #11. Nel primo quarto è, insieme a Zach Randolph, la principale opzione offensiva della squadra, nel secondo tempo fa mostra di tante di quelle qualità che è difficile persino mettersi a enumerarle. Nemmeno la maschera in plexiglass o l’occhio pesto sembrano limitare la sua visione di gioco, anzi, ha un occhio in più anche per gli altri, visto che lo si vede continuamente dare istruzione ai compagni su come muoversi e dove farsi trovare. LUPO ALFA.

Zach Randolph 7: Come sempre Z-Bo garantisce tantissima sostanza sotto le plance, tanta energia e lavoro sporco. Come lui stesso ha dichiarato dopo la decisiva Gara 5 contro Portland, lui e Gasol fanno molto di più che segnare e prendere rimbalzi, un lavoro oscuro, sotterraneo e non sempre visibile, ma fondamentale per vincere le partite. Stasera anche i numeri sul suo tabellino lo incoronano: 20 pts e 7 rbd per lui, che mette a referto anche 4 ass. MULTITASKING.

Marc Gasol 6.5: Una partita di grande sacrificio sotto canestro la sua, braccato dalla difesa dei Warriors e accoppiato ad Andrew Bogut, che non è mai un avversario semplice da affrontare, il Defensive Player of the Year  2013 si produce nelle solite cifre importanti, mettendo a referto 15 pts e 6 rbd e mandando in iperventilazione coach Kerr ogni volta che riceve palla in post basso. Con la serie che si sposta a Memphis ci si aspetta che, da vero All-Star qual è, salga di colpi e prenda per mano la squadra. SOLIDO.

Tony Allen 7: Coach Joerger gli chiede di mettere le briglie agli Splash Brothers e lui, da vero specialista difensivo, ben lungi dallo spaventarsi, annulla, per quanto possibile, tanto l’MVP, quanto il suo compare di back-court. Magistrale il colpo d’esperienza con il quale, dopo essere saltato sulla finta, mette la mano sugli occhi di Curry senza farsi fischiare fallo, costringendolo all’errore dalla lunga distanza, che trattandosi del #30 in maglia Warriors, è un evento. Bellissimo l’intercetto con il quale si invola in contropiede per concludere con una spettacolare schiacciata in campo aperto. MASTINO.

Jeff Green 5.5: Memphis aveva allestito una trade importante per portarlo in Tennessee da Boston, per farlo giocare da titolare. Per questo ritrovarlo fisso in panchina dà un po’ la sensazione del fallimento. In realtà non gioca nemmeno male, ma per uno della sua qualità segnare 8 pts in 26 minuti sul parquet non può essere soddisfacente. Se torna sui suoi standard di rendimento può diventare la vera arma in più dei Grizzlies. IN SORDINA.

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Pubblicato da
Simone Simeoni

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