The Shot.
Una rimessa complessa, un paio di palleggi e la palla comincia a volare verso il canestro. E’ fatta, adesso bisogna solo aspettare per sapere se entra. Che fare per ingannare l’attesa che vi separa dalle urla di gioia soffocate nella notte o dalle invettive all’indirizzo di tutto l’universo conosciuto? Lasciate che vi racconti una storia, il tiro di Derrick lo ritroveremo a fine corsa.
E’ il 7 Maggio 1989, siamo a Cleveland, Ohio, insieme a dei giovani Bulls. No, neanche loro erano in vacanza a Cleveland. Dopo una stagione travagliata che porterà all’esonero di Coach Doug Collins, Chicago si presenta a giocare Gara-5 (allora il primo turno era al meglio delle cinque partite) in casa dei Cavs, che avevano chiuso la regular season con 10 vittorie in più. Mandiamo avanti veloce per non perderci l’esito del tiro di Rose; mancano, guardacaso, tre secondi e i Cavs sono in vantaggio 100-99 dopo che Craig Ehlo ha appena appoggiato i due punti del sorpasso in risposta a un canestro di Jordan. Va ricordato che al tempo Jordan non era ancora His Airness come lo conosciamo noi oggi, con quell’aura di onnipotenza che ti fa credere che il tiro della vittoria andrà sicuramente dentro. Anzi, aveva da pochi giorni sbagliato i liberi decisivi che avrebbero chiuso la pratica upset in Gara-4. MJ si libera dalla presa di Ehlo e riceve la rimessa da Sellers, due palleggi verso la lunetta e si alza per il tiro. Ehlo salta per contestare, Jordan, che ancora non era His Airness ma in aria ci stava parecchio, lo lascia scorrere davanti a sé e fa partire la sua conclusione in controtempo. SPLASH!
E Derrick? Che domande, SPLASH!