Categorie: Playoffs NBA 2015

Cleveland-Chicago Top&Flop Gara-4

TOP

The Buzzer. Inutile girarci attorno ma, abbastanza banalmente, il top di questa gara-4 non può che esser stato il tiro allo scadere con cui LeBron James ha regalato la vittoria a Cleveland. Arrivato, per di più, al termine di una prova tutt’altro che scintillante, anche a dispetto dei 25 punti, 14 rimbalzi e degli 8 assist, con medie al tiro lontane anni luce dai fasti di Miami e due banali sfondamenti fischiati a sfavore nel finale. Poi, però, il buzzer-beater della vitale vittoria esterna e del conseguente 2-2 nella serie, il terzo in carriera per LBJ. Nessuno negli ultimi 15 anni ha fatto meglio in tale statistica nei Playoffs NBA.

Dalla Russia con furore. Il body language sembra più mediterraneo che da lontano parente di Ivan Drago, con continue manifestazioni di emotività nei confronti, soprattutto, delle terne arbitrali. Nella partita più importante della stagione, finora, Timofey Mozgov ha risposto però presente all’appello, con 15 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate e percentuali quasi immacolate sia dal campo che dalla lunetta. In difesa è stato molto utile alla causa di Cleveland, nel quarto quarto poi, nel momento di massima difficoltà, ha dato il proprio vitale contributo per preparare la volata finale.

JR. Ci ha riprovato nuovamente, con l’ingenuo (eufemismo del secolo) fallo tecnico ricevuto durante il rovente finale e Cleveland avanti. Ma JR Smith è stato un pezzo fondamentale per la vittoria ospite, andando in doppia cifra (13 punti alla fine) e segnando alcune bombe d’importanza capitale nell’ultimo quarto. Con Shumpert alle prese con problemi fisici, non è da escludere un (re)inserimento nello starting five.

D-Rose. Senza ombra di dubbio, il migliore dei Chicago Bulls è stato, ancora una volta, Derrick Rose. Top scorer dell’incontro con 31 punti, è stato l’ultimo ad ammainare la bandiera, segnando anche il canestro del momentaneo pareggio e sfidando senza paura la difesa avversaria. E’ rinata una stella.

FLOP

Noah. In difesa è, da sempre, uno dei migliori di tutti i frontcourt NBA. A rimbalzo è andato come il solito indemoniato, catturandone 15 e tenendo quel satanasso di Tristan Thompson ad uno solo offensivo. Ma, per Joakim Noah, una volta superate le colonne d’Ercole della metà campo offensiva, sono iniziati gli alti lai. A parte qualche flash dai pick&roll, il prodotto di Florida è incappato nuovamente in una serata dalle percentuali basse (4 su 12), con alcuni errori davvero troppo vistosi da distanze tutt’altro che proibitive.

Terzo quarto artico. Rientrati dagli spogliatoi dopo un’incoraggiante primo tempo, il terzo quarto di Cleveland è stato ai limiti del vietato ai minori. Errori a ripetizione, tiri sbagliati come se piovesse e percentuali polari. Il misero bottino? 12 punti, mitigato dai due canestri sul finire del parziale di James e, in mezzo, 7 minuti a becco asciutto. Ancora più incredibilmente, Chicago non è riuscita ad approfittare delle siccità avversarie.

Instant replay. La sua presenza è una manna dal cielo ma, come è giusto che sia, l’instant replay avrebbe bisogno di un ulteriore ritocchino alle regole permesse. Come, ad esempio, evitare di concedere timeout gratis alle squadre che si riuniscono nell’huddle mentre gli arbitri consultano i monitor. La NBA è sempre molto celere nell’approntare miglioramenti in tal senso, aspettatevi qualche notizia in merito già dalla prossima stagione.

Blatt. Tralasciando la parte legata alle X ed alle O (con meriti e demeriti particolarmente evidenti), ieri coach David Blatt stava commettendo un paio di frittate niente male. In primis, quando stava per chiamare un timeout dopo il pareggio di Rose, senza averne più a disposizione, venendo stoppato da un Lue mai così particolarmente attivo dalle Finals 2001 contro Iverson. In secondo luogo, con la decisione preliminare di non affidare il tiro della vittoria a James. Per fortuna, sua e di Cleveland, la scelta finale è stata un’altra.

Alessandro Scuto

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Alessandro Scuto

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