ATLANTA HAWKS
Jeff Teague, voto 6. Sufficienza stiracchiata per il play di Atlanta, promosso per il rotto della cuffia grazie ai 10 punti segnati nel terzo quarto, in un momento di stallo offensivo per gli Hawks( chiuderanno il terzo periodo con 18 punti realizzati) Nel resto della partita continua a tirare male (5/15 dal campo) e soprattutto ad essere nervoso, al punto da ricevere un Flagrant 1 per fallo su Beal lanciato in contropiede e un tecnico. Irrequieto
Al Horford, voto 7. Il migliore degli Hawks fino a quando rimane in campo, è costretto infatti a rientrare negli spogliatoi a inizio 4° quarto e non rientrerà più in campo. Doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi, lavora anche contro i lunghi avversari, aiuta gli esterni a raddoppiare i piccoli di Washington e Atlanta si affida a lui quando non sa da chi andare. Viaggio in solitario
Dennis Schröder, voto 6,5. Solo 2 punti nei primi tre quarti e una partita vuota, quando nel 4° quarto coach Budenholzer lo preferisce a Teague in cabina di regia, si scatena: con 16 punti in 11 minuti riporta Atlanta in partita fino all’assist da terra per la tripla del pareggio di Muscala. Due facce
Kyle Korver, Paul Millsap e DeMarre Carroll, voto 5. Korver parte subito bene con un 2/2 da tre, poi non segna più: polveri bagnate per il miglior tiratore da tre, in termini di percentuali siamo lontani anni luce dal Korver della regular season, quello che servirebbe agli Hawks in questo momento.
Millsap, a causa di una brutta influenza, non parte in quintetto. L’ impatto dalla panchina è ai minimi storici, 8 punti, 2 rimbalzi e 4 falli, la sua maggiore velocità negli spazi brevi rispetto ai lunghi di Washington non si nota e arriva spesso in ritardo nelle rotazioni difensive.
Carroll parte bene e realizza 10 punti nel primo tempo, nel secondo si spegne,rimanendo seduto praticamente per tutto il quarto periodo.. Atlanta abbiamo un problema (?)
Pero Antic, voto 4. Schierato in quintetto da coach Budenholzer per marcare un Nenè fuori partita nelle prime due gare, finisce per soffrirlo tremendamente. Il brasiliano sembra finalmente entrato nella serie, realizzando 17 punti.Sottomesso da Nenè sia tecnicamente che fisicamente. Chi l’ha visto?
Bazemore, Scott e Muscala, voto 6,5. I tre della panchina di Atlanta hanno il merito di portare quella convinzione che mancava nei titolari in questa gara 3, Bazemore con 7 punti, tanta corsa e difesa, Scott con 8 punti e due triple a dir poco fondamentali nella rimonta finale, Muscala con 7 punti, facendosi trovare pronto ogni volta che è stato chiamato in causa e realizzando la tripla del pareggio prima del buzzer di Pierce. Energia
WASHINGTON WIZARDS
Bradley Beal, voto 7: Portare palla sostituendo uno dei migliori interpreti del ruolo non è un gioco da ragazzi. E il coefficiente di difficoltà aumenta, se le point guard valide in squadre scarseggiano. Beal conduce il gioco da playmaker puro, alternandosi a Session in cabina di regia e spingendo le transizioni offensive come solo Wall, a bordo campo per l’infortunio alla mano, sa fare. Aiuta e recupera in difesa con il supporto di un lungo tra Nene e Gortat per rallentare il gioco degli Hawks sul perimetro. Factotum su entrambi i lati del campo. Per lui 13 punti e 8 assist. Fortezza.
Session, voto 6: Parte in quintetto per la seconda volta in questa serie, sempre per colmare l’assenza di Wall. In gara 2 si era creato buone conclusioni, attaccando il ferro senza paura come un consumato titolare.( 20 punti con il 60% dall’arco in quella occasione). In gara 3 l’incoscienza positiva lascia il posto a possessi “ragionati”, secondi di troppo spesi a riflettere. Per poi prendere comunque tiri fuori ritmo. Sottotraccia
Pierce, voto 9. Sonnecchiante per quasi tutta la gara, segna un paio di triple nella prima metà e un canestro dal campo nella seconda. Durante l’ultimo periodo di gioco, è uno dei principali indiziati della rimonta assurda degli Hawks che da -19 si portano sul 101 pari. Pigro in close out su Scott e lento a chiudere le incursioni di Bazemore a canestro. Poi si fa perdonare con quel tiro dal gomito preso con tutta la calma di questo mondo, a 6.3’’ dalla sirena, che cancella gli errori precedenti e ancora una volta dimostra quanto faccia male la verità. “Did you call Bank? I called GAME!” Risolutore.
Nene, voto 8.5. Se non fosse per quel dannato buzzer, il miglior giocatore in campo sarebbe il brasiliano. Prima di gara 3, in questa serie non era ancora riuscito a vedere il fondo della retina, fermo a 0/10 dal campo. La partenza sprint da 8 punti nel primo quarto è per tutti quelli che già lo davano per bollito. Fa sentire i gomiti a Horford e ridà quella doppia dimensione tra post alto e post basso di vitale importanza, anche per i giochi a due con Gortat. Sbloccato.
Gortat, voto 7. Dietro al soprannome che si riceve, c’è sempre un significato tangibile. The Polish Hammer rende benissimo l’idea dell’impatto di Gortat in gara 3. Un martello che respinge al mittente tre palloni, che cattura otto rimbalzi, ma che all’occorrenza si fa morbido guanto pronto a segnare 14 punti dagli angoli e nel pitturato. Certo, poi concede in contropiede due facili appoggi a Beal, non è esattamente nell’élite dei rim protector, ma fa quelle giocate “sporche” che nessun altro in maglia Wizards è in grado di compiere. Ruvido.
Porter, voto 8. Una delle rivelazioni di questi playoff per Washington. In regular season giocava poco più di 19 minuti, segnando 6 punti a gara. Ma come si è potuto notare con l’assetto dei 4 piccoli fuori e un lungo dentro, mai usato in stagione regolare e che sta ripagando in questa post season, Wittman è in vena di esperimenti. Che stanno funzionando. Porter è probabilmente il miglior tagliante di squadra, il fisico esile gli permette di scivolare anche tra due difensori per ricevere e segnare in terzo tempo. In gara 3 si è rivelato:
a) Macchina da canestri in transizione
b) Ottimo finisher anche su contatti subiti
Sa mettere palla per terra, sta tirando con ottime percentuali( 45% da tre e 51% dal campo). Cosa vuoi di più da un’ala piccola al secondo anno, dopo un Lucano? sgusciante