E gara-1 delle finali della Western Conference è andata. Tra Golden State e Houston è finita 110-106 per i ragazzi della baia. Un 1-0 che, tutto sommato, rispetta i pronostici. E se della partita abbiamo già parlato (qui la cronaca, qui l’analisi), delle prestazioni dei singoli non ancora.
Ecco dunque i nostri personalissimi Top&Flop del primo match tra Warriors e Rockets.
TOP
Stephen Curry: inutile girarci intorno, se la partita è vinta dai ragazzi di Kerr, il merito del neo MVP. E come sempre, la cosa che più sorprende non sono soltanto le statistiche, che comunque recitano un pazzesco 13-22 dal campo, con 6-11 da 3, per un totale di 34 punti, ma è la naturalezza con la quale gioca. Malgrado sia un vero e proprio rookie di tali palcoscenici, Steph calca il parquet con una facilità disarmante, guidando i suoi dall’inizio alla fine.
James Harden: per par condicio, è giusto guardare nel giardino del vicino, dove di certo, l’erba non è meno verde. Il “barba” gioca una gran partita, tiene i suoi sempre a contatto mettendo a referto 28 punti, con appena 9 conclusioni sbagliate. Unico neo, le sole 3 triple tentante e l’averne messa soltanto una. Insomma, sarebbe potuto essere più preciso, ma siamo certi che l’ex OKC si rifarà molto presto.
Shaun Livingston: se i Warriors portano a casa la vittoria, il merito è anche suo. Lo stiamo dicendo dall’inizio della stagione e anche in questi playoffs, Livingston riesce, con tutti i limiti del caso, a non far sentire troppo la mancanza del 30. Gioca con grande sicurezza, con intelligenza e riesce ad essere un più che buon leader quando la situazione ne richiede uno. Fino a quando gioca così, Kerr e compagnia possono stare più che tranquilli.
Trevor Ariza: insieme al “barba” è quello che tiene in piedi la baracca. Spara triple dal primo all’ultimo secondo, rispondendo botta dopo botta alle bombe, o piume, fate voi, di Curry. Con la serataccia da oltre l’arco di Harden, la vera bocca da fuoco da rifornire è lui, che si fa trovare sempre pronto e ben posizionato. Se dovesse continuare così ed il “barba” dovesse scaldare la mano, per i Rockets potrebbero cambiare notevolmente le cose.
FLOP
Klay Thompson: per uno splash brother che splende, ce n’è uno che cala. Klay Thompson ha fatto molta fatica in questa gara-1 a trovare ritmo, spazi e questo lo ha inevitabilmente influenzato nella sua prestazione. In poco più di mezz’ora di partita, non riesce mai ad essere incisivo, per colpa anche di problemi legati ai falli. Il suo tabellino recita alla fine appena 15 punti, con un misero 6-18 dal campo ed appena 1 su 7 da 3.
Jason Terry: il jet non sta giocando benissimo questi playoffs. Soprattutto dal punto di vista realizzativo, l’ex giocatore di Dallas non sta riuscendo ad essere prolifico, e anche in gara 1 non ha fatto eccezione. Certo, la posizione da “play” non lo aiuta, ma un giocatore con la sua esperienza e, passateci il termine, “garra” deve sapersi adattare. Soprattutto quando in ballo ci sono le Finals.
Andrew Bogut: l’australiano, sempre molto attivo fin qui trai suoi, non riesce mai a mettersi in partita. Il centro di Kerr, per quanto ovviamente fondamentale nella protezione dell’area dei Warriors, non riesce ad essere decisivo a rimbalzo, dove comunque la sua presenza si nota, e neanche offensivamente, anche se non è mai stato un fattore. Insomma, partita mediocre. Ci si attendono, ovviamente, grossi miglioramenti.
Dwight Howard: sicuramente complice dell’infortuni occorso al ginocchio, l’ex giocatore dei Lakers rimane in campo appena 26 minuti. In questi, conquista comunque una dozzina di rimbalzi ma non riesce mai ed essere decisivo, né in attacco né in difesa. Peccato, perché con un Bogut non perfetto sarebbe potuto risultare decisamente più utile. Ci auguriamo, per lo spettacolo e per lui, che il ginocchio possa tornare subito a posto.