I Cavs stravincono gara 2 e si portano sul 2-0, con entrambe le vittorie ottenute in trasferta. Il basket di squadra degli Hawks, al primo scoglio di altissimo livello, ha perso clamorosamente d’incisività. Cleveland, dal canto suo, continua ad attaccare in modo poco armonico, ma ha un gioco decisamente più adatto ai playoff, fatto di difesa dura, di penetrazioni dinamiche e degli incontenibili momenti di estasi cestistica di LeBron.
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ATLANTA
Teague 4,5: Dellavedova lo marca bene, ma lui ci mette del suo. Poco convinto, a tratti addirittura svogliato, il Teague delle ultime partite è un lontano parente del giocatore incendiario visto per buona parte della regular season. Chiude con un brutto 5-16 dal campo; nonostante tutto dà la sensazione di essere l’unico Hawk col cambio di marcia in canna. Le sue, rare, accelerazioni, sono tra le poche soluzioni di Atlanta a creare dei veri grattacapi alla difesa di Cleveland. Jeff deve trovare continuità, la sua imprevedibilità offensiva è imprescindibile per coach Budenholzer; solo di sistema con questi Cavs non si vince.
Horford 5,5: Chiude con un plus-minus orribile (-27), ma è l’unico titolare degli Hawks a star lì con la testa per quasi tutta la partita. La difesa interna dei Cavs è asfissiante e Horford fatica più del previsto a convertire dalla media e a trovare soluzioni comode. Cleveland gli concede solo 8 tiri, lui ne manda a bersaglio 5, pur andando sotto a rimbalzo sia con Mozgov che con Thompson. Uno dei meno peggio tra gli Hawks, ma non ci siamo.
Korver 4,5: Parte fortissimo, come se avesse in faretra una partita da 35 punti. Alla fine ne segna 12 con 11 tiri, praticamente tutti forzati. Shumpert su di lui fa un lavoro sublime, ma Kyle è molto bravo a limitarsi da sé; sconnesso dal resto della squadra, meno pulito del solito nell’esecuzione dei tiri, in bambola in difesa. In Finale di Conference bisogna tirare fuori gli attributi; lui ci prova a inizio partita, ma si affloscia già nel secondo quarto, per poi scomparire del tutto. In gara 3 serve il cecchino implacabile della regular season, altrimenti Atlanta è fuori al 99%.
Carroll 5: Non doveva giocare dopo l’infortunio di gara 1, ma ha stretto i denti e ha deciso di scendere in campo ugualmente. Forse sarebbe stato meglio, per coach Budenholzer, se la sua ala piccola avesse fatto un passo indietro. Carroll è un giocatore tosto, ma fatica immensamente contro LeBron da sano, figurarsi da infortunato. James ha fatto quel che ha voluto, Carroll non è mai entrato in partita né in attacco né in difesa. In certi momenti la mancanza di esplosività e le limitazioni atletiche dovute all’infortunio erano visibilissime. C’è da dire che gli Hawks sono sprovvisti di una riserva credibile nello spot di 3: Scott non può tenere il campo per più di 10 minuti nei playoff. DeMarre ha due giorni per recuperare: se Carroll dovesse essere quello visto in gara 2 ci aspetta un’altra gara con un LeBron in versione furia divina.
Millsap 4: Partita imbarazzante quella di Paul. Tristan Thompson massacra il suo pariruolo in ogni zona del campo, sfruttando la carenza di atletismo dell’ala grande degli Hawks. Tre quarti dei rimbalzi contesi finiscono nelle mani del giocatore dei Cavs, con Millsap che decide presto di chiamarsi fuori e di smettere quasi del tutto di lottare e tirare (2-8 conclusivo dal campo).
Schröder 6,5: Ultimo ad arrendersi, prova a crederci fino in fondo. Si butta dentro, lotta, spara da lontano con fortune alterne. Il giovane tedesco, insieme a Teague (e in parte a Bazemore), è l’unico giocatore nel roster degli Hawks in grado di scuotere le partite con l’esplosività e l’atletismo. Budenholzer lo prova per soli 12 minuti, e sbaglia, perché Schröder fa in tempo a chiudere con 13 punti.
CLEVELAND
James 8,5: Dominatore assoluto del match dal primo all’ultimo minuto. Detta i tempi dell’attacco, chiude la porta in difesa quando lo ritiene necessario, prende iniziative personali nei momenti decisivi della partita. Se vuole è ancora il miglior giocatore in circolazione; certo, ora ha bisogno di più pause, ma quando decide di salire di livello forse è ancora più incontenibile che in passato. La maturità con cui trova sempre il compagno meglio posizionato è esemplare; LeBron chiude la partita con pochissime scelte sbagliate. Per vincere l’anello quest’anno si passa di nuovo da lui.
Shumpert 8: Smith è in una delle sue serate inconcludenti? No problem, ci pensa Iman. Difende su Korver come nessuno era riuscito a fare dall’inizio della stagione e gioca pure un basket offensivo quasi perfetto. Sa come farsi trovare da LeBron e si mette sempre in visione al momento giusto. Il tiro, che non è la specialità della casa, stasera va dentro con continuità. Il +27 di plus-minus parla per lui. Questa vittoria è tanto sua quanto di LeBron.
Thompson 8: Spazza via sia Horford che Millsap. L’accoppiata con Mozgov, per l’abbinamento tra stazza (del russo) e reattività (del canadese) è una delle meglio assortite (almeno difensivamente) dell’intera NBA. I sottodimensionati e poco atletici lunghi degli Hawks vengono massacrati dall’inizio alla fine della partita. Thompson, quando è così in palla, ricorda i migliori rimbalzisti offensivi del passato, da Ben Wallace a Rodman. 7 punti, 16 carambole e un dominio assoluto sotto entrambi i tabelloni. Peccato solo per le pessime percentuali dalla lunetta.
Dellavedova 6,5: Sostituire Irving non è un compito facile. A livello di playmaking puro, diciamolo pure, Dellavedova non è proprio un granché. Cerca di limitare i danni, mettendo spesso la palla in mano al leader maximo dei Cavs. Il meglio Matthew lo dà in difesa: la sua marcatura su Teague è di altissimo livello. Dove Dellavedova stasera non incide, invece, è al tiro: 4-13 e molte soluzioni comode sbagliate dall’arco.
Mozgov 6,5: Viene battezzato spesso e volentieri dalla media, a ragione. Gioca una partita solida, senza spiccare. In difesa è quadrato come sempre: il suo corpaccione è un ostacolo difficile da superare per i lunghi degli Hawks, più bassi di lui di dieci centimetri abbondanti. I Cavs lo hanno proprio preso per questo: difesa e un gancetto da sotto canestro di quando in quando. Ottimo acquisto sin qui, senza dubbio.
Smith 5: Al solito, a una serata miracolosa il buon J.R. ne fa seguire una sconclusionata. Sta in campo ben 32 minuti, senza incidere. Per sua fortuna i Cavs stasera non hanno bisogno di lui; coach Blatt lo aspetta di nuovo in formato superstar per gara 3.