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LeBron. Ha iniziato sparacchiando a salve e sbagliando la prima decina di tentativi. Ha terminato in ginocchio, visibilmente stremato, dopo aver sofferto per i consueti problemi di crampi ed alla caviglia. Nel mezzo, ha passato Jason Kidd come triple doppie in carriera nella postseason e Karl Malone per punti nei Playoffs. Come se non bastasse, ha segnato i 5 punti strumentali alla causa di Cleveland. Per LeBron James la solita giornata in ufficio, con 37 punti, 18 rimbalzi, 13 assist e 3 recuperi, statline mai messa a referto nella storia dei Playoffs. Regale.
JR. Dal giocatore che non ti aspetti arriva la doppia doppia inconsueta: con 17 punti e 10 rimbalzi, infatti, è stato JR Smith a dare una consistente mano in tal senso, aggiungendo pure due stoppate per sovrammercato. Sua inoltre la tripla per rompere la parità nel supplementare e portare in vantaggio Cleveland.
TT. Questa volta non è arrivata la doppia cifra nei rimbalzi (“solo” 7 di cui 2 offensivi), ma Tristan Thompson si è dimostrato nuovamente fondamentale per la vittoria di Cleveland. Ha fatto tante piccole cose nella propria metà campo di peso specifico incalcolabile (anche 2 stoppate per lui), reggendo bene in diverse occasioni le penetrazioni di Teague dopo esser finito su di lui sui cambi. In più, la carambola offensiva più importante della gara l’ha recuperata lui, servendo poi James per la tripla decisiva.
Cuore. Rimaneggiati per l’assenza di Korver e l’infortunio di Carroll, colpiti poi anche dall’espulsione di Horford, ma gli Hawks hanno giocato come mai avevano fatto nei primi episodi della serie, ossia col cuore. Sono stati in testa sin dall’inizio ed hanno sfiorato la clamorosa vittoria, con Teague e Millsap a guidare le danze. Applausi.
FLOP
Scott. Con l’assenza di Big Al i minuti li ha avuti, la doppia doppia è stata sfiorata (8+9) ma due gravi errori pesano sul giudizio della partita di Mike Scott. In primo luogo, ha affrettato un tiro senza motivo alcuno al termine dei regolamentari, finendo col venire stoppato. Nel supplementare poi, nell’occasione della rimessa assegnata a Cleveland nel contrasto tra Carroll e Shumpert, avrebbe avuto tutto il tempo di controllare la sfera ed invece l’ha lasciata sfilare fuori. In questi casi, come insegnano, bisogna sempre prenderla.
Letargia. Avanti 2-0 nella serie, i Cleveland Cavaliers hanno avuto, forse, un approccio letargico alla gara. Hawks col coltello tra i denti e padroni di casa molto imprecisi, con James a sbagliare le prime 10 conclusioni dal campo. Solo le prodezze del 23 nel finale, e la tripla apertissima fallita da Mack, hanno evitato guai ben peggiori alla franchigia dell’Ohio.
Espulsione. L’episodio, come era facilmente prevedibile, ha suscitato diverse polemiche e divergenze d’opinione. Tuttavia, a prescindere dalle colpe di Dellavedova o meno e da una punizione forse fin troppo severa, Al Horford doveva comportarsi meglio nell’occasione. Aveva segnato ben 14 punti in 17 minuti, ma un colpo di follia del genere non è accettabile dal leader di una squadra, a maggior ragione con essa già decimata dalle assenze ed alla partita della vita.
Alessandro Scuto