Categorie: Playoffs NBA 2015

Atlanta-Cleveland Top&Flop Gara-4

TOP

LeBron. In una partita che non è mai iniziata, il merito del blowout a favore di Cleveland va dato all’atteggiamento messo in mostra da LeBron James sin dalla palla a due. Il numero 23 ha aggredito gli inermi Hawks dall’inizio, mettendo subito in chiaro le cose. A fine serata la statline recitava 23+9+7 (più 2 recuperi ed una stoppata), a soli 3 assist dalla tripla doppia di media nell’intera serie. Per lui, quinta Finale consecutiva e sesta in generale. VOTO 8. CHAPEAU.

TT. E’ diventato ormai un habitué, con piacevole regolarità per Cleveland. Tristan Thompson ancora una volta ha recitato la parte del demonio sotto le plance, con l’ormai canonica doppia doppia da 16 punti ed 11 rimbalzi, di cui 5 in attacco. Una presenza vigorosa e che incute timori agli avversari. VOTO 8. MEFISTOTELE.

Timo. Festival delle schiacciate per Cleveland, in una non competitiva. A beneficiarne soprattutto il centrone russo Timofey Mozgov, autore di 14 punti, conditi da 7 rimbalzi e 3 stoppate. Per chiudere la serie l’ex-Nuggets ha dato tutto sé stesso, risultando molto strumentale alla causa dei suoi. VOTO 7. SOLIDO.

Irving. C’era molta curiosità per le condizioni di Kyrie Irving, tenuto sottocoperta negli ultimi giorni. Indossando una speciale protezione alle ginocchia infortunate, l’ex Duke ha fatto capire di poter esserci e poter dare una mano a Cleveland. 16 punti e 5 assist in 21 minuti sul parquet, prima della premiazione finale. Per lui, così come per i compagni, ora diversi giorni di meritato riposo. VOTO 6,5. IN RIPRESA.

Jeff Teague. L’ultimo dei suoi a gettare la spugna, il numero 0 di Atlanta sembra essere l’unico a non rassegnarsi allo sweep. Ci prova, soprattutto nel primo tempo, ma il resto della squadra ha ormai definitivamente staccato la spina. I 17 punti con 8/13 dal campo in 27 minuti e spiccioli di gioco non bastano a suonare la carica. VOTO 7. RESILIENTE.

Paul Millsap. Uno degli uomini-immagine di questa stagione per la franchigia della Georgia, Millsap mette in campo una buona prestazione (almeno a livello statistico) per l’ultima apparizione sul parquet di quest’anno. 16 punti, 10 rimbalzi e 5 assist. Assieme a Teague sicuramente il migliore fra i suoi, anche se si tratta di una magra consolazione, visto il percorso fatto in Regular Season dalla squadra, purtroppo non confermato appieno in post-season a causa anche della sfortuna che ha privato Atlanta di alcuni uomini chiave. In scadenza di contratto l’ala ex-Jazz, che sarà free agent quest’estate, sembrerebbe intenzionata a rimanere in Georgia per riprovarci e noi gli auguriamo di riuscirci. VOTO 6,5. FRANCHISE PLAYER

FLOP

Al Horford. La zuffa con Dellavedova sembrerebbe averlo privato di energie non solo fisiche, ma anche e soprattutto mentali. Gioca una partita fiacca e non riesce ad incidere. Segna solo 2 punti in 28 minuti di gioco, troppo poco per uno come lui. Anche nella metà campo difensiva non riesce a muoversi come vorrebbe, soffrendo terribilmente i centimetri di Mozgov e Thompson e non riuscendo in alcun modo ad arginare la marea gialla che si abbatte sulla sua squadra. Meriterebbe un voto basso per la partita della scorsa notte, ma sinceramente non ci sentiamo di penalizzarlo eccessivamente visto l’andamento intero della serie, piuttosto sfortunato per gli Hawks. VOTO 4,5. SFINITO.

Demarre Carroll. Anche per lui si potrebbe fare un discorso, più o meno, analogo a quello di Horford. La prestazione è insufficiente, specialmente guardando il foglio delle statistiche, sporcato da appena 7 punti in 26 minuti con 3/9 dal campo, tuttavia bisogna considerare anche quello che è stato il percorso compiuto da Carroll nel corso di questi playoffs, in cui è sempre stato uno, se non il, migliore dei suoi. La serie con Cleveland, purtroppo è stata complicata fin dall’inizio per tutta la squadra, che ha pagato sicuramente il peso specifico delle individualità dei Cavs e l’esperienza, nonché classe straripante del suo capitano. Quel LeBron, che proprio lui ha avuto l’ingrato compito di marcare, in quelli che (forse?) sono stati, fino ad ora, i migliori playoffs della sua carriera, limitato oltretutto da un problema piuttosto serio ad un ginocchio. È vero ha giocato al di sotto dei suoi standard, ma cerchiamo di essere comprensivi. VOTO 5. CAGNACCIO CHE ABBAIA, MA NON MORDE.

Arrendevolezza. Con lo spettro dell’eliminazione, e le vacanze ormai imminenti, gli Hawks sono sembrati fin troppo arrendevoli sin dalla palla a due. Rimontare uno 0-3 è, numeri alla mano, impossibile, figuriamoci contro un James in palla, ma Atlanta poteva provare a metterci quello che aveva fatto intravedere nella scorsa partita, cuore ed attributo. Così non è stato. All’anno prossimo.

Simone Errante&Alessandro Scuto

 

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Alessandro Scuto

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