In seguito agli accertamenti degli ultimi giorni, compresi alcuni test neurologici, alla guardia dei Golden State Warriors Klay Thompson è stata diagnosticata una commozione cerebrale.
Lo “Splash Brother” non rientrerà in campo fino alla scomparsa dei sintomi, secondo il rigido protocollo della NBA sullo specifico tema dei traumi alla testa. Thompson verrà valutato giorno per giorno e non ci sono previsioni per il suo rientro.
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L’altro ieri l’agente di Klay, Bill Duffy, aveva escluso la commozione cerebrale, ma evidentemente il suo parere non era qualificato da studi di neurologia. Il timore in casa Warriors è che Thompson non riesca a rientrare in tempo per l’inizio delle Finals.
Lo Star Tribune invece riporta le parole del padre, Mychal Thompson. Quando i giornalisti gli hanno chiesto di descrivere la differenza della condizione di Klay ad un giorno dall’infortunio, il padre ha risposto:
Come l’Antartide dalle giungle del Brasile.
Spinto a parlare in modo meno sibillino, Thompson senior ha dichiarato:
Non sono un dottore, ma se devo dare un parere da profano, bè, allora penso che sarà in campo per le Finals. Sembra migliorare ad ogni ora.