“Io sono fiducioso perché so di essere il migliore al mondo”. Parola di LeBron James from Akron, Ohio.
Al termine di Gara 5, vinta dai Golden State Warriors per 104 a 91, il numero 23 dei Cavs ha parlato nelle classiche interviste post-partita, facendo capire che lui di certo non getterà la spugna. Alla domanda di un giornalista che chiedeva se nell’ultimo quarto i Cavaliers avessero preso fiducia solo perché la partita era sfuggita di mano, LeBron ha risposto così:
“No, io sono fiducioso perché so di essere il migliore al mondo, è semplice.”
Già, semplice, quasi quanto un suo “assalto” al ferro, o quanto un suo passaggio fucilata da una parte all’altra del campo teso ad armare la mano dei suoi compagni che, durante la serie, hanno spesso gettato alle ortiche molti assist dell’ex giocatore degli Heat. LBJ sta letteralmente trascinando avanti nella serie una squadra che, seppur inferiore agli avversari (e con l’alibi degli infortuni subiti), sta comunque lottando con le unghie e con i denti per rimanere in vita.
I Cavs, come detto, sono probabilmente (anzi, sicuramente) inferiori ai Warriors: la rotazione si limita a 6-7 elementi, e alcuni dei titolari stanno rendendo al di sotto delle loro possibilità (JR Smith ha fatto vedere solo ieri lampi del suo talento dopo 4 partite di nulla o quasi, Shumpert sta andando a sprazzi e sta sbagliando troppi tiri). Da qui, la domanda successiva dello stesso cronista di prima, che stavolta chiede se la pressione avvertita è minore di quella degli anni precedenti a causa di un supporting cast meno “adatto” di quello avuto con Miami:
“Nah, queste sono le Finali NBA, è qualcosa che sogni sin da quando sei bambino. Per quanto mi riguarda, io sto mettendo lo stesso impegno che ho sempre messo, a prescindere dalle situazioni. Io metto tutto me stesso in questo gioco, cerco di dare il massimo per me e per i miei compagni, a prescindere se si tratta di una partita di Finals o di una semplice partita di Regular Season.”
Alla domanda riguardante le triple messe durante l’ultimo quarto, LeBron risponde con un sorriso:
“Non dovrebbero esserci queste reazioni quando metto una tripla, in fin dei conti, è un semplice tiro.”
Durante gli ultimi minuti di partita, James è sembrato chiaramente stanco dopo una partita provante.
Come si reagisce dopo un incontro simile, dopo uno sforzo simile che però non ha portato una vittoria in cascina?
“Prima di tutto, bisogna capire che si tratta solo di una partita, e Martedì avremo l’occasione di portare la serie a Gara 7. Ovviamente, io farò di tutto per portare alla vittoria i miei, nelle ultime due partite non ci sono riuscito, ma spero di invertire il trend sul parquet di casa.”
A rendere onore alle prestazioni del nativo di Akron ecco Draymond Green:
“Di certo non riusciremo a mettergli un freno definitivo, ma se continueremo a fargli sudare ogni singolo punto, ogni singolo possesso, allora il suo fisico dovrà obbligatoriamente pagare un pedaggio. Oltre a essere fondamentale per l’attacco della sua squadra, di certo non è uno che trascura la fase difensiva: è sempre al lavoro, a prescindere dalla zona di campo in cui si trova. Noi dobbiamo essere bravi a fargli sudare ogni singolo punto e a contestargli ogni singolo tiro.”
Ancora il numero 23 dei Warriors:
“Se ne segna 40, beh, ne segna 40, è il motivo per il quale si chiama LeBron James. Potremmo anche triplicarlo su ogni singolo possesso, probabilmente ne farebbe 40 comunque, ma usciremmo dal campo soddisfatti perché glieli avremmo fatti sudare tutti e 40. Ha messo 40 punti con 34 tiri, voglio dire, 15 su 34 è comunque una ottima percentuale, ma d’altronde è stato così per tutta la serie, lui sarà aggressivo in attacco, prenderà tiri e segnerà. Noi questo lo sappiamo, tutto ciò che dobbiamo fare è continuare a mettergli pressione e a fargli sudare ogni singolo possesso.”