LeBron James ha fatto tutto ciò che poteva fare per portare i suoi Cleveland Cavaliers verso il successo. Di più, avrebbe conquistato la luna. Ed invece, i Golden State Warriors gli han sbattuto in faccia la porta del Larry O’Brien Trophy, rinviando ad un futuro incerto un successo che significherebbe tutto per se stesso ma, soprattutto, per la città di Cleveland. Qui le parole del “Re” dopo gara 6:
D(omanda): LeBron, come giudichi l’intera stagione?
LBJ: Be, ci sono stati diversi capitoli nella storia della nostra stagione. Non so, per me non è mai un successo se non si vince. Ma penso che abbiamo riportato questa franchigia dove doveva essere, una contender. Abbiamo comunque ancora tanto lavoro da fare.
D:Ora che sono i finiti i Playoff, ci puoi dire quanto sia stato devastante perdere Kevin Love ad inizio post-season e Kyrie Irving ad inizio Finals?
LBJ: Si può anche andare più indietro di queste due situazioni, per esempio anche perdere Anderson (Varejao), uno dei cuori pulsanti di questa squadra, un altro playmaker del nostro team. Poi perdere Kevin, un All-Star, e Irving è stata dura. Abbiamo provato a fare il massimo possibile ma c’era troppo talento seduto in panchina in giacca e cravatta. Ho giocato diversi playoff nella mia vita e una cosa la so, cioè che devi arrivare in salute. Devi avere un po’ di fortuna, devi giocare nel miglior modo possibile nei momenti giusti della partita. Noi abbiamo saputo giocare nel miglior modo, ma non abbiamo avuto fortuna e soprattutto non avevamo una squadra in salute.
D: Oggi si chiude il tuo primo anno a Cleveland dopo il grande ritorno della scorsa estate. Fuori dal campo, come sono andate le cose?
LBJ: La mia famiglia è felice e questo facilita il mio lavoro. Mentre per i tifosi, spero abbiano capito che ho dato tutto sul campo da gioco.
D: Lebron, ovviamente hai ragioni per essere frustrato e triste oggi. Si possono comparare le tue emozioni di oggi con quelle che hai provato le scorse volte quando sei uscito dai playoff?
LBJ: Non c’è molto da dire, sono arrivato fino a qui ed è la quarta volta che esco, mentre in altre due occasioni sono riuscito a vincere. Non è una bella sensazione quando si perde. L’unica cosa che si può fare è provare a rialzarsi per essere pronti a competere ancora. Sono un ragazzo che sta provando ad avere successo in quello che fa, dando tutto per i propri compagni di squadra, dando tutto per il coaching staff. Quando fallisci è ovvio che fa male, e il fallimento ti consuma, soprattutto quando sai che avresti potuto fare meglio e dare di più. Ma semplicemente oggi non era il nostro momento.
D: Tutti gli infortuni che ci sono stati, c’è stato mai un momento (durante le Finals) nel quale hai dubitato di poter vincere e di risolvere la situazione?
LBJ: Certo, quando abbiamo perso stanotte, quello è stato il momento in cui ho dubitato. Quando è finito tutto. Comunque, ovviamente, sapevo che sarebbe stata dura. Non conosco un’altra squadra che ha raggiunto le finali NBA senza due All-Stars. Non riesco a ricordare una cosa del genere. Non so se sia mai successo.
D: Il modo in cui hai giocato questa serie non era ciò che di solito ti piace fare. Ti sei divertito nel farlo o avresti preferito giocare in un’altra maniera?
LBJ: A me piace la competizione e qualsiasi cosa che comporti tutto ciò è benvenuto. Non mi piace aspettare che scadano i secondi dell’azione palla in mano con tutti i miei compagni di squadra che mi guardano. Stanotte abbiamo sfornato 14 assist di squadra, 9 di questi li ho collezionati io. Non mi piace questa cosa, non è una pallacanestro vincente. Come ho già detto, avevamo due grandi playmaker in panchina, infortunati. Io ho fatto quello che dovevo fare, quello che c’era bisogno, e nel farlo ho dato tutto.
D: C’è stato un momento nella serie in cui hai capito che era cambiata definitivamente in loro favore?
LBJ: Nel quarto periodo di gara 5, forse. Ma anche in quella gara abbiamo avuto le nostre possibilità, così come stanotte stiamo stati in partita fino ad un certo punto. I ragazzi hanno fatto tutto ciò che era possibile fare, ma c’è da sottolineare che bisogna togliersi il cappello di fronte ai Warriors. Non ricordo una squadra che sia rimasta senza infortuni per la maggior parte della stagione. Tutti i loro giocatori hanno fatto un ottimo lavoro. Sono riusciti a rimanere in salute, hanno giocato il loro sistema, e si è visto in queste finali.
D: Diresti che questa è la sconfitta più bruciante delle quattro che hai subito nel computo delle finali Nba della tua carriera?
LBJ: Tutte e quattro sono deludenti. Non ce n’è una che brucia di più o una che brucia di meno. Non ho vinto, è deludente e basta.
D: Intendevo che potesse essere la più bruciante soprattutto dopo la tua decisione di tornare a casa per vincere.
LBJ: No, come ho detto tutte le finali perse fanno male. Non importa se si tratta di finali con Miami, con Cleveland o giocando su Marte. Fa male perdere le finali, in generale.
D: Tutti i giocatori dei Warriors sono stati d’accordo nel dire che il lavoro più difficile nella pallacanestro sia difendere su di te. Quale è stata la tua impressione della difesa che ti ha riservato Andre Iguodala, e quali sono stati gli effetti all’interno della serie?
LBJ: Penso che le ultime partite le abbia giocate bene. Ha giocato in maniera impeccabile, soprattutto offensivamente. Ci ha costretto a preoccuparci anche di lui. Difensivamente, non è mai una battaglia da considerare 1 vs 1. Ogni volta che lo saltavo c’era comunque un altro giocatore in aiuto, che fosse Draymond Green o qualcun altro. Non si può mai parlare di sfide 1 vs 1. Non si parla di Bird vs Magic o Jordan vs Bird o qualsiasi altra cosa potesse essere. L’abilità di Iguodala è che può ricoprire diversi ruoli all’interno del quintetto rendendo la squadra più dinamica.