È stata una gara 6 bellissima, stracombattuta e, ancora una volta, super tattica. La sfida sul parquet è stata lo specchio della sfida mentale tra i due allenatori, che hanno provato in tutti i modi ad avere la meglio sull’altro. Alla fine però, hanno vinto i Warriors. Decisamente più squadra, anche nel solo senso numerico della cosa. Non tutti perfetti però, come sempre c’è stato qualche TOP&FLOP. Eccovi i nostri.
TOP
Andre Iguodala: non possiamo non partire dall’MVP di queste Finals. Comincia, come per tutto dall’anno, in uscita dalla panchina ma in gara-4, quella che può segnare la svolta nella serie, Kerr lo mette in quintetto e lui risponde alla grande. Difende magnificamente su James, attacca con intelligenza, la passa quando la deve passare e, se non fosse per il problemone ai liberi, la partita sarebbe finita molto prima. Ah, dimenticavamo, primo giocatore a vincere l’MVP delle Finals con 0, ZERO, partenze in quintetto in regular season. MVP
LeBron James: un uomo solo al comando. Non c’è alcuna discussione che tenga, i Cavs sono a gara 6 solo ed esclusivamente perché c’è il 23. A 30 anni, gioca una, ulteriore, partita pazzesca. 32 punti, 18 incredibili rimbalzi e 9 assists. Ad una sola assistenza dalla tripla doppia, sarebbe stata la seconda di fila. Si è parlato e discusso a lungo della possibilità di dare a lui l’MVP delle Finali; è stato scelto Iguodala, l’uomo che lo ha seguito anche in bagno lungo tutte le sei partite e senza il quale, permetteteci di avere il dubbio, probabilmente la serie sarebbe andata diversamente. THE CHOSEN ONE
Draymond Green: comincia male la sua gara, prendendo ancora una volta brutte decisioni. Il pick ‘n’ roll con Curry non riesce ad essere efficacie come al solito anche per colpa sua, ostinandosi ad andare al ferro con Mozgov e/o Thompson. Kerr però, o chi per lui, gli fa capire di dover prendere altre scelte e lui, finalmente, torna ad essere quello della RS. Triple, assists e punti, Green è fantastico praticamente da metà secondo quarto in poi. Chiuderà con un tripla doppia (16 p, 11 r, 10 a) a conferma del fantastico giocatore che è. EMOTIVO
Timofej Mozgov: è l’unico che tiene il passo del Re. Si fa sempre trovare pronto e, malgrado i soli 5 minuti in gara 5, risponde alla grandissima quando Blatt fa affidamento su di lui. Giocatore cresciuto tantissimo, ottimo lettore della situazione e gran tagliante. Sfrutta sempre e solo lui, o quasi, gli assist di LeBron, attaccando con grande intelligenza. In difesa è bravissimo a protezione del ferro, quando riesce a stoppare anche un tiro ad Iggy. DECISIVO
Stephen Curry: ultimo a meritare un posto tra i TOP, è decisamente Steph Curry. L’MVP della stagione regolare gioca quasi sotto controllo, provando a distribuirsi lungo tutto il corso della partita. Nel primo tempo attacca sempre con molta decisione, nel secondo mette in ritmo i compagni, tra cui anche il disastroso Klay Thompson. Forse ci si aspettava qualcosa in più in attacco, ma non s’è certo risparmiato in difesa. MAGO
Tra i TOP, menzioni specialissimi per Tristan Thompson, rimbalzista pazzesco e giocatore sempre più completo, e per Shaun Livingston e Festus Ezeli. Entrambi decisivi quando messi in campo, l’ex giocatore dei Nets gioca tutto il quarto periodo a causa dei falli dell’altro Thompson, e di certo non lo fa rimpiangere. Ezeli, nel terzo quarto, mette in difficoltà per la prima volta Cleveland al rimbalzo, lottando su ogni pallone.
FLOP
Klay Thompson: pessimo. L’altra metà degli Splash Brothers non entra mai in partita. Fa un 1-3 ad inizio gara, poi 2 falli sciocchi, poi arriva anche il terzo. Kerr è costretto a tenerlo in panchina per praticamente tutta la partita. Nel quarto decisivo commette persino il sesto ed ultimo fallo, abbandonando definitivamente la gara. Un peccato, con lui in forma e concentrato sarebbe potuta essere un’altra partita. Unica nota positiva, la tripla dall’angolo che gela Cleveland proprio poco prima di uscire.
Iman Shumpert: spiace molto vedere l’ex giocatore dei Knicks tra i flop, ma “Imano” non ne mette una. Da tre, da due, ai liberi, non riesce mai, o quasi, a mar muovere la retina e togliere quindi un po’ di peso dalle spalle di LeBron. In difesa certo fa il suo, ma anche lui ha qualche problema con i falli.
J. R. Smith: anche JR non commina granché per tutta la partita. Né in ritmo né fuori ritmo, l’ex giocatore di Denver e New York non riesce ad essere incisivo da dietro l’arco. In difesa è ovviamente quello che è, e insieme a James Jones, è tra le vittime preferite dei Warriors. Nell’ultimo minuto poi si sveglia, spara tre triple consecutive e sembra poter riaprire la partita. Ma per i Cavs è troppo tardi, il treno è già passato.
Tra i FLOP, anche se meriterebbero anche loro un capitolo a parte, il già citato James Jones e il buon Matthew Dellavedova. L’ex giocatore degli Heat non ne mette una, ed in difesa è facile prede di Golden State. L’australiano invece perde la magia che lo ha accompagnato lungo i primi atti della serie, tornando ad essere il discreto, o forse mediocre, giocatore che è. Qualche buona difesa su Curry, ma tra stanchezza e altro, è davvero poco incisivo.