Nato il 25 febbraio 1995 in quell’immensa fucina di talenti che è la Croazia ( a Dubrovnik ), Hezonja è uno dei prospetti più interessanti di questo Draft, destinato sicuramente ad essere selezionato entro le prime dieci chiamate questo 25 giugno: alto 2.02 m. può giocare indifferentemente da guardia e da ala piccola, facoltà facilmente attuabile anche nel mondo NBA, per cui sembra essere maggiormente pronto rispetto a molti altri elementi di questa nidiata. Muove i primi passi da professionista nella natia Croazia, venendo svezzato dapprima nelle fila della squadra locale di Dubrovnik per poi essere ceduto al KK Zagreb, nel quale inizia a mostrare i primi lampi di un talento che lo porteranno sotto l’attenzione dei maggiori club europei, Barcellona in testa che ne acquisisce ben presto le prestazioni: la firma con il club catalano arriva nell’estate del 2012 dopo una stagione passata ai box a causa di un infortunio, prima della quale era comunque riuscito a mettere nel palmarès il titolo europeo Under 16, trascinando la Croazia ad una media di 20 punti, 8.2 rimbalzi e 2.7 assist, assicurandosi il titolo di MVP della manifestazione; prese poi parte anche alla competizione mondiale U-19 ( 3 anni più giovane della quasi totalità dei partecipanti ) registrando 8 punti ad uscita. Trasferitosi in Catalunya, Hezonja viene inserito nel team B azulgrana ( Seconda Divisione ) conquistando il riconoscimento di miglior giovane del torneo e ricevendo l’invito al Nike Hoop Summit, non potendo però parteciparvi a causa di un infortunio, entrando tuttavia definitivamente sotto la lente degli Scout NBA ormai consci delle capacità del ragazzo croato. L’annata 2013-14 è contraddistinta dal consolidarsi stabilmente nel roster della prima squadra, notoriamente tra le migliori nel Vecchio Continente, accumulando pochi minuti in stagione e di scarsa qualità ma completando un apprendistato che lo porteranno nella stagione 2014-2015 ad essere parte integrante delle rotazioni, sia nella Liga ACB che in Euroleague: rilevanti le prestazioni in campionato contro La Bruixa d’Or Manresa ( 8 su 8 da 3 punti, ed il titolo di MVP of the week della Liga ACB ) ed in Euroleague contro gli arcirivali del Real Madrid ( 22 punti a referto ).
Analizzando le componenti del suo gioco non può non saltare subito all’occhio lo straordinario atletismo che lo contraddistingue, notoriamente uno dei deficit principali per i giocatori europei nel passaggio in NBA: primo passo velocissimo, una buonissima elevazione ed una generale velocità che gli permetteranno di inserirsi nel mondo dei Pro statunitensi senza drammi iniziali; abilità atletiche queste che gli serviranno inoltre in fase difensiva per poter adattarsi alla marcatura di giocatori anche più piccoli della sua buona statura, nella propria metà campo infatti sarà in grado di cambiare anche sulle decisamente mobili guardie NBA senza troppi problemi, delineandosi invece in attacco come una temibilissima guardia tiratrice/ala piccola. Il repertorio offensivo di Hezonja è davvero notevole, già oggi è un temibilissimo tiratore da tre: il “range” del suo tiro si estende ben al di là della linea da 3 punti ( considerando che in Nba la distanza è maggiore, si adatterà molto facilmente ), il rilascio del pallone è abbastanza alto e combinato alla sua statura di base ne fa un tiratore difficilmente infastidibile; grazie al suo atletismo inoltre riesce ad arrivare al ferro con buona continuità, concludendo spesso al di sopra di esso in maniera spettacolare ( anche qui l’inserimento in una lega come quella NBA, votata allo spettacolo, sarà abbastanza fluido ). Una qualità che riesce ad esaltarne le doti di tiratore è quella di sapersi muovere agilmente nel gioco senza palla, almeno in fase offensiva, passando molto bene sui blocchi e più generalmente leggendo i movimenti del marcatore diretto, dal quale riesce a svicolarsi molto facilmente; ottimo rimbalzista, ha dimostrato un fase offensiva di essere un buonissimo passatore, grazie ad un notevole Q.I. cestistico , in grado di trovare compagni liberi in qualsiasi situazione se concentrato, qualità questa invece di cui sembra essere un po’ carente come vedremo più sotto analizzando le debolezze nel suo gioco. Nonostante il minutaggio nel club catalano sia stato tutto sommato risicato ha già dimostrato ampiamente di avere la confidenza nel proprio gioco necessaria a prendere tiri importanti e di non lesinare nulla sotto l’aspetto prettamente agonistico della pallacanestro, mostrando quel “know-how” e quella sfacciataggine che saranno utile a poter imporsi sin dall’inizio nelle rotazioni NBA.
I dubbi relativi ad alcuni aspetto del gioco del croato permangono, fermo restando il gran talento di cui è in possesso: abbiamo detto di come sia un ottimo tiratore, questo però ne costituisce anche un limite relativamente alle scelte effettuate, spesso, infatti, tende ad intestardirsi nel prendere molti tiri quando invece sarebbe più giustificato uno scarico su qualche compagno meglio posizionato; come già esplicitato precedentemente, inoltre, manca di continuità e concentrazione, limite questo che emerge in ambedue le metà campo. È un buon difensore sulla palla, grazie alla velocità di braccia e piedi, ma altrettanto non può dirsi sulla difesa che mette in atto lontano dal pallone: nei momenti in cui non riesce ad essere efficace come vorrebbe in attacco, capita spesso che si assenti in fase difensiva, perdendo il marcatore e non riuscendo ad interpretare bene il gioco avversario, a dispetto di un già citato Q.I. cestistico al di sopra della norma per l’età. Questo subire eccessivo a livello emotivo la partita è un’arma a doppio taglio: nei momenti migliori diventa un agonista straordinario, mostrando in toto il suo talento cristallino, le situazioni di difficoltà invece lo portano ad essere fin troppo aggressivo, spendendo un ingente numero di falli e rischiando di essere un danno non da poco conto per la sua stessa squadra. Detto della sua abilità nello sfruttare blocchi e nel crearsi lo spazio per il tiro, va sottolineato come non sia allo stesso livello di altri talenti di questo Draft nel crearsi il tiro dal palleggio; Hezonja è dotato di un buon ball-handling, ma dovrà necessariamente migliorarsi per poter competere alla pari con molte altre guardie in NBA.
Tutto sommato il talento di cui dispone sembra essere tale da dover soprassedere sulle debolezze del suo gioco, considerando soprattutto la giovane età del croato, e in una lega dove, contrariamente all’Europa, il minutaggio per i giovani tende ad essere più elevato, è possibile che cresca rapidamente, mostrando già sprazzi delle sue doti cestistiche fin dalla prima stagione; molto dipenderà dalla franchigia che lo selezionerà ma dovrebbe rivelarsi una buona chiamata per tutti. Considerando che le prime 4-5 chiamate sembrano essere abbastanza delineate è possibile che Hezonja venga scelto subito dopo e se, come sembra, le quotazioni di un Mudiay sembrano essere in netto ribasso, è plausibile che il croato possa essere scelto anche alla numero 5 dai Magic, anche se mi aspetto di vederlo alla numero 6 o 7 ( Sacramento o Denver ).