Che i Kentucky Wildcats, col loro programma cestistico di enorme prestigio, mandino ogni anno almeno un paio di giocatori nella Lega (e che giocatori, il più delle volte) è ormai cosa nota a tutti. Ma se nella passata stagione ad entrare nel Draft furono solo in due (Julius Randle e James Young, entrambi scelti al primo giro), quest’anno Calipari potrebbe superarsi, nonché evidentemente rimanere quasi senza effettivi di livello (non perdeteci il sonno, qualcosa certo si inventerà): i Wildcats infatti avranno addirittura 7 propri rappresentanti al Barclays Center il prossimo 25 giugno. Punta di diamante di questa vera propria squadra è ovviamente Karl Anthony Towns, che quasi certamente sarà il primo in assoluto a stringere l’ossuta mano di Adam Silver; ma a seguire troviamo altri 3 giocatori che finiranno certamente al primo giro, con buone probabilità di rimanere anche in zona Lottery. Si tratta di Trey Lyles, Willie Cauley-Stein e quello che ha le maggiori probabilità di essere il secondo Wildcat a salire sul palco dopo il lungo con passaporto dominicano: Devin Booker, che oggi vi presentiamo nel nostro Road to Draft.
DEVIN BOOKER
Devin con mamma e papà il giorno dell’annuncio della scelta di Kentucky. Il padre dovremmo averlo già visto da qualche parte…
E’ passato qualche anno, ma forse qualcuno ancora si ricorderà di Melvin Booker, playmaker visto a fine anni ’90 anche in Italia a Pesaro e Milano, tornato poi nel 2007 per svernare nella Grigia. Undrafted nel 1994, prima di riuscire ad approdare brevemente nella Lega il buon Melvin girò il paese giocando nella CBA, finendo nel 1995 a Grand Rapids, nel Michigan: fu qui che conobbe una caliente messicana di nome Veronica Gutierrez, che già nell’ottobre dell’anno successivo gli regalerà un erede, Devin. Mentre il padre girava il mondo trovando più fortuna in Europa che nel paese nativo, il piccolo crebbe con la madre a Grand Rapids, mostrando molto presto di aver ereditato i geni cestistici paterni, e averli pure amplificati: alla Moss Point High School dimostra presto tutto il suo talento, tanto da essere considerato tra i primi 15-20 giocatori liceali della nazione già nell’anno da junior e ricevere non poche lettere da indirizzi prestigiosi. Ci metterà poco a decidere: il giorno dopo il suo diciassettesimo compleanno annuncia di aver trovato particolare affinità con Calipari e firma dunque per Kentucky il primo giorno utile.
Dopo un’ultima, ottima stagione al liceo si trasferisce dunque a Lexington, dove gioca una buona annata da freshman (10 punti tondi di media, 2 rimbalzi, un assist e il 41% dall’arco in 21 minuti d’impiego) che conferma le buone aspettative riposte nel figlio dell’ex Olimpia. Come molti altri Wildcats prima di lui, decide che la canonica stagione obbligatoria di college prima del grande salto possa essere sufficiente e si dichiara per il Draft 2015, in cui certamente troverà maggior fortuna del padre a suo tempo.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Ah, queste nuove generazioni sempre più alte: Melvin non era certo un gigante, e così l’erede l’ha ampiamente superato, assestandosi attorno al metro e 98 e risultando così una shooting guard pura, dotata anche di buona taglia fisica. Ed è proprio questa stazza la prima cosa a colpire: altezza e fisico gli consentono di reggere i contatti sia in attacco che in difesa, in cui è abile a “far muro” sulle penetrazioni avversarie. Ma la qualità più importante è senza dubbio la mano più che educata al tiro:
La tecnica e il rilascio altino di Devin Booker contro l’uscita forte dell’ultimo erede di Michael Sweetney
Booker è infatti un eccellente tiratore in ogni situazione, dotato di una buonissima tecnica e in perenne equilibrio, anche dal palleggio e con entrambi i piedi come perno. Letale in catch ‘n shoot con spazio, è in grado anche in mettere palla per terra e chiudere con l’arresto e il tiro dalla media, specie per “bruciare” i close out avversari; può inoltre tirare senza grossi problemi anche contro la difesa, persino sui lunghi in aiuto, grazie al rilascio altissimo della palla. Il classico tiratore puro quindi? Niente di più sbagliato: a dispetto dei soli 19 anni ancora da compiere, Booker è un giocatore dotato di elevato QI cestistico, che capisce perfettamente il gioco e sa leggere le situazioni e reagire di conseguenza. Magari non ha la giocata illuminante, ma non forza nulla, perde pochissimi palloni (solo uno di media in 21 minuti in campo) e fa praticamente sempre la scelta giusta, in particolare in transizione: pur non essendo un play o un assistman, non è raro vederlo rinunciare a un tiro per un extra pass che porti a una conclusione migliore per la sua squadra. Quest’intelligenza cestistica torna utile anche nel gioco senza palla: è infatti un ottimo tagliante, bravissimo anche a leggere la scelta difensiva sui blocchi e uscire di conseguenza, così come ad occupare o attaccare gli spazi giusti per gli scarichi. Il tutto, lo ripetiamo, a nemmeno 19 anni: il figlio di Melvin è ampiamente l’elemento più giovane dell’intera Draft Class (di oltre 2 mesi), eppure a soli 18 anni ha già avuto un buonissimo impatto in un sistema altamente competitivo come quello di Kentucky. Insomma, molti aspetti del suo gioco (parecchi dei quali innati, come la comprensione dello stesso) sono già molto buoni ma ha ancora margini di crescita notevolissimi: roba da far brillare gli occhi a qualsiasi GM in cerca di una guardia di prospettiva.
Chiaramente però la giovane età porta con sé alcuni aspetti ancora piuttosto acerbi: se infatti risulta molto pericoloso quando ha lo spazio per arrestarsi e tirare, è al contrario molto meno efficace in avvicinamento al ferro, dove tende a evitare i contatti (solo 3 liberi di media tirati a partita) e a cercare una soluzione in arresto e tiro o anticipando l’aiuto piuttosto che andare fino in fondo. Anche attaccando con decisione fatica a concludere, specie in prospettiva NBA, a causa delle braccia non certo chilometriche e di un atletismo poco esplosivo che rischiano di limitarne parecchio le soluzioni offensive. Da ciò consegue che pur sapendo leggere le situazioni non sia in grado di creare grossi vantaggi dal palleggio, specie a difesa schierata, e al momento offensivamente risulti realmente pericoloso per la difesa quasi solo con il jumper. Insomma, Booker pare poter diventare un eccellente giocatore di sistema, molto meno un esterno in grado di costruirsi un tiro in isolamento. Ma il tallone d’Achille principale è certamente nella propria metà campo: pur non essendo un giocatore pigro, l’ormai ex Wildcat spesso fatica a tenere gli esterni avversari e a contestare efficacemente i tiri a causa delle citate braccia e atletismo non eccelsi (0.9 recuperi e appena 2 stoppate nell’intera stagione…); si arrangia col fisico ma spesso viene battuto da pariruolo tendenzialmente più veloci. Il problema insomma è proprio di potenziale difensivo più che di applicazione, e potrebbe risultare un bel punto di domanda sul suo futuro nella Lega.
PROSPETTIVE NBA
Tutto ciò non sembra spaventare particolarmente gli addetti ai lavori NBA, tanto più che Booker ha come detto un’ottima base su cui lavorare e ancora enormi margini di miglioramento, che autorizzano a non porre limiti: considerate le caratteristiche, è stato talvolta accostato addirittura a Klay Thompson, specie se dovesse finire nel contesto giusto com’è accaduto all’attuale Splash Brother. Paragone impegnativo, ma non impossibile; in caso invece di crescita meno esponenziale, nella Lega potrebbe risultare una sorta di JJ Redick, prezioso giocatore di sistema, importante a prescindere da limiti evidenti. Di certo c’è che squadre che vogliano puntare le proprie fiches su questo tavolo ce ne sono parecchie, se è vero che Booker pare in ascesa di quotazioni e dato molto probabilmente nella top 10, e comunque difficilmente fuori dalla zona Lottery. Certamente un azzardo, considerato che la giovanissima guardia difficilmente potrà avere un impatto immediato e tangibile nella Lega: ma per chi avrà l’audacia di fare il suo nome e la pazienza di farlo crescere il jackpot potrebbe rivelarsi più che appetibile.