Draymond Green, uno dei principali artefici della grande cavalcata dei Golden State Warriors in questa stagione, si affaccia al mercato estivo come restricted free agent. I Warriors hanno tutte le intenzioni di rifirmarlo, ma le pretendenti per l’ala del Michigan non mancano di certo.
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Green interessa alla squadra del suo stato – i Detroit Pistons -, sul punto di liberarsi di Greg Monroe, agli Atlanta Hawks (che potrebbero perdere Millsap) e agli Houston Rockets, tra le altre. Il nativo di Saginaw incarna alla perfezione il modello di “4” contemporaneo, in grado di aprire il campo con il tiro da tre punti e capace di cambiare sui blocchi e di marcare tutte le posizioni dal 3 al 5.
Green ha affermato di non avere ancora certezze:
“I Warriors vorrebbero tenermi, ma vedremo che succederà.”
L’ala ha detto di vedere la free agency come un contesto al contempo surreale e divertente:
“Cerco di non avere aspettative in un senso o nell’altro. Mi perderei tutto il divertimento; voglio godermi la free agency.”
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Green è cresciuto in ristrettezze economiche, con la madre che faticava a portare a casa quindicimila dollari l’anno. Le cifre da capogiro guadagnate dai giocatori NBA continuano a sembrargli irreali, anche ora che è sul punto di firmare lui stesso il contratto della vita:
“Ogni volta che parlo con il mio agente mi metto a ridere. Sentire il mio nome accostato a certe cifre mi fa ripensare alla mia infanzia. Sembra quasi una barzelletta.”
I Warriors sono in una posizione di vantaggio, potendo pareggiare qualsiasi offerta avanzata a Green. D’altra parte – soprattutto se non riuscissero a liberarsi di David Lee – il loro payroll rischierebbe di diventare uno dei più ingombranti dell’intera Lega (avvicinandosi addirittura ai 100 milioni). Mentre Draymond se la gode, i Warriors dovranno pianificare ogni mossa con attenzione. Il rischio è quello di smantellare il nucleo di giocatori che ha portato alla conquista del titolo 2015.