Anthony Davis è uno di quegli asteroidi che gli astronomi NBA avevano ben osservato con anticipo e ne avevano previsto una sicura esplosione, ma un impatto di tali dimensioni in così poco tempo era davvero difficile da preventivare. Il prodotto di Kentucky, al suo terzo anno nella Lega, ha trascinato i suoi Pelicans ai Playoffs con prestazioni da campione e con numeri da MVP, tanto che la sua candidatura al premio di Most Valuable Player ha insidiato non poco quella del poi vincitore, Stephen Curry.
Davis ha messo insieme 24.4 punti e 10.2 rimbalzi di media, posizionandosi al quarto ed all’ottavo posto nelle rispettive classifiche, senza contare che è stato il migliore stoppatore della Lega (2.9 a partita) e colui il quale ha fatto registrare il PER (Player Efficiency Rating) più alto di tutti (30.8). Aldilà dei numeri, The Brow ha dimostrato una leadership in campo e fuori ed una maturazione che nemmeno a New Orleans si aspettavano avvenisse così in fretta.
In Louisiana sanno che non ne passano tanti di talenti come Davis ed allora si lavora per trattenerlo il più a lungo possibile. Come riportato da John Reid del Times-Picayune, la dirigenza dei Pelicans inizierà nei prossimi giorni gli incontri con l’entourage del nativo di Chicago per blindare il numero 23 e renderlo a tutti gli effetti il giocatore-franchigia del presente e del futuro.
Secondo gli insiders, lo staff dirigenziale dei Pelicans proporrà un’estensione contrattuale da 143 milioni di dollari complessivi per 5 anni, estensione che Davis potrà siglare entro il prossimo 31 ottobre. In caso di mancata firma per quella scadenza, il campione olimpico a Londra 2012 e mondiale in Spagna lo scorso anno con Team Usa diverrà restricted free agent nell’estate del 2016, con la possibilità di NOLA di pareggiare in ogni caso qualsiasi offerta giunga al proprio gioiello da parte di altre squadre durante la free agency.
L’auspicio di tutta la comunità di New Orleans è che Davis possa sposare la causa dei Pelicans a lungo termine e mettere uno scarabocchio sull’estensione il prima possibile, allontanando così l’ipotesi di una dipartita dalla Big Easy ed evitando ai tifosi di NOLA di ripiombare nello sconforto come dopo l’addio di Chris Paul.