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Datome tra Usa e Europa: “Vorrei l’Nba ma tutto è da considerare”

Gigi Datome, vincitore dello scudetto nel lontanto 2004 e MVP della serie A per la stagione 2013, una volta sbarcato in Nba faticava a trovare spazio e il suo minutaggio era ridotto all’osso. Con i Detroit Pistons Datome ha avuto una media di meno di 7 minuti a partita nella sua prima stagione Nba (2013-14).

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La trade che ha visto volare verso Boston lui e Jonas Jerebko in cambio di Tayshaun Prince nella stagione appena conclusa ha cambiato le carte in tavola. Ai Celtics, infatti, Datome non ha solo trovato più spazio, è stato anche molto apprezzato e lodato. Il coach dei bianco-verdi, Brad Stevens, lo ha descritto come il migliore tiratore della squadra e addirittura come uno dei migliori che abbia mai visto.

 

Il giocatore nostrano ha comunque avuto un po’ di difficoltà nel trovare minuti consistenti nelle rotazioni di Stevens. Ad ogni modo è stato concretamente più sfruttato rispetto ai tempi di Detroit. I suoi numeri proiettati in 36 minuti di media parlano chiaro. 17.6 punti, 4.7 rimbalzi e 1.3 blocchi.

 

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Tornato nel Bel Paese da free agent Datome si trova adesso ad affrontare un importante decisione riguardo al suo futuro. Parlando con Mark Murphy, giornalista del Boston Herald’s, il primo giorno di Free Agency Gigi si è espresso così:

 

Il mio obiettivo è di essere un giocatore che gioca tutte le sere. So di non essere pronto per giocare 30 minuti a partita tutte le volte, ma mi piacerebbe avere un ruolo costante uscendo dalla panchina di una squadra.”

 

Datome sta inoltre ricevendo offerte anche da squadre europee. Tuttavia la speranza è di fare ancora parte di un roster Nba.

 

Il mio agente sta ascoltando proposte provenienti da squadre europee e al momento non stiamo dicendo di no a nessuno, ma voglio ancora vedere se qualcuno in Nba vuole firmare con me. Tutti vorrebbero che giocassi (riferendosi alla serie A), ma vogliono anche che io sia nella migliore posizione possibile.”

 

Al momento, con molti dei grandi nomi accasati, non è da escludere la probabilità che una franchigia Nba possa bussare alla sua porta in cerca di una small forward, maggiorata di qualche centimetro.

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Pubblicato da
Andrea Cucini

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