In NBA devono andare di gran moda le operazioni di “come back“. Tra un LeBron James che torna a Cleveland e un Kevin Garnett che torna a Minnesota, la schiera dei “figlioli prodighi” potrebbe arricchirsi di un altro nome, quello di Dorell Wright, ala piccola 29enne alle soglie della sua dodicesima stagione nella lega.
Draftato dai Miami Heat con la scelta #19 del Draft 2004, dopo aver giocato per sei stagioni a South Beach (conquistando anche il titolo nel 2006), Wright si trasferisce, nel 2010, ai Golden State Warriors, dove gioca quella che è, probabilmente, la miglior stagione della sua carriera, mettendo a referto 16.4 pts di media in 38 minuti a partita per 82 partite, prestazioni che lo pongono terzo posto nella corsa al premio di Most Improved Player. Due anni nei Warriors, e poi di nuovo un trasferimento per lui, che gioca una stagione ai Philadelphia 76ers, senza brillare. Per questo alla fine della stagione, nel 2013, firma un biennale con i Portland Trail Blazers. Buon tiratore (36.5% dalla linea del tiro da tre in carriera) e ottimo atleta, Wright è appena diventato, unrestricted free agent, e in una intervista rilasciata al “Big O Show“, programma sportivo della stazione radio WQAM di Miami, ha dichiarato che:
“Ho ancora la mia casa lì [a Miami] e sì, c’è una buona possibilità che io ritorni a Miami“
A una seguente domanda sui suoi rapporti con i “capitani” storici degli Heat, Dwyane Wade e Udonis Haslem, e sulla sua familiarità con il sistema di gioco di coach Erik Spoelstra, Wright ha poi risposto:
“Sono buon amico di quei ragazzi. Starei bene tornando e anche andando in campo per giocare al massimo livello. Ho giocato contro il sistema di Spo. Ho giocato per quell’organizzazione per sei anni e capisco cosa stiano cercando e che cosa si aspettano da un giocatore ogni singolo giorno. Devi metterti a testa bassa e lavorare duro ogni giorno in allenamento e in partita. Se questa opportunità mi si presenterà ancora come spero sarebbe una cosa buona per me e la mia famiglia, quindi potrei fare questo trasferimento“
Per Wright si tratterebbe quindi, data la situazione del Salary Cap degli Heat, di accettare un minimo contrattuale per veterani. Vedremo come si svilupperà la situazione.