Che J.R. Smith non sia il prototipo d’atleta perfetto questo si sapeva già ma che Phil Jackson lo additasse come ‘delinquente’ sembrava cosa esagerata. A quanto pare, invece, il comportamento di JR sotto l’ala del presidente dei New York Knicks non è stato proprio professionale come si dovrebbe, specialmente in NBA. A confermarlo è stato lo stesso Jackson ai microfoni dei giornalisti:
“J.R. Smith aveva iniziato ad avere degli atteggiamenti da delinquente in quel periodo. Spesso si presentava in ritardo alle riunioni di squadra e altre volte non si presentava affatto. Anche Shumpert e Hardaway Jr avevano iniziato ad avere degli atteggiamenti non positivi, così ho deciso di incontrarli separatamente. Smith era il primo della lista, non stava giocando come avrebbe dovuto, doveva dare un certo contributo dalla panchina ma non lo stava facendo. Aveva già avuto un paio di litigi con il resto della squadra. J.R. è un ragazzo molto emotivo, quando ho parlato con lui sembrava che stesse per mettersi a piangere. Alla fine mi ha detto che stava attraversando un periodo difficile, anche a causa di alcuni problemi con la sua ragazza. Ho chiesto anche a Derek quali fossero i giocatori che portavano maggiori distrazioni alla squadra. Lui mi rispose che sebbene J.R non avesse mai parlato male di lui dietro le spalle, aveva comunque un atteggiamento negativo, si portava dietro questa nuvola nera dappertutto e Fish temeva che potesse contagiare anche il resto della squadra. Shumpert era un altro problema. A me Shump piace ma ha una personalità molto ingombrante, difficile da gestire, soprattutto quando le cose non vanno bene. Un altro dei problemi era rappresentato da Dalembert, gli capitava diverse volte di addormentarsi durante i pre-partita, così abbiamo deciso di tagliarlo”.