Gregg Popovich è sbarcato pochi giorni fa a Johannesburg, in Sud Africa, per partecipare alla prima partita della storia NBA proprio nel paese-culla della maggior parte dei protagonisti della lega. Le conferenze stampa e gli incontri con la comunità locale che sono stati organizzati in questi ultimi giorni sono stati multipli e, tra essi, non si sono sprecate le domande rivolte al coach più famoso della lega, tra le più disparate. Una di queste faceva riferimento alla possibilità di vedere un Tim Duncan differente nella prossima stagione (la 19esima), un po’ più vecchio, un po’ più portato “al risparmio”, un po’ meno protagonista (soprattutto dopo l’arrivo di LaMarcus Aldrdige).
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La risposta dell’ex dipendente-CIA non si è fatta attendere e, come sempre, è stata intrisa del suo inconfondibile stile:
“Verrà alle partite, segnerà “x” numero di punti e “x” numero di rimbalzi. Guiderà il team, mi dirà cosa fare durante le partite e poi ce ne andremo a casa. Sarà la stessa, noiosa, routine di sempre”.
Così come è colma del suo stile anche un’altra perla regalata ai bambini che partecipavano ad uno degli incontri organizzati da NBA cares:
“Sapete, ho vinto cinque titoli NBA, ma tutto ciò grazie a coach Duncan.”
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