Categorie: Toronto Raptors

Bruno Caboclo: il punto dopo la prima stagione NBA

L’insider di ESPN Fran Fraschilla l’aveva detto subito dopo quella sorprendente chiamata al Draft: “Questo ragazzo ha buonissimi margini di crescita, ma avrà bisogno di almeno due anni per essere pronto per giocare nella Lega”. E il suo commento potrebbe rivelarsi profetico, visto che Bruno Caboclo, ala brasiliana scelta contro ogni pronostico alla 20 del primo giro del Draft del 2014, pare ancora un diamante piuttosto grezzo. Ma il ragazzo sta lavorando sodo per migliorare il proprio gioco e ripagare la fiducia riposta in lui dall’esperto GM Masai Ujiri.

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La stagione d’esordio in NBA non è stata affatto facile per il brasiliano: coi Raptors ha assaggiato il parquet in appena 23 minuti totali spalmati su 8 gare, e non è andata meglio in D-League, visto che il ragazzo è finito a Ft. Wayne, l’unica franchigia della Lega di sviluppo indipendente da squadre NBA, che ha quindi puntato più sui risultati che sulla sua crescita, relegandolo anche in questo caso al garbage time e poco più (62 minuti totali sempre in 8 gare). Ma Toronto punta ancora moltissimo sulla propria prima scelta, tanto da creare una squadra ad hoc in D-League in Canada, i Raptors 905, dove Caboclo e altri giovani Raptor potranno trovare spazio con maggiore continuità.

Inoltre i miglioramenti sono già stati notevoli, in primis da un punto di vista ambientale con la nuova realtà nordamericana, e pure sul piano del gioco: a coach Dwane Casey brillano gli occhi per le doti fisiche (7 piedi di altezza e altrettanti di apertura alare) unite a un tiro dalla meccanica e dal rilascio già ora rapido e pulitissimo. “E’ sempre in grado di prendere un tiro, soprattutto dall’angolo” ha detto l’allenatore dei Raptors, “ma deve imparare come essere più efficiente, trovare il proprio ruolo, spaziarsi più velocemente e imparare in generale le spaziature. Difensivamente manca ancora la marcatura 5 volte su 10, ma offensivamente è nella posizione giusta 7 volte su 10. Queste cose verranno da sé”.

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L’idea dei Raptors è che Caboclo possa diventare un eccellente difensore sul perimetro grazie alla mobilità e alle braccia lunghe, e un mortifero tiratore in attacco, in grado anche di sfruttare i mismatch fisici contro esterni più piccoli: il modello seguito è quello di Rashard Lewis, passato da liceale magrolino e acerbo a giocatore da massimo salariale. Per questo Caboclo sta lavorando molto per irrobustire il proprio fisico e sulle situazioni e comprensione di gioco (in particolare le rotazioni difensive e le spaziature offensive), in cui pare ancora molto indietro. Ma qualche segnale inizia a intravedersi: nella Summer League di Las Vegas Bruno ha chiuso a 12 punti di media in 5 gare, anche se con percentuali rivedibili (35% dal campo e appena 52% ai liberi), e la voglia di migliorare e di lavorare duro pare non mancargli. Insomma, dopo un anno di adattamento e con appena 19 anni all’anagrafe, i Raptors possono permettersi di essere positivi sulla crescita di Caboclo, che da diamante grezzo potrebbe risultare per essere un diamante vero, dando ancora una volta ragione al vulcanico Ujiri.

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Pubblicato da
Giacomo Sordo

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