Si può fare tendenza, ma non essere in?. L’ultimo aggettivo che viene in mente per definire i San Antonio Spurs è proprio in. La squadra meno glamour della lega. Quella che più si discosta da tutto ciò che è fashion, alla moda, sotto i riflettori.
Tuttavia, scegliere un basso profilo non impedisce di essere un modello, in qualche modo replicabile. E gli Spurs-paradossalmente- lo sono molto più di altre squadre.
A fare tendenza è il loro attacco, mutato nel corso degli anni in un ottovolante camaleontico che ha portato a 5 anelli. Una delle opzioni base tra i molteplici set offensivi degli Spurs è la motion weak. Colonna portante insieme alla motion strong, dell’esoscheletro Spurs nella metà campo avversaria. In super-sintesi: ribaltamento e blocco a centro area. Favolosa per entrare subito nell’attacco, come traccia di partenza.
Vediamo nel dettaglio:
Mentre Parker scarica a Ginobili e taglia verso il lato opposto
Jefferson scala sulla linea di fondo per consentire il ribaltamento
La palla torna nelle mani di Parker , Duncan blocca per Jefferson che sta salendo
Pronto a ricevere in lunetta, vantaggio creato, palleggio-arresto-tiro e canestro del numero 24.
I due passaggi del gioco sono così elementari da convincere molti coach ad integrare questo set di stampo Spurs nei propri playbook. Le uniche due linee guida da seguire sono: taglio dell’esterno dal lato debole sul fondo e ribaltamento. Da lì, le soluzioni per concludere possono( e devono!) variare:
I Sixers la interpretano cercando il tiro dalla lunga distanza
I Clippers, anziché andare dall’esterno in punta in uscita dal blocco, isolano Blake Griffin in angolo.
Ce n’è davvero per tutti i gusti. L’unico punto delicato di questo gioco è quando il portatore taglia sul lato opposto e l’esterno scende sul fondo. Se si rispettano le spaziature e si occupa il posto lasciato libero dal compagno nei tempi giusti, il ribaltamento è assicurato. Ancora meglio, se eseguito con 5 giocatori capaci di muoversi bene senza palla (vedi Spurs).