Mike Scott, giocatore degli Atlanta Hawks, è stato arrestato lo scorso 30 luglio per possesso di marijuana e MDMA. Secondo alcune fonti americane Scott rischierebbe fino a 25 anni di prigione.
L’ala degli Hawks era in auto insieme al fratello – Antonn Imothep Scott -; era proprio il fratello del giocatore a trovarsi alla guida. I due hanno tentato di sfuggire a un posto di blocco, costringendo le forze dell’ordine a inseguirli (con punte massime di velocità di più di 150 chilometri orari). Al termine dell’inseguimento, fermati dalle volanti della polizia, i fratelli Scott hanno ammesso di aver tentato la fuga perché in possesso di sostanze stupefacenti.
Le forze dell’ordine hanno quindi perquisito i due uomini e il veicolo, rinvenendo 35.2 grammi di marijuana e 10.9 grammi di MDMA. Mike Scott avrebbe successivamente ammesso di essere l’unico proprietario della droga, dicendo ai poliziotti che il fratello non sapeva della presenza di stupefacenti nell’auto.
Non è ancora stata fissata una data per l’udienza, ma il giocatore, come già detto, rischia una pena ingente. Gli Hawks, dopo il caso Sefolosha, si sono visti esplodere in casa un’altra situazione potenzialmente debilitante sia a livello cestistico che d’immagine. La squadra della Georgia per il momento ha deciso di non commentare l’accaduto, ma c’è da scommettere che il silenzio stampa non durerà a lungo.
Gli Hawks vengono da una stagione di alto profilo – dal punto di vista dei risultati cestistici – che ha portato alla vittoria della regular season nella Eastern Conference e alle Finali di Conference perse contro Cleveland. Mike Scott è lungi dall’essere un cardine della squadra, ma si è ormai affermato come un solido giocatore da rotazione (7.8 punti, 2.9 rimbalzi in 68 partite la scorsa annata). L’augurio, per gli Hawks, è che riescano ad approcciare la prossima stagione con la massima serenità possibile.
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