Under Armour ha debuttato la prima versione delle Clutchfit Drive nell’estate 2014 proponendo un prodotto convincente che ha definitivamente proiettato l’azienda americana fra i produttori più interessanti del mercato basketball. A distanza di un anno ci propone la nuova versione, condita da novità che in pochi, francamente, si aspettavano.
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Le Under Armour Clutchfit Drive 2 sono attualmente disponibili presso il sito ufficiale Under Armour.
Performance
Partiamo subito parlando della tomaia, qui realizzata con l’utilizzo di tre diversi materiali:
1) Il Clutchfit, che ovviamente non può mancare. Si presenta in una versione aggiornata, infatti, non è più costitutito da solo materiale plastico, ma è composto da tessuto sintetico e da plastica. Viene così alleggerito e reso più traspirante. Le caratteristiche di questa tecnologia sono di simulare una seconda pelle che prende la forma del piede e che si attiva durante i movimenti allargandosi e stringendosi.
Sicuramente è stato uno shock appurare che in questa nuova versione il materiale più importante e che fornisce il nome alla scarpa è stato utilizzato in maniera drasticamente ridotta. Una soluzione piuttosto strana e che fa sicuramente storcere il naso.
Versione alternativa
Sembra però che sia stata creata anche una versione con tomaia interamente in Cluchfit (non ancora disponibile nel nostro paese). Difficile capire le intenzioni di Under Armour in questo caso. Personalmente credo che quest’ultima versione sia più coerente con la linea Clutchfit Drive.
2)Uno strato in Fuse ricopre la maggior parte della superficie della tomaia. Nella parte anteriore sono aggiunte delle perforazioni per aumentare la traspirazione. Nelle zone che necessitano di ulteriore rinforzo è previsto uno strato più spesso (punta e asole).
3)La parte posteriore è, invece, realizzata in tessuto per aggiungere comfort alla scarpa.
La linguetta si presenta anche quest’anno traforata, ma a differenza della versione precedente, viene qui ben imbottita. Quest’ultimo è un elemento di non poco rilievo. Molti tendono a sottovalutare l’importanza della linguetta imbottita, ma la realtà è che fa tutta la differenza del mondo in termini di comodità ed in alcuni casi va ad incrementare anche il “lockdown” del piede.
Nella parte posteriore si nota il classico heel counter esterno in plastica che mantiene il piede all’interno della scarpa durante i movimenti laterali (cambi di direzione o cambi di senso, per fare un esempio). Questo, in particolare, spostandosi nella parte posteriore della scarpa, si assottiglia in modo tale che il tallone del giocatore non percepisca una sensazione di disagio e costrizione (da notare che nella versione precedente l’impostazione era specularmente opposta).
Il sistema di ammortizzamento comprende la tecnologia denominata “Charged Cushioning“, sistema che assorbe gli impatti e li converte in spinte esplosive. Il sistema è poi completato dalla soletta interna realizzata completamente in “MicroG” così da avere ulteriore ammortizzamento.
La suola, infine, è ancora una volta a spina di pesce multi-direzionale; in più, nella zona dell’avampiede, si trovano degli ampi canali disposti in senso trasversale che donano flessibilità alla scarpa ed impediscono che la polvere rimanga sulla suola.
Un dettaglio che ha catturato la mia attenzione è il grande logo Under Armour, infatti, notando bene, ha la stessa trama del resto della suola in modo da non compromettere il grip della scarpa e mantenere un livello prestazionale omogeneo. Personalmente la trovo un’idea veramente azzeccata e per capirne l’importanza mi viene subito in mente la suola delle Adidas JWall 1 , dove le scelte stilistiche a mio parere ne compromettono le prestazioni.
Estetica
Il design di queste Under Armour Cluchtfit Drive 2 non è molto diverso da quello visto nella versione precedente. Si può notare semplicemente un diverso utilizzo dei materiali e un taglio leggermente più basso. Il design dell’heel counter esterno è stato invece completamente rivisto.
sinistra: Clutchfit Drive 2
destra: Clutchfit Drive (2014)
Nel complesso si potrebbe dire che si nota che non sono più le scarpe ideate per assecondare le necessità di Stephen Curry, ma sono diventate delle scarpe che vanno a rispondere alle esigenze dei consumatori medi. I dubbi sulla replica del successo avuto l’anno scorso sono piuttosto vivi. Questo non significa però che non siano ottime scarpe da basket.