Fare pubblicità utilizzando il nome di Michael Jordan senza sua previa autorizzazione può essere sanguinario. Un tribunale dell’Illinois ha infatti ordinato alla famosa catena di supermercati “Safeway” a pagare 8.900.000 $ a MJ per aver usato il suo nome in questioni pubblicitarie. Una botta non da poco per Safeway, anche se la reale responsabilità è da ricercare più indietro nel tempo.
Jordan ha citato a giudizio il Dominick’s Finer Foods, drogheria di Chicago, per aver usato la sua immagine in un magazine locale nel 2009 senza il suo permesso. La Dominick, ormai defunta, è stata acquistata nel 1998 da Safeway, da qui la responsabilità diretta della catena di supermercati che ora si trova a dover sborsare diversi milioni di dollari per risarcire l’ex numero 23 dei Bulls.
Ma che immagine hanno usato? Semplicemente una jersey dei Chicago con numero 23 e nome & cognome del giocatore. Tutto questo in occasione del suo ingresso nella Hall of Fame del 2009. Una furberia costata non poco.
Michael Jordan in court in #Chicaog today to testify in lawsuit against Dominick’s over this ad pic.twitter.com/8rfmMfgOU4
— Trending Report™ (@TrendingReport) 11 Agosto 2015
Gli avvocati della Safeway hanno tentato di difendersi sostenendo che il reale valore pubblicitario si aggirasse attorno ai 126mila dollari, ma un esperto d’economia sportiva utilizzato dalla corte ha smentito il fatto valutando la pubblicità sui 10milioni di dollari. MJ ha quindi raggiunto un accordo sugli 8.9 milioni, lasciando un piccolo sconto. Ai microfoni di ESPN il 6 volte vincitore del titolo NBA si è poi detto soddisfatto:
“Non è una questione di soldi. Devolverò l’incasso in beneficenza. E’ una questione di protezione d’immagine. Sono molto soddisfatto della sentenza. Nessuno dovrebbe preoccuparsi di vedersi la propria identità utilizzata per cose che non sai e senza permesso. Spero che questo caso invii un messaggio chiaro, sia qui negli Stati Uniti e in tutto il mondo, che io continuerò ad essere vigile circa la protezione del mio nome e dell’identità. Spero anche che la dimensione del risarcimento possa dissuadere altri di utilizzare l’identità di qualcun altro credendo che pagherà solo una piccola penale. Vorrei ringraziare i membri della giuria per il loro tempo.”