La notte più bella della vita di Anthony Bennett è stata sicuramente quella del 27 giugno 2013, quando i Cleveland Cavaliers, detentori della scelta #1 al Draft NBA hanno deciso di puntare su questa giovane ala forte canadese. Da quel momento in poi, però, la parabola della carriera di Anthony Bennett è entrata in una drammatica fase discendente. In due stagioni di NBA, spese tra Cleveland e Minneapolis, il prodotto di UNLV ha collezionato un totale di 109 partite giocate, di cui solo 3 come starter, mettendo insieme 4.7 pts e 3.4 rbd di media in 14.3 minuti in campo. Numeri che lo candidano al ben poco lusinghiero posto di “peggior scelta al Draft“, in competizione con personaggi del livello di Kwame Brown o di Nikoloz Tskitishvili. Con le sue prestazioni che tardano a migliorare, non è una sorpresa che anche Minnesota abbia cominciato a pensare alla cessione del canadese.
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Ma Bennett sembra più che determinato a invertire questa tendenza, a partire dalla sua esperienza di questa estate con la nazionale canadese, che ha raggiunto il secondo posto ai Pan Am Games anche grazie al suo importante contributo (15.6 pts e 10.4 rbd a partita per lui). Bennett si è distinto come uno stretch-4 mobile e aggressivo, in grado di allargare bene il campo, e finalmente è sembrato un giocatore da scelta alta al Draft.
Buone notizie per i Timberwolves, quindi, anche se Bennett è adesso focalizzato sulla qualificazione del suo Canada alle Olimpiadi di Rio 2016, qualificazioni che può giungere solo attraverso il FIBA Americas Tournament nel quale vorrà di certo essere protagonista.
Le prestazioni di Bennett non hanno lasciato indifferente il coach della nazionale canadese, Jay Triano, che ha commentato così i miglioramenti della sua ala forte:
“Sembra che ami di nuovo il basket. E penso che questa sia la cosa importante per noi. Cerchiamo di renderlo divertente per lui, proviamo a semplificarlo. Ha così tanto talento in tutta una varietà di zone che abbiamo dovuto soltanto semplificare ciò che ci aspettavamo da lui. Se lo fa, tutto il resto andrà a posto da solo.“
La stessa visione di Triano è condivisa anche dal GM della nazionale, Steve Nash, che ha dedicato parole al miele a Bennett:
“Anthony è stato esemplare quest’estate. Ha avuto due primi anni duri nella lega, ma il suo atteggiamento è stato fantastico.“
Bennett riconosce a Triano il merito di avergli dato quella marcia in più per migliorare, soprattutto grazie alla “semplificazione“:
“Tutto quello che [Triano] mi ha detto di fare è stato soltanto andare a rimbalzo e correre, e, adesso che ci penso, è praticamente tutto quello che facevo a UNLV e, prima ancora, alla high school. Allora sto soltanto provando a tornare a tutto quello“
Sicuramente non sarà facile confermare i miglioramenti mostrati nei Pan Am Games, o nell’Americas Tournament anche al ritorno nella NBA, ma l’inversione della parabola deve pur cominciare da un passo, e quel passo, Anthony Bennett, sembra averlo compiuto.
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