I Los Angeles Lakers non sono una delle franchigie NBA più abituate a pescare alto nel Draft. L’ultima prima scelta ottenuta dai gialloviola risale al 1982, venne convertita in James Worthy ed era stata ottenuta attraverso i Cleveland Cavaliers. Ma ogni volta che la franchigia di L.A. (e prima di Minneapolis) ha avuto la possibilità di scegliere tra le prime tre, è sempre stato un successo: Elgyn Baylor (scelta #1 nel 1958), Jerry West (scelta #2 nel 1960), Earvin “Magic” Johnson (scelta #1 nel 1979) e James Worthy appunto. Tutti All Star, tutti Hall of Famer.
Essere una scelta alta ai Lakers è quindi un ruolo che mette addosso un bel po’ di pressione. E questo è sicuramente il caso di D’Angelo Russell, scelta #2 al Draft di quest’anno. La pressione può sempre finire per schiacciare un giocatore, e qualcuno è già dovuto intervenire a sollevare dalle spalle del prodotto di Ohio State il peso delle aspettative e dei paragoni più pesanti. Ma Russell non è un ragazzo che si spaventa per così poco. In una intervista concessa a LakersNation.com subito dopo il suo primo lancio cerimoniale al Dodger Stadium, infatti, la point-guard dei gialloviola ha risposto in questo modo alla domanda se fosse nervoso per quel lancio, il primo in assoluto dopo le lontane esperienze d’infanzia con il baseball:
“La pressione è un qualcosa che devi superare, a qualsiasi costo. Devi essere preparato. Come me e questo lancio. Tutto riguarda la pressione e come la gestisci. Sto sempre a dire: non sono arrivato qui perché ero il più atletico, il più veloce, il più alto o il più forte. Sono arrivato qui grazie alla mia testa.“
E questa caratteristica è, secondo Russell stesso, il suo punto in comune con Kobe Bryant, un giocatore che ammira molto soprattutto per questa sua capacità di nutrirsi di pressione:
“Questa è la cosa che mi impressiona di più quando guardo le interviste di Kobe, o lo sento parlare, lui è mentalmente su un altro livello.”
E parlando di Kobe, Russell è potuto tornare sulla questione dei paragoni, spesso proposti dai media, tra di lui e alcuni dei più grandi giocatori della storia dei Lakers, tra cui proprio Kobe, ricordando anche la sua divertentissima imitazione del Black Mamba al Rookie photo shoot di questa estate:
“La gente parla del ‘nuovo Kobe’, non ci sarà alcun nuovo Kobe, non ci sarà nessun nuovo Michael Jordan. Ma c’è qualcosa che tu puoi prendere da tutti questi giocatori, mescolarlo e vedere quello che ne esce fuori. E io voglio essere il giocatore che sarà il prossimo D’Angelo Russell“
Queste dichiarazioni hanno riportato brevemente l’attenzione su un suo tweet di qualche tempo fa, nel quale aveva espresso l’idea che Tracy McGrady sarebbe potuto essere il più grande giocatore della storia NBA, che gli aveva causato qualche critica dei fan dei Lakers e una simpatica strigliata via Twitter da parte di Kobe stesso.
Russell ha colto l’occasione per spiegarsi ancora una volta:
“Non stavo mancando di rispetto a Kobe. Non manco di rispetto a nessuno, ma non ci sarà mai un ‘nuovo’ di queste icone in questa era“
Infine Russell ha parlato anche delle prospettive dei Lakers nella prossima stagione, che lui vede molto positivamente, nonostante ESPN abbia previsto un piazzamento al quattordicesimo posto nella Western Conference per la franchigia gialloviola:
“Abbiamo un sacco di giovani nello spogliatoio, e abbiamo un sacco di esperienza in spogliatoio… Se solo ne veniamo fuori come una squadra, il limite è il cielo!“