I Portland Trail Blazers stanno affrontando un periodo di rivoluzione, per quanto riguarda il roster. Una volta salutati i vari membri del quintetto LaMarcus Aldridge, Nicolas Batum, Wes Matthews, Robin Lopez, l’unico punto fermo è rimasto Damian Lillard.
La franchigia di Portland ha quindi optato per ricostruire da capo, dopo aver perso la maggior parte dei propri giocatori durante la free agency. Il primo obiettivo, raggiunto, è stato estendere il contratto di Lillard, offrendogli $125 milioni in 5 anni.
Conseguentemente all’accordo economico, diventa indiscutibile il ruolo da leader che Lillard dovrà assumere, ora più che mai. Il General Manager Neil Olshey ha affidato una squadra di giovani al pure giovane Lillard (3 anni in NBA), che però ha mostrato in varie occasioni di aver poco da invidiare ai veterani della lega in quanto a nervi saldi e leadership.
Lillard ha mostrato fin da subito di aver compreso a pieno il ruolo che è chiamato a ricoprire, creando un’opportunità per sé e per i compagni di costruire fin da subito buone relazioni. Per questo motivo ha organizzato a San Diego un ritrovo con i nuovi compagni. Queste le parole riportate da Casey Holdahl di Blazers.com:
Ho pensato che potesse essere una buona idea, quindi ho chiamato tutti i ragazzi della squadra per capire chi avrebbe potuto esserci e chi era disponibile. Sono venuti in 11, tutti quelli che potevano. Abbiamo fatto preparazione fisica insieme tutte le mattine e qualche tiro al pomeriggio. Li ho portati tutti fuori a pranzo e siamo andati a cena qualche volta; siamo andati ad una partita dei Padres [ndr. la franchigia della MLB di San Diego] insieme. È stato un modo per legare e lavorare un po’ insieme, costruire le fondamenta, visto che staremo molto insieme.