Periodo di incertezza per Tristan Thompson: il lungo canadese infatti non ha ancora rinnovato il proprio contratto con i Cleveland Cavaliers e ha di conseguenza saltato l’incontro pre-training camp organizzato dai suoi compagni di squadra in quel di Miami.
Secondo quanto riportato da Brian Windhorst di ESPN, la distanza tra le parti è di circa quattordici milioni di dollari e non c’è ottimismo per una chiusura rapida dell’accordo. Infatti lo staff di TT ha fatto sapere di voler accettare solo un’offerta pari al massimo contrattuale, ovvero 94 milioni in 5 anni. I Cavs, dal canto loro, si sono fermati a 80 milioni in cinque anni.
Ora il gioco delle parti si fa serrato: manca sempre meno alla deadline del 31 ottobre per rifirmare quei giocatori che hanno ancora in essere i propri rookie contracts e non è da escludere che l’agente del giocatore, Rich Paul, tenti la stessa strategia adottata con Eric Bledsoe la scorsa estate: con i Suns che non si decidevano ad accettare la proposta del giocatore, la guardia ex Clippers era decisa a firmare la qualifying offer, per poi diventare unrestricted free agent l’estate successiva. Questo era lo scenario fino ad una manciata di giorni dalla deadline, quando poi i Suns e Bledsoe si sono accordati per un lungo e remunerativo contratto.
Cosa fare, quindi? Il frontcourt dei Cavs è reduce da operazioni chirurgiche: Kevin Love, Anderson Varejao e Timofey Mozgov sono tutti e tre passati sotto ai ferri nell’ultima stagione, con la conseguente promozione di Tristan Thompson nelle gerarchie di Blatt, fino a raggiungere importanti picchi di rendimento durante i playoff.
Quel che è certo è che i Cavs stanno tentando in tutti i modi di portare il Larry O’Brien Trophy a Cleveland, ma saranno disposti a pagare una storica luxury tax, qualora decidessero davvero di accontentare le richieste dello staff di Thompson (che, ricordiamo, è lo stesso di Lebron James)?