A poco più di un mese dall’inizio della regular season, c’è un caso relativo alla free agency che fa ancora parlare di sé: ci riferiamo al “rifiuto” di DeAndre Jordan, ad un passo dalla firma con i Dallas Mavericks, che ha però cambiato idea poco prima di scrivere il suo nome sul nuovo contratto proposto da Mark Cuban ed ha invece rinnovato con i Los Angeles Clippers.
Questa volta a ripercorrere le “tappe” del caso più rumoroso della free agency estiva sono stati Doc Rivers, capo allenatore dei Clippers con un forte potere anche sulle decisioni di mercato, e Mark Cuban, eccentrico proprietario dei Dallas Mavericks che mai si tira indietro di fronte ad un botta e risposta (ecco quanto ha dichiarato pochi giorni fa su una probabile candidatura alla Casa Bianca). Rivers, intervistato qualche tempo fa dal programma di Fox Sports Radio “The Herd”, aveva commentato così i comportamenti del suo rivale in merito alla questione Jordan:
“Cuban ha gestito bene la situazione? No. Per me si è comportato in maniera davvero sciocca. Avete visto me urlare, lamentarmi e piangere di fronte alle telecamere? Non l’ho fatto. Ero molto deluso dentro di me ed è così che ho gestito la cosa. Mark tende a risolvere le questione in maniera molto aperta, va bene così”.
Pronta la risposta del patron dei Texani che raccoglie le “accuse” lanciate da Coach Doc ed a sua volta rilancia con parole non proprio leggere:
“Rivers si è trovato con le spalle al muro ed ha fatto ciò che era necessario fare. Credo che la cosa interessante in tutto ciò sia questa: siamo riusciti a vedere che cosa una persona è disposta a fare quando il suo intero futuro sia sul punto di svanire proprio davanti agli occhi. La carriera professionale di Rivers sarebbe finita se non avesse trattenuto DJ”.
Frasi decisamente dure quelle di Cuban che forse attribuisce troppo peso e troppe colpe alla figura di Rivers (il quale può quantomeno consolarsi con le parole di Blake Griffin): di sicuro siamo ancora molto lontani dalla fine delle discussioni relative al “big snob” di DeAndre Jordan.
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