San Antonio Spurs Season Preview: l’ultimo Rodeo?

Questo cammino lungo 30 tappe che ci guiderà verso l’inizio della Regular Season parte dal Texas, dalla squadra regina della free agency dello scorso Luglio. I San Antonio Spurs. Reduci da una sconfitta tanto epica quanto scottante al primo turno di Playoff contro i Clippers, gli uomini di coach Popovich sono pronti a partire ancora una volta per dare la caccia del titolo. Che sia davvero l’ultimo Rodeo?

IL MERCATO

LMA. Tre lettere che danno il senso della off season degli Spurs. Il giocatore più ambito, lo “svincolato” eccellente (diremmo facendo errati paragoni con l’ambito calcistico) si è accasato con i nero argento, al termine di un lungo corteggiamento fatto di cene, di incontri e di interminabili opere di convincimento. Aldridge torna nel suo Texas, quindi.

Non è stata però l’unica mossa di mercato, anzi. San Antonio, ritrovatasi dinanzi ad una serie di rinnovi eccellenti, ha fatto delle scelte drastiche.

Prima di tutto, contratto al massimo salariale per Kawhi Leonard.

Eh bè, come biasimarli. MVP delle Finals 2014, giocatore totale, degno erede di una dinastia quasi ventennale costellata di successi. Si, lui resta a bordo. Al comando delle operazioni.

E poi, rinnovo con riduzione dell’ingaggio per Duncan e Ginobili. E qui potremmo davvero mettere il punto e posare la penna. Ci si potrebbe scrivere un libro di sociologia su questa frase. Il sottointeso è lampante:

“Pur di vincere, siamo disposti a tutto. Qualsiasi condizione, anche gratis”.

L’esempio che fa la differenza. Basta chiedere a Davis West, che ha rinunciato ad un sacco di soldi pur di esserci. Un altro acquisto di enorme spessore.

Un roster per il resto confermato nella quasi totalità, a parte qualche eccezione. Splitter ha preso la strada per Atlanta e (soprattutto per noi) Belinelli quella di Sacramento (19 milioni di buoni motivi lo hanno convinto, difficile dargli torto).

QUINTETTO TITOLARE 

IL COACH

“Vieni da noi. Ti allenerò io per i prossimi anni.”

Le parole e il tono saranno stati certamente diversi, ma Gregg Popovich deve aver detto qualcosa di molto simile ad Aldridge per convincerlo ad accasarsi con gli speroni. E per un uomo tutto d’un pezzo come lui, ogni promessa è debito. Rinnovo per i prossimi 4 anni per uno degli allenatori più vincenti della storia NBA.

Un altro anno di Popovich e Duncan. Ancora una volta considerati al capolinea e nuovamente ai nastri di partenza come seria contender. Mai come oggi è lecito domandarsi: sarà l’ultimo Rodeo? La risposta in parte l’abbiamo. Per Tim potrebbe, per Gregg certamente no.

GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO: LaMarcus Aldridge

Vederlo in campo con quella canotta e inserito in quel sistema è IL motivo per cui questi 30 giorni sembreranno eterni come i precedenti 90. Aldridge è un giocatore disfunzionale se pensiamo agli Spurs fatti di Pace and Space, di palla sempre in movimento, di continui ribaltamenti ecc. LMA ama avere la palla in mano, blocca spesso e volentieri la circolazione, vive nel midrange e non ti permette spesso di avere le migliori spaziature.

Si, ok, tutto vero. Ma Aldridge è un giocatore da 25 punti di media facili inserito in uno dei migliori attacchi della Lega. E’ Suarez che va al Barcellona. Se si mette a disposizione (e direi che l’ambiente ti stimola a farlo) può diventare un’arma impropria, oltre che il go-to-guy da sfruttare quando la costruzione di gioco è venuta meno.

GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA: Kawhi Leonard

Avere il DPOY fa comodo, molto comodo. Il numero 2 degli Spurs garantisce ai suoi la possibilità di avere uno specialista difensivo da dirottare di volta in volta sull’avversario più pericoloso. Dal play all’ala grande, poco importa. La capacità di pinzare il pallone come una tenaglia, l’applicazione, il sacrificio e le prolunghe attaccate alle spalle.

Caratteristiche che permettono scelte difensive coraggiose ed efficaci come cambiare sui blocchi oppure mandare il raddoppio sulla palla e “zonare” il lato debole. Tanto c’è Kawhi, che ne marca due semplicemente allargando le braccia.

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

L’idea è chiara. Il mercato ha allargato le potenzialità di un roster che sulla carta era già tra i migliori della Lega. A questo si aggiunge l’esperienza di chi guida e di chi gestisce la squadra. “Spurs Culture”, difficile trovare modo migliore per rendere l’idea.

Detto questo, la riuscita tecnica dell’innesto di Aldridge non è scontato che riesca. Duncan “costretto” a giocare da 5, diverso ruolo e diversa protezione del ferro e copertura a rimbalzo.

Il lungo perimetrale chi lo segue? Se giochi contro lo “small ball” come ti adatti?

Tante le incognite, considerando anche problemi e debolezze messi in mostra da Parker e Ginobili (Duncan no, ma lui è un discorso a parte). E la panchina sarà profonda abbastanza per far rifiatare giocatori sempre più usarati?

30 giorni, ragazzi. E le prime risposte arriveranno.

MIGLIOR SCENARIO

Aldridge funziona a meraviglia, Duncan continua a dominare, Parker chiude la stagione con 16 e 9 di media con Leonard ad amalgamare il tutto. Titolo NBA, sesto per il duo Tim e Popp e parata sul RiverWalk.

PEGGIOR SCENARIO

Aldridge è un fallimento, blocca di continuo la circolazione di palla in attacco ed è un colabrodo in difesa. Parker e Ginobili continuamente acciaccati costringono il resto del roster a giocare 35 minuti di media in Regular Season. Ai Playoff (a cui è davvero difficile pensare di non arrivare) vanno fuori subito, spazzati dai Warriors di turno che corrono sulle macerie di una grande ormai decaduta.

PREVISIONI REALISTICHE

Nell’agguerrito e competitivo Ovest, gli Spurs partono al pari di altre 2-3 franchigie alle spalle dei vincenti Warriors della scorsa stagione. Una squadra da primi quattro posti ai PO, certamente una contender per il Titolo.

E voi cosa ne pensate? Possono veramente sognare l’anello questi Spurs?

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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