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Kobe Bryant: “Voglio rimanere sano e giocare tutte le partite di questo anno”

Kobe Bryant è un essere umano notoriamente fiducioso. Questa caratteristica gli ha permesso di imporsi nella Lega e rimanere per molti anni nel gotha delle superstar NBA. L’invecchiamento, però, è uno dei pochi aspetti della vita cestistica di un giocatore che non si può arginare e, alla vigilia della sua 20esima (e forse ultima) stagione da professionista, Bryant confida molto in un ritorno ai prossimi Playoffs con i suoi Los Angeles Lakers. La stella della franchigia californiana ha rilasciato un’interessante intervista a Sam Amick di USA Today, prefiggendosi pochi ma solidi obiettivi per questa stagione:

 

“Davanti a te hai una persona che ama follemente questo gioco e, in quanto tale, non desidera altro che scendere in campo ed alimentare questa sua passione. Gli anni, purtroppo, passano per tutti e rimanere competitivi nel corso delle stagioni è una grande sfida. Mi piacerebbe molto rimanere fisicamente sano durante questa annata e scendere in campo tutte le sere.”

 

Kobe Bryant è un uomo, ancora prima che un giocatore, con la competizione nel sangue. Le ultime due annate sportive sono state un autentico calvario per il Black Mamba, a causa dei numerosi infortuni che il suo corpo ha subito: strappo del tendine d’Achille, frattura al ginocchio e strappo alla cuffia dei rotatori della spalla. Di conseguenza è comprensibile questa “voglia matta” di ritornare a giocare e dimostrare a se stesso di essere ancora un grande giocatore. Bryant, che sarà free-agent al termine di questa stagione, è rimasto sul vago quando si è parlato di ritiro, dicendo che vuole solo rimanere concentrato sulle cose che il suo corpo gli permette di fare da adesso in avanti:

 

“Ho appena lasciato i miei problemi alle spalle, amico. Quello che bisogna chiedersi è se è stato fatto tutto il possibile per preparare al meglio questa annata…mi sono posto questo quesito e devo rispondermi di sì, ho fatto tutto quello che è umanamente possibile fare. In questo periodo mi sono allenato duramente per arrivare a questo stato fisico e, per questo motivo, mi sento bene ed in pace con me stesso. Tutto ciò che succederà da qui in avanti non è controllabile. Per quanto riguarda il paragone con Michael Jordan che è riuscito a giocare 82 partite a 40 anni d’età, ti rispondo che non è possibile mettere lui e me sullo stesso piano: io ho 37 anni e Michael a 37 viveva in un’altra epoca cestistica e giocava in una squadra diversa dalla mia. Abbiamo subito infortuni completamente diversi e di diversa entità, per cui non siamo paragonabili sotto questo punto di vista. E’ un territorio decisamente inesplorato.”

 

 

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Pubblicato da
Leonardo Donati

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