Dallas Mavericks Season Preview: o la va, o la spacca!

La stagione 2014/2015 dei Dallas Mavericks è stata caratterizzata da due distinte fasi: la prima è stata molto buona a livello di  gioco di squadra, con una fluidità offensiva davvero notevole, da altissime sfere NBA. La seconda e ultima fase, invece, ha visto l’interregno di Rajon Rondo come point guard titolare della franchigia texana. Purtroppo l’inserimento dell’ex-playmaker dei Boston Celtics nello scacchiere di coach Rick Carlisle non si è affatto rivelato vincente, sia per un complicato collocamento tecnico-tattico del giocatore negli schemi offensivi, sia per le bizze di Rondo stesso, che hanno incrinato l’alchimia dello spogliatoio dei Mavs.

Il risultato dell’esperimento-Rondo ha portato i Dallas Mavericks a chiudere la regular season con un record complessivo di partite vinte/partite perse pari a 50-32 e alla qualificazione ai playoff con la testa di serie n° 7 L’accoppiamento risultante, non semplicissimo, era con gli Houston Rockets, secondi classificati nella Western Conference. I Mavs sono stati letteralmente spazzati via da James Harden e soci – con un perentorio 4-1 – e hanno mostrato un gioco corale lontano parente di quello esibito nella prima parte della stagione regolare. La delusione di Mark Cuban – vulcanico proprietario della franchigia – è parsa di conseguenza davvero comprensibile, viste anche le aspettative che si erano create attorno ai Dallas Mavs.

Per quanto riguarda il capitolo free-agency, la situazione è stata addirittura peggiore rispetto ai risultati di squadra della scorsa stagione. La franchigia, infatti, è uscita con le ossa rotte dalla offseason e non per demerito del management dei Mavericks. Il dietrofront di DeAndre Jordan, big-man sul quale si era deciso di investire prepotentemente per costruire un team da titolo, ha scombussolato completamente tutte le strategie di mercato (il giocatore aveva dato la sua parola, per un trasferimento a suon di milioni di $ da Los Angeles a Dallas). I Mavs hanno dovuto fare di necessità virtù e hanno firmato, per la vacante posizione di centro, due veterani (Zaza Pachulia e Samuel Dalembert) e il talentuoso ma “enigmatico” Javale McGee.

L’American Arlines Center visto dall’esterno.

 

L’American Arlines Center visto dall’interno.

 

 IL MERCATO

RINNOVI: J.J. Barea, Charlie Villanueva.

I Mavs hanno deciso di rifirmare per i prossimi 4 anni l’esterno portoricano José Barea, che sarà il classico “uomo di rottura” dalla panchina, con licenza di scardinare le difese avversarie, grazie alla capacità di segnare molti punti in pochi minuti. Charlie Villanueva, invece, ha rinnovato il contratto – per un anno a circa 1,5 milioni di dollari – con la franchigia texana e dovrà farsi trovare pronto sugli scarichi di Nowitzki & company, con l’ulteriore compito di allargare il campo nelle situazioni in cui coach Carlisle deciderà di giocare con il quintetto basso.

IN:  Deron Williams (free-agent), Wesley Matthews (free-agent), Zaza Pachulia (trade), Samuel Dalembert (free-agent), JaVale McGee (free-agent), Jeremy Evans (free-agent), John Jenkins (free-agent), Justin Anderson (draft).

OUT: Monta Ellis (ha firmato con gli Indiana Pacers), Tyson Chandler (ha firmato con i Phoenix Suns), Rajon Rondo (ha firmato con i Sacramento Kings), Amar’e Stoudemire (ha firmato con i Miami Heat), Al-Farouq Aminu (ha firmato con i Portland Trail Blazers).

Partito Rondo in direzione Sacramento Kings, i Mavericks hanno deciso di affidare le chiavi della squadra a Deron Williams, reduce da 4 stagioni e mezzo con poche luci e molte ombre ai Brooklyn Nets. L’ingaggio del prodotto dell’università dell’Illinois rappresenta una scommessa, dato che il giocatore ha dimostrato negli ultimi anni di essere un lontano parente del fenomeno ammirato sotto la gestione di Jerry Sloan agli Utah Jazz. A coach Carlisle e allo staff tecnico dei Mavs l’arduo compito di motivarlo a dovere e di rivitalizzarne la carriera. Per quanto riguarda la guardia titolare del quintetto, è stato firmato Wesley Matthews con un ricco contratto. L’ex-Portland Trail Blazers è un esterno fisicato, capace di difendere forte sul perimetro, e dotato di un buonissimo tiro da fuori. Il giocatore sostituisce di fatto Monta Ellis, andato agli Indiana Pacers; anche Matthews rappresenta una grossa incognita per Dallas, visto che è reduce da un serio infortunio al tendine d’Achille. I Dallas Mavericks, dopo la partenza del rim-protector Tyson Chandler e il clamoroso voltafaccia di DeAndre Jordan, hanno dovuto in qualche modo coprire il buco creatosi nella posizione di centro, e hanno firmato Pachulia, Dalembert e McGee. Il primo è reduce da due solide stagioni alla corte dei Milwaukee Bucks; con ogni probabilità, sarà proprio il georgiano a partire nello starting five, dato che gli altri due big men offrono al momento meno garanzie di rendimento.

STARTING FIVE

LA PANCHINA

PAYROLL

 IL COACH

Rick Carlisle diventò il nono head-coach nella storia dei Dallas Mavericks quando prese le redini della squadra il 9 Maggio 2008. Da allora l’allenatore ha collezionato alla guida dei Mavs un record di partite vinte/partite perse pari a 558-338, vincendo anche il titolo NBA nel 2011 contro i Miami Heat. Nel suo palmares troviamo anche la vittoria del trofeo di Allenatore dell’Anno del 2002 – quando sedeva sulla panchina dei Detroit Pistons – e la convocazione all’All Star Game del 2004 come coach della Eastern Conference. Carlisle è senza ogni ombra di dubbio uno dei migliori allenatori in circolazione in NBA, coach rispettato da tutti i giocatori e da tutti gli addetti ai lavori. Le sue squadre (Detroit Pistons, Indiana Pacers e Dallas Mavericks) hanno sempre espresso un ottimo gioco, basato molto sulle spaziature in attacco e che si avvale spesso e volentieri di un rim-protector (Ben Wallace ai Pistons, Jermaine O’Neal ai Pacers e Tyson Chandler ai Mavs) a presidiare l’area difensiva. Quest’anno Rick Carlisle dovrà decisamente rimboccarsi le maniche per cercare di arrivare ai playoff, vista un’età media di squadra non bassissima e una campagna acquisti che ha risentito moltissimo dell’affaire Jordan. Quest’anno i suoi obiettivi principali saranno quelli di far rendere al massimo Deron Williams e di cercare di gestire al meglio il minutaggio di Dirk Nowitzki, purtroppo nella parabola discendente della carriera.

GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO

Credits to: italnews.info

Le sorti della franchigia texana passeranno per l’ennesima volta per le morbide mani di Dirk Nowitzki. Il nativo di Wurzburg ha 37 anni e, nonostante ciò, sarà chiamato a fare pentole e coperchi anche in questa stagione. Il giocatore, come hanno mostrato gli ultimi Europei disputati con la Germania, è in fisiologico declino e sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori. Tuttavia una regola non scritta nel mondo dello sport recita: “non dare mai per morto un grande giocatore“. I suoi jumper dalla media, i suoi fadeaways e i suoi tiri da dietro l’arco dei 3 punti saranno fondamentali per l’economia del gioco offensivo dei Mavs. Wunderbar!

GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA

Credits to : www.ripcityproject.com

I Dallas Mavericks di questa stagione non hanno a roster dei veri e propri specialisti difensivi, come non hanno più un lungo capace di proteggere il ferro come Tyson Chandler. Quest’anno di conseguenza si punterà a mettere una maggiore pressione difensiva sugli esterni avversari, per proteggere sia Nowitzki – storicamente un difensore sotto la media – sia la propria area dalle penetrazioni dei piccoli avversari. Il tassello fondamentale di questa sorta di linea Maginot sarà rappresentato da Wesley Matthews. L’ex-prodotto di Marquette University è forte fisicamente e possiede una buonissima tecnica difensiva di base. Ai Blazers lui e Nicolas Batum venivano sempre dirottati dall’allenatore sulla marcatura degli esterni avversari più pericolosi. Matthews, a quasi 29 anni d’età, sarà chiamato a essere l’ingranaggio centrale della difesa della squadra e a imporsi anche a livello di leadership. D’altronde, se i Mavs gli hanno fatto firmare un contratto quadriennale da circa 70 milioni di dollari complessivi, un motivo ci sarà…

RIVELAZIONE DELL’ANNO

Credits to: www.mavs.com

Potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione di Chandler Parsons. A quasi 27 anni d’età – dopo aver concluso una discreta prima annata in maglia Dallas Mavericks viaggiando a 15,7 punti, 4,9 rimbalzi, 2,4 assist e 1 palla recuperata di media di media a partita – il giocatore sembra pronto a esplodere definitivamente e a entrare nel lotto delle migliori small forwards dell’intera Lega. Questa stagione Parsons non fungerà da semplice collante tra il reparto esterni e il reparto lunghi, ma sarà chiamato a prendersi molte più responsabilità in attacco e a essere più incisivo in difesa, dato anche che fisico e testa sono dalla sua parte. Non sarà affatto una sorpresa se l’ex-ala piccola degli Houston Rockets dovesse scollinare oltre i 20 punti di media a gara.

MIGLIOR INNESTO

Credits to: http://static.mavs.com

Deron Williams. La sua parabola discendente, da quando ha salutato gli Utah Jazz per firmare un faraonico contratto con i Nets, è oramai evidente a tutti. Archiviata la deludente esperienza a Brooklyn, Williams (a 31 anni d’età) è all’ultima chiamata, per dimostrare di poter essere ancora paragonabile al giocatore che meno di 5 anni fa si contendeva con Chris Paul la palma di miglior point guard della Lega. Se dovesse trovare continuità di gioco (gli ultimi anni sono stati caratterizzati da numerosi infortuni) e l’efficacia in penetrazione dei tempi degli Utah Jazz, allora la qualificazione dei Mavericks ai playoff nella selvaggia Western Conference diventerebbe ampiamente alla portata.

PUNTI DI FORZA DELLA SQUADRA

Credits to: www.spox.com

  • Rick Carlisle, grande motivatore e uno degli allenatori più preparati tatticamente della NBA;
  • L’esperienza e la classe cristallina di Dirk Nowitzki;
  • Un nucleo base solido (Nowitzki, Parsons, Harris, Barea e coach Carlisle) da cui ripartire;
  • Attacco ad alto numero di possessi;
  • Grande voglia di rilancio dopo anni bui (Deron Williams) e possibile esplosione di Chandler Parsons.

PUNTI DEBOLI DELLA SQUADRA

  • Mancanza di un centro difensivo, intimidatore e dotato di grande verticalità;
  • Età media alta e pochi giovani futuribili;
  • Precarie condizioni fisiche di Deron Williams e soprattutto Wesley Matthews;
  • Second-unit meno affidabile rispetto agli altri secondi quintetti delle squadre ad Ovest;
  • Sistema difensivo tutto da inventare.

MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE

I Mavs chiudono il 2015/2016 con lo stesso record dell’anno precedente (50-32) e si qualificano al 7° posto nella griglia dei playoffs a Ovest. Per uno scenario simile è necessario che avvengano queste cose: Deron Williams torna a sciorinare un basket molto simile a quello fatto vedere ai tempi degli Utah Jazz; Matthews recupera bene dall’infortunio al tendine d’Achille e offre un rendimento uguale o superiore rispetto al 2014/2015; Parsons sfiora i 20 punti di media e gioca un basket a 360 gradi; Nowitzki si “dimentica” di avere 37 anni e continua a impartire clinic di pallacanestro agli avversari; i centri a roster garantiscono una sufficiente copertura del canestro.

PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE

I Dallas Mavericks concludono questa stagione non qualificandosi ai playoff, chiudendo l’anno con un record di 36 partite vinte e 46 partite perse e piazzandosi tra il 10° e 12° posto a Ovest. Williams continua a non fornire prestazioni all’altezza del suo nome, Matthews impiega mezza stagione per ambientarsi nella nuova squadra, Parsons non compie il salto di qualità che tutti si aspettano, l’efficacia offensiva di Nowitzki cala drasticamente e la panchina non offre un contributo sostanzioso alla causa.

SCENARIO REALISTICO

La sensazione più diffusa tra gli addetti ai lavori vede i Dallas Mavs fuori dai playoffs e, quindi, fuori dalle prime 8 posizioni nella Western Conference. I giocatori per vincere le partite punto a punto e un allenatore esperto ci sono, come da trademark della franchigia; verosimilmente i Mavericks concluderanno la prossima annata intorno alla nona/decima posizione, facendo registrare un record di 44 vinte e 38 partite perse.

Le cheerleaders dei Dallas Mavericks. Credits to: http://sport24.lefigaro.fr

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Pubblicato da
Leonardo Donati

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