Con più di novanta partite di preseason ormai negli archivi e l’inizio della stagione vera e propria sempre più vicino, è il momento delle analisi su come la NBA potrebbe compiere un ulteriore passo verso l’evoluzione del gioco cominciata ormai da anni.
Il fatto che risalta più di tutti gli altri, in questo caso, riguarda l’attitudine delle squadre verso il tiro da tre punti.
Durante la regular season 2014-15, le squadre di media hanno tentato il tiro da dietro l’arco ben 22.4 volte a partita, un dato certamente significativo per una lega storicamente considerata molto ‘fisica’.
Niente a che vedere, comunque, con i grandi Phoenix Suns della stagione 2004-05, le cui basi erano sì i muscoli di Amar’e Stoudmire sotto canestro, ma anche e sopratutto l’abilità di Steve Nash e tutti gli altri di muovere la palla velocemente e trovare così molte ‘open threes’ con cui colpire le difese schierate.
Quello che stupisce, però, è come durante questa preseason di media le squadre stiano superando proprio quei Phoenix Suns, lasciando intravedere l’ulteriore passo di cui sopra verso un gioco sempre più votato a small ball, velocità d’esecuzione e la preferenza verso la conclusione dalla lunga distanza, qualora non fosse disponibile un tiro dentro il pitturato (quindi a ben più alta percentuale).
“In queste partite, ogni giocatore ha molto più spazio rispetto al passato, ed ogni volta che qualcuno ha la possibilità di tirare da 3, non esita certo a farlo”- ha dichiarato Erik Spoelstra, Coach dei Miami Heat.
“Se si guarda al trend attuale della lega, è facile accorgersi di come la componente principale del successo delle squadre sia la loro percentuale nel tiro da 3″– ha aggiunto Steve Clifford, coach degli Hornets; “Le quattro migliori squadre in questa categoria sono anche quelle che sono arrivate in finale di conference nella scorsa stagione, e la quinta sono i Clippers, che si sono fermati giusto un passo prima. Tutte queste cinque squadre hanno fatto registrare percentuali da tre punti da Top Ten All Time: questa è la direzione che ha preso la pallacanestro, che ci piaccia o no.”