Lamar Odom continua la sua lotta per la vita nel letto del Sunrise Hospital di Las Vegas, dove è stato portato dopo essere stato trovato privo di conoscenza in un bordello di Crystal, Nevada. Stando a quanto affermano i medici, le prossime 48 ore saranno cruciali per capire se l’ex ala di Clippers, Heat, Lakers e Mavericks riuscirà a vincere anche questa battaglia. Odom è ancora in stato di coma, e ha bisogno di un respiratore, ma i medici, cautamente ottimisti, hanno dichiarato che “sta molto meglio oggi“
Ritrovato privo di sensi al Love Ranch, un bordello nella cittadina di Crystal, Odom sarebbe stato vittima di una overdose, dovuta all’utilizzo prolungato di medicinali per il miglioramento delle prestazioni sessuali (dei quali probabilmente ha ingerito più di dieci compresse in tre giorni) misti a cocaina e alcool, stando a quanto riferito in conferenza stampa dall’ufficio dello Sceriffo della Nye County. Gli investigatori sono ancora al lavoro per stabilire la precisa successione degli eventi, e per capire soprattutto, se Odom abbia assunto la cocaina una sola volta o continuativamente. Anche per questo è stato chiesto e ottenuto un mandato per le analisi del sangue dell’ex giocatore NBA.
Le prime indiscrezioni sulle condizioni di Odom sono giunte dal proprietario stesso del Love Ranch, Dennis Hof, che ha informato la stampa dei medicinali per la stimolazione sessuale assunti dall’ex giocatore. Inoltre Hof ha dichiarato di aver parlato con Odom:
“Mi ha detto che stava solo provando a scappare dalle persone così da poter avere un po’ di tempo con se stesso senza la pressione di essere chi è.“
La famiglia di Odom e tutta la NBA si sono immediatamente stretti intorno a lui: l’ex moglie Khloe Kardashian è giunta a Las Vegas accompagnata dalla sorella Kim e dalla madre per rimanergli vicino, al suo fianco anche il noto attivista e politico Jesse Jackson jr. Kobe Bryant e Mitch Kupchack hanno ritardato il volo dei Los Angeles Lakers, impegnati nelle partite di preseason, per recarsi personalmente in ospedale, mentre l’abbraccio di molti altri giocatori, ex compagni di squadra, amici e addetti ai lavori è arrivato via social.
In una intervista per SLAM, rilasciata nel 2010, a una domanda sulla sua vita difficile Odom rispose così:
“Molte persone non sarebbero state capaci di reggere mentalmente molte delle cose che mi sono successe nella vita. Mi sono capitate così tante cose, ma non farei nulla per cambiarle, perché se lo facessi non sarebbe più la mia storia. Ed è quella che mi rende un individuo unico.“
Una vita segnata dalle tragedie e dalla droga, con la madre morta di cancro quando lui aveva 12 anni, e il padre, tossicodipendente, mai presente. La nonna che lo ha cresciuto persa nel 2003, e un figlio di sei mesi, Jayden, morto di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) nel 2006. E ancora il proiettile che lo ha colpito durante una rapina qualche settimana dopo il funerale, mentre era nel suo vecchio quartiere, e un cugino morto nel 2011. Dopo il suo ritiro dal basket giocato, la vita di Odom è diventata un turbine di droga, alcool e accuse della polizia per guida in stato di ebrezza, fino ad arrivare a questo punto.
Non resta che sperare che Lamarvellous sia forte anche stavolta, che riesca a vincere anche questa battaglia.