Indiana Pacers Preview: una “rivoluzione tecnica” possibile?

16 mesi fa la conquista per il secondo anno consecutivo delle Finali di Conference (con tanto di cavalcata in Regular Season per avere il fattore campo a favore). Poi LBJ e i suoi (ultimi) Heat ancora una volta a bloccare la strada ad una tanto bella quanto incompiuta franchigia.

Da lì in poi, il crollo. L’infortunio di George in estate e la deludente passata stagione, senza aver raggiunto neanche l’ottavo posto ad Est.

Adesso però un nuovo corso. Tanti giocatori andati via, volti nuovi, un progetto tecnico molto lontano da quello degli ultimi anni. Due sole certezze. Una sul parquet con la canotta numero 13, l’altra in panchina pronta ad affrontare questa nuova sfida.

MERCATO

Larry Bird e soci si sono dati parecchio da fare in estate, rivoluzionando il roster e compiendo scelte coraggiose. Qualcuno è rimasto, ad esempio in cabina di regia. George Hill e Rodney Stuckey sono ancora lì a guidare le operazioni, con CJ Miles e un rientrante Paul George pronti a mettere punti a referto.

L’acquisto delle estate è di certo Monta Ellis, reduce dall’esperienza bella e perdente (una costante nella sua carriera) a Dallas. Un altro “piccolo” che si aggiunge ad un reparto profondo ed interessante in cui anche Chase Budinger e Toney Douglas (altri innesti estivi) potranno dire la loro.

Ma si sa, la forza dei Pacers nell’ultimo periodo è sempre stata sotto canestro. Almeno fino a ieri però, vista la dipartita di massa.

Hibbert, West, Scola e Copeland per motivi vari hanno fatto le valigie, lasciando il compito ai soli Mahinmi (altro reduce) e Jordan Hill di proteggere il ferro. Un reparto molto “leggero”, che desta più di un dubbio sia per la tenuta difensiva sia come qualità di opzioni offensive fornite.

QUINTETTO BASE

In ragione di questo e ascoltando quanto trapelato durante la preseason, non è poi così improbabile immaginare un quintetto piccolo, che lascia tanto spazio alle guardie e con George da 4. Una chiave che potrebbe dare una dimensione del tutto nuova alla squadra dell’Indiana.

PAYROLL

Anche il 27 del mese, pochi dubbi su chi siano i giocatori più rappresentativi. Paul George inizia (si spera) finalmente a legittimare il contratto firmato 2 anni fa, Monta Ellis e George Hill comprimari di primissimo livello.

IL COACH

Frank Vogel, 42 enne dalla lunga carriera alle spalle, è al quinto anno sulla panchina dei Pacers. Oggi di certo si trova di fronte alla sfida più stimolante e complessa da quando ha portato il suo domicilio ad Indianapolis. Dopo essere riuscito a plasmare una squadra con una precisa identità difensiva, basata sul basso ritmo, sul gioco in post e sull’esecuzione offensiva a volte rivedibile (Lance ne sai qualcosa per caso?), adesso la rivoluzione è totale.

Tante guardie di qualità, con punti nelle mani, un’ala (tocca vedere se grande o piccola) di primissimo livello NBA e pochi uomini sotto canestro. Riuscirà con quanto a disposizione a creare l’alchimia giusta? Otto giorni e il parquet ci regalerà le prime risposte.

GIOCATORE CHIAVE ATTACCO: Monta Ellis

La guardia ex Mavericks potrà rivelarsi decisiva non tanto e non solo in fase realizzativa, quanto in fase di costruzione del gioco offensivo, una carenza che spesso ha caratterizzato i Pacers degli ultimi anni e a cui Ellis potrebbe finalmente trovare una soluzione.

GIOCATORE CHIAVE DIFESA: Paul George

E’ lui l’ago della bilancia. In difesa semplicemente perché in attacco non ci sono dubbi che, a prescindere dalla posizione ricoperta sul parquet e dall’avversario che si ritrova ad affrontare, mettere la palla nel cesto posto a 3 e 05 da terra è davvero l’ultimo dei problemi.

Riuscire a contenere un “lungo” NBA spalle a canestro, dare la giusta copertura a rimbalzo, reggere fisicamente un ruolo del genere dopo un anno passato in infermeria sono invece le sfide che George deve provare a vincere. Fare questo passo vorrebbe dire tornare a far parte dell’élite del Gioco.

PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA

Tutto paradossalmente ribaltato rispetto a pochi mesi fa. L’attacco, carente e con difficoltà croniche, potrà regalare soddisfazioni importanti ai Pacers, qualora riuscissero a calarsi bene (ed in fretta) nella nuova mentalità.

Discorso opposto per la difesa, per una squadra che ha perso buona parte della fisicità di cui disponeva, che deve ripensare al proprio approccio vista la mancanza di giocatori dominanti sotto il ferro quali Hibbert, Scola o West.

MIGLIOR SCENARIO

Vogel riesce nel miracolo, i Pacers ingranano subito, arrivano quarti ad Est e grazie al fattore campo riescono a conquistare una insperata semifinale di Conference in cui il solito LBJ scrive la parola fine sui sogni di gloria di George e compagni.

PEGGIOR SCENARIO

L’alchimia non si trova. La protezione del ferro è un disastro, tutte le squadre banchettano sotto il ferro e George da 4 viene maltrattato sia da giocatori fisici che perimetrali. Alla fine soltanto grazie ai 76ers si evita il peggior record NBA.

SCENARIO REALISTICO

Se si gioca ad Est puntare ai Playoff (e non c’è scritto Philadelphia sulla maglia) è un obbligo, oltre che un obiettivo raggiungibile. Per farlo occorre sfondare il muro delle 42 vittorie (a volte basta anche meno) e portare il bilancio Win – Loss in positivo. Un’impresa non impossibile, ma certamente stimolante.

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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