Passato ormai un po’ di tempo dal “Dwightmare” iniziano ad intravedersi i primi raggi di luce all’ombra dell’Amway Center, dove, con un po’ di fortuna e la maturazione di qualche giovine di belle speranze, i tifosi degli Orlando Magic potrebbero assistere ad una stagione divertente.
Archiviata un’altra pessima stagione, Orlando si affaccia alle porte della nuova con un roster giovane e voglioso di dimostrare il proprio valore che avrà in Nikola Vucevic, centro veterano ( veterano per modo di dire visti i 25 anni all’anagrafe ) della franchigia, la stella più luminosa: reduci dalle sole 25 vittorie a fronte di ben 57 sconfitte nell’annata 2014-15, i Magic si sono affidati alle mani del proprio ex playmaker Scott Skiles, chiamato a migliorare il precedente record stagionale ed aiutare la maturazione dei tanti giovani di talento messi insieme dalla dirigenza di Orlando. L’ennesima scelta “alta” al Draft ha portato in dote l’ex Barcelona Mario Hezonja, il quale andrà ad aggiungersi ai vari Payton, Oladipo e Gordon, andando a costituire un roster dall’età media inferiore ai 25 anni che, volendo considerare i soli interpreti principali, scende considerevolmente; non sarà semplice portare un avanti un progetto del genere ma le basi ci sono tutte e se da un lato nemmeno questa stagione sembra poter essere piena di soddisfazioni, dall’altro lato ci si può aspettare un miglioramento notevole, in grado di proiettare Orlando nell’elite della NBA per gli anni a venire.
MERCATO
Detto dell’arrivo di Hezonja tramite Draft, le transazioni effettuate dalla dirigenza Magic non sono state molte e di rilievo, fatta eccezione, forse, per l’arrivo tramite Free Agency di CJ Watson; oltre all’ex play dei Pacers si sono accasati ad Orlando Shabazz Napier, spostatosi qualche chilometro dal Sole di Miami e Jason Smith, arrivato dai Knicks. Di tutto rilievo certo è stato il rinnovo di Tobias Harris, deciso a sposare la causa dei suoi Magic per 64 milioni di buoni motivi.
IN: CJ Watson, Jason Smith, Shabazz Napier, Greg Stiemsma, Melvin Ejim, Jordan Sibert
OUT: Kyle O’Quinn, Maurice Harkless, Ben Gordon, Luke Ridnour, Willie Green
QUINTETTO BASE
C: Nikola Vucevic; PF: Aaron Gordon; SF: Tobias Harris; SG: Victor Oladipo; PG: Elfrid Payton
PANCHINA
C: Dewayne Dedmon; PF: Channing Frye; SF: Mario Hezonja; SG: Evan Fournier; PG: CJ Watson
PAYROLL
COACH: SCOTT SKILES
Scott Skiles è forse la novità principale di questi Magic, che la passata stagione hanno visto l’avvicendamento tra Jacque Vaughn, esonerato, e l’assistente James Borrego; Skiles farà certo forza dei suoi trascorsi in quel di Orlando, dove, da playmaker, visse le sue stagioni migliori da giocatore, imprimendo il suo nome nel libro dei Record NBA grazie ad una performance da 30 assist in una singola partita, prestazione che lo aiutò anche per guadagnarsi il riconoscimento di Most Improved Player per la stagione 1990-91. Skiles è uno di quegli allenatori che vive un po’ il limbo della notorietà in NBA: nelle sue passate esperienze è sempre stato in grado di dimostrarsi un buonissimo allenatore per lo sviluppo di giovani promesse ed un Coach in grado di ottenere risultati positivi con squadre di non primissimo livello, peccando quasi sempre nel consacrare i propri team a contender; tutto sommato sembra essere una scelta giusta per organizzare questi Magic, pieni di talento tutto lì da sgrezzare. Inoltre è da sottolineare come Skiles si sia fatto una buona reputazione in carriera soprattutto nella metà campo difensiva e, poter lavorare con due ragazzi dalle potenzialità difensive pressoché infinite come Payton e Gordon, sembra già essere un primo step per poter immaginare degli Orlando Magic capaci di poter migliorare il record di 25-57 della stagione precedente.
GIOCATORE CHIAVE OFFENSE: NIKOLA VUCEVIC
Le fortune dell’attacco dei Magic passeranno in buona parte per le mani del centro montenegrino, oltre che per quelle di Oladipo e per la visione di Payton: la scelta di individuare Vucevic come chiave offensiva della franchigia della Florida consta fondamentalmente del vissuto della stagione precedente, nella quale il numero 9 è risultato essere il miglior realizzatore dei suoi; 19.3 punti ad allacciata di scarpe ed una presenza costante sotto le plance, mettendo insieme 45 doppie doppie in 74 incontri. Vucevic si è dimostrato essere un ottimo giocatore vicino al ferro, offensivamente parlando, ed ha mostrato miglioramenti sempre più vistosi nel tiro dalla media che, qualora certificasse come arma, porterebbe linfa vitale ad una squadra che soffre un po’ la mancanza di polso dalla media-lunga distanza delle proprie guardie; il montenegrino avrà dunque un peso specifico notevole nell’attacco dei Magic, senza però dimenticare Oladipo che successivamente alla pausa dell’All Star Game si è espresso su livelli fenomenali ed è chiamato ad un salto definitivo nell’Olimpo delle migliori guardie NBA.
GIOCATORE CHIAVE DEFENSE: ELFRID PAYTON
Il prodotto di Louisiana Lafayette potrebbe diventare in futuro uno dei migliori difensori della lega al pari del compagno Aaron Gordon, e quest’anno, sotto le sapienti mani di un Coach come Skiles, noto per aver dato vita a delle formazioni di buon livello sotto il profilo della difesa, non può che consolidare ancor di più il suo status di ottimo giocatore nella propria metà campo, frutto di una stagione da Rookie brillante sotto questo aspetto. Le statistiche a fine stagione parlano di 4.3 rimbalzi e 1.7 rubate ( oltre che 8.9 punti e 6.5 assist ), quinto migliore nella Eastern Conference per quanto riguarda le palle rubate, con un picco di 2.1 dopo la pausa dell’All Star Game; considerando che questi numeri sono stati messi insieme nel primo anno nella lega, è facile ipotizzare che la sua già ottima difesa perimetrale possa realizzare un “upgrade” nell’anno da Sophomore.
POSSIBILE RIVELAZIONE: AARON GORDON
I giovani Magic sono tutti passibili di essere identificati come possibile rivelazione dell’annata, vista l’età ed i notevoli margini di crescita che accomunano gran parte del roster, tuttavia la scelta di Gordon sembra essere la più sensata: l’ex Arizona Wildcats fu selezionato con la quarta scelta assoluta al Draft ’14 e, complice qualche infortunio di troppo, non è riuscito ad esprimersi costantemente ad un buon livello, lasciando intravedere qualche lampo del talento di cui è sicuramente portatore. Anche qui vale il discorso fatto per Payton relativo alla difesa: Gordon sembra avere possibilità difensive infinite e con Skiles riuscirà sicuramente a farle fiorire e, se come sembra, il lavoro effettuato in estate per migliorare al tiro, anche dalla lunga distanza, inizia a portare qualche risultato potremmo a breve trovarci di fronte ad un prototipo perfetto del cestista del nuovo millennio: in una NBA sempre più orientata verso lo Small Ball, l’ex Zona potrebbe scorrere agevolmente dallo slot di PF a quello di C per muoversi occasionalmente, in difesa, anche su gli altri ruoli e, qualora migliorasse veramente al tiro, aprendo il campo in attacco per le penetrazioni dei due “funamboli” Payton e Oladipo.
MIGLIOR INNESTO: MARIO HEZONJA
Mercato povero di transazioni quello di Hennigan e soci che si consolano con la quinta chiamata al Draft, spesa per il croato Mario Hezonja: l’ex Barcellona, a differenza di molti europei al primo anno, sembra essere in grado di poter contribuire sin da subito alla causa Magic, visto anche il notevole atletismo che ne dovrebbe permettere un immediato inserimento in un contesto così fisico. Ottimo tiratore, dotato di un “range” ampio che va ben al di là della linea da tre punti, e passatore eccelso, ha già giocato in un contesto competitivo come possono essere quelli della Liga ACB e dell’Euroleague, non difetta a livello di attitudine mentale e convinzione nei propri mezzi: difficile immaginarlo in quintetto ma riuscirà a ricavarsi spazi importanti subentrando ad Oladipo come guardia o anche ad Harris come ala piccola in un quintetto più leggero ed attento ad aprire il campo per tiratori come lui.
MIGLIOR COMPRIMARIO: CJ WATSON
Mercato avaro di soddisfazioni, come già detto, quello dei Magic, il quale ha però portato in dote un buon giocatore come CJ Watson, svincolatosi dagli Indiana Pacers a fine stagione. Watson sembra poter essere il miglior comprimario di questa squadra in virtù soprattutto dell’esperienza che lo contraddistingue rispetto alla quasi totalità del roster: a 31 anni, con diverse primavere NBA alle spalle, l’ex Pacers sembra in grado di aiutare la crescita dei vari Payton, Oladipo ed Hezonja, oltre a rappresentare un’ottima alternativa nel pacchetto guardie, potendo aiutare i suoi a gestire il pallone nei momenti più caldi di una partita.
PUNTI DI FORZA
Sarà banale e ripetitivo sottolinearlo, ma questo roster è davvero giovane: freschezza, atletismo, voglia di emergere non possono che essere fattori decisivi anche nell’immediato oltre che per il futuro lucente che attende questi cestisti; la dirigenza Magic inoltre è stata molto brava ad assemblare un gruppo di ragazzi senza primedonne, ben disposti l’uno nei confronti dell’altro e che hanno già dimostrato di essere molto affiatati. Le possibilità di andare a punti sono variegate e diverse le bocche da fuoco: Vucevic sotto canestro e possibilmente dalla media, Oladipo e Payton in penetrazione, senza mai dimenticare quell’Harris che dovrà dimostrare di valere il contratto fattogli firmare in estate; inoltre è facile immaginare che con Skiles alla guida e potenziali All-Defensive come Payton e Gordon anche nella propria metà campo i Magic potrebbero diventare un avversario ostico per chiunque, soprattutto nei momenti di gioco con quintetti leggeri.
PUNTI DEBOLI
Il più classico dei rovesci della medaglia: quantitativi ingenti di inesperienza, nei momenti caldi della partita sarà dura emergere per questi ragazzi, soprattutto in virtù della scarsa qualità mostrata ai liberi nella passata stagione. Altro fattore di estreme debolezza è l’assenza in roster di un vero e proprio All Star capace di guidare la squadra: Vucevic ed Oladipo si sono espressi su quei livelli ma in piccolissimi spezzoni di stagione, Payton è destinato a divenirlo in futuro, ma non sembra poter essere questa la stagione della sua definitiva consacrazione. Detto della possibilità di poter diventare un buon team in difesa nei momenti di Small Ball, è abbastanza lampante come siano un generalmente un po’ leggeri, fattore emerso la scorsa stagione, concedendo 101.4 punti ad uscita agli avversari.
MIGLIOR SCENARIO
Il progetto a lungo termine dei Magic si rivela più immediato: Vucevic ed Oladipo giocano a livelli da All Star, Payton trascina la squadra con il suo genio ed insieme a Gordon è praticamente in grado di marcare chiunque gli si pari davanti, Harris dimostra di valere i 64 milioni del suo nuovo contratto e gli innesti di Hezonja e Watson si dimostrano decisivi; sulle ali dell’entusiasmo i Magic riescono a raggranellare un record di 43-39 ed a conquistare il seed #7 buono per un’incredibile ingresso ai Playoff dove vengono eliminati 4-1 dai Bulls, aprendo definitivamente gli occhi della lega sulla pericolosità futura di questi ragazzi ed invogliando qualche buon Free Agent a firmare in estate.
PEGGIOR SCENARIO
Harris ormai certo di avere un buon conto corrente smarrisce il “fuoco sacro” e non si esprime su buoni livelli, Vucevic paga l’aver sulle spalle la squadra e cede a stress ed infortuni, Oladipo si compiace troppo del proprio gioco e si rivela un fuoco di paglia, Payton non riesce a guidare la squadra, Gordon passa il più della stagione in infermeria e Skiles non riesce a trasmettere quell’ imprintig difensivo alla squadra che avrebbe voluto: il record a fine stagione recita 25-47 come l’anno precedente ed i dubbi sul progetto iniziano ad attanagliare dirigenza e tifoseria.
PREVISIONE REALISTICA
Miglioramenti in entrambe le metà campo ed il sogno playoff coltivato fino all’ultimo momento, venendo coinvolti nella bagarre per l’ottava posizione insieme a Celtics e Pacers, record finale di 38-44 ed esclusione dalla postseason. Dirigenza e tifoseria soddisfatte per aver vissuto una stagione divertente ed aver assistito alla crescita di un gruppo che vedrà l’ingresso ai playoff nella stagione successiva.
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