Stanley Johnson, promettente rookie dei Detroit Pistons, continua a dimostrare di essere decisamente maturo per la sua età (19 anni). Il giocatore di Detroit, recentemente intervistato da Vince Ellis di Detroit Free Press, ha affermato di non essere intenzionato a sfruttare cinicamente il recente trapasso della madre (morta a inizio agosto) per assicurarsi maggiore visibilità.
Johnson ha detto:
“Quando prego o rifletto su questa cosa lo faccio tra me e me. Non ho nulla da dire in pubblico.”
A Johnson è stato chiesto, in particolare, perché non avesse rilasciato interviste o non fosse apparso in fotografie nei giorni immediatamente successivi alla morte della madre (la pratica di fare di questi tragici eventi dei “quasi documentari” purtroppo e sempre più diffusa negli States):
“Sono cose che non fanno per me. Non credo sia giusto dare spettacolo quando si parla di morte. Non mi interessa fare notizia. Non voglio andare all’ospedale con un giornalista e una telecamera che mi seguono. Vivo queste cose in modo personale, profondo e intimo.”
Johnson ha ereditato la passione per la pallacanestro dalla madre, anche lei giocatrice di basket. La donna, Karen Taylor, ha giocato da professionista in Danimarca, Italia e Svezia. Johnson, riguardo all’importanza avuta dalla madre nel suo processo di formazione caratteriale, ha dichiarato:
“Mia madre è stata dura con me, sia per il basket che nella vita di tutti i giorni. Ma l’ha fatto per motivarmi: è sempre stata il faro della mia esistenza. Fino a quando ho avuto 14-15 anni è stata un’insegnante di basket e di vita. Sono felice di essere arrivato in NBA, per me e per lei.”
Johnson, tra i rookies in procinto di iniziare la propria avventura NBA, è parso tra i più pronti. Il giocatore, ottava scelta allo scorso draft, è pronto per una carriera ad altissimo livello. I Pistons non aspettavano altro: uno scorer esplosivo con la testa sulle spalle e che fa già discorsi da uomo nonostante non abbia ancora compiuto vent’anni.
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