Categorie: Primo Piano

A tutto FantaBasket! 1a puntata: Le Guardie

16 Giugno 2015, Quicken Loans Arena, Cleveland, Ohio. Stephen Curry e Andre Iguodala hanno appena affondato i Cleveland Cavaliers di uno strepitoso LeBron James, regalando a Golden State il primo titolo dal lontano 1975. Dopo aver assistito alle premiazioni spegniamo il televisore, ci alziamo dal divano e ce ne andiamo a dormire con un senso di vuoto interiore, come se mancasse qualcosa. Eh già, perché la NBA, la Lega più spettacolare al mondo, ci ha appena detto “arrivederci al 27 Ottobre”. Come al 27 Ottobre? Ma scherziamo? Cosa dovremmo fare noi per i prossimi 4 mesi e 11 giorni? Sì va bene, ci sono gli Europei, c’è Pau Gasol, c’è Dirk Nowitzki, ci sono i nostri tre (eh già, purtroppo siamo tornati a tre, anche se forse ancora per poco) “italo-americani” ma…l’NBA è l’NBA!

L’inizio della regular season, fissato appunto per il 27 Ottobre, vuol dire due cose:
1) È finita l’astinenza! Ricomincia la NBA!
2) Se ricomincia la NBA, ricomincia anche il FantaBasket!

Quello del FantaBasket è un fenomeno che in Italia sta prendendo sempre più piede. Certo, non è neanche lontanamente vicino, per diffusione e tradizione, al più noto fantacalcio, ma la sensazione è che qualcosa stia cambiando anche in questa direzione. Per questo motivo lo scorso anno noi di NBAReligion abbiamo deciso di inaugurare una rubrica intitolata “A tutto FantaBasket!”, dove potervi dare consigli e suggerimenti per le vostre fantasquadre. Come ogni prodotto che si rispetti, quest’anno abbiamo deciso di apportare delle migliorie: ogni 14 giorni vi verrà fornito un recap, nel quale si proclameranno i migliori e i peggiori delle ultime due settimane, si analizzeranno le prestazioni dei giocatori più utilizzati e si cercherà di dare un pronostico di ciò che succederà nei 14 giorni successivi. Ovviamente si tratta di pronostici, non abbiamo la sfera di cristallo, perciò prendete il FantaBasket per ciò che è: un gioco (bello, molto bello), ma pur sempre un gioco.
Iniziamo la nostra prima puntata, con quello che può essere considerato il reparto più delicato: le guardie.

I TOP

Quando si parla di top è difficile, se non impossibile, non fare i nomi di Stephen Curry, Chris Paul e James Harden. Il giocatore dei Golden State Warriors è l’MVP in carica, è reduce da una stagione strepitosa e ha dimostrato di saperla mettere da qualsiasi parte del campo. Curry è una macchina da punti (soprattutto triple, che nel fantabasket valgono più del tiro da due) e assist, oltre a essere un ottimo difensore (2.0 palle rubate a partita lo scorso anno).
Stesso discorso per Chris Paul, molto probabilmente la miglior point guard pura della Lega. Il numero 3 dei Clippers ha una visione di gioco e un’intelligenza cestistica senza eguali, ed è sinonimo di palle rubate e assist spettacolari (non per niente i Clippers si sono guadagnati l’appellativo di Lob City). D’accordo, Paul non segnerà come Curry, ma vi garantisce più assist e palloni rubati che, come ben sapranno gli appassionati di fantabasket, sono oro colato.
Harden, infine, è ormai una garanzia: punti, tanti punti (27.4 la scorsa stagione); assist (7.0); triple (2.6); palle rubate (1.9), oltre a un’ottima percentuale di realizzazione dalla lunetta. Il ruolo del Barba quest’anno potrebbe cambiare leggermente, per via dell’aggiunta al roster dei Rockets di Ty Lawson (meno assist ma, potenzialmente, più punti); tuttavia l’appetibilità di Harden rimane invariata: puntateci a occhi chiusi.

Credits to: (AP Photo/Jeff Chiu)

Bene, avendo parlato di Steph Curry, Chris Paul e James Harden (primo posto in classifica ex-aequo per loro tre), dobbiamo adesso andare a completare il nostro podio virtuale. Il secondo posto se lo prende, senza ombra di dubbio, Russell Westbrook. Dei tre play esaminati fino ad ora Westbrook è il più completo, poiché si avvicina moltissimo al prototipo del giocatore ideale (vi ricordiamo che ci stiamo sempre riferendo all’argomento fantabasket). Il giocatore dei Thunder è a tutti gli effetti in grado di mettere a referto una tripla doppia ogni sera, al quale si devono aggiungere le palle rubate (2.1 l’anno scorso) e una o due triple a partita. Unica pecca sono le palle perse, ma d’altronde se Westbrook fosse un giocatore più “in controllo” (come Chris Paul, ad esempio) sarebbe più simile a un alieno che a un essere umano. Ci sono però due grandi rischi nel prendere il prodotto di UCLA: il primo è rappresentato dal ritorno di Kevin Durant, che gli toglierà sicuramente qualche pallone dalle mani in fase offensiva. Il secondo consiste invece nell’elevato rischio infortuni al quale Westbrook è sottoposto. Russell è un giocatore che attacca il ferro a 100 all’ora, che non si risparmia mai, che lotta con i denti su ogni pallone. Questo porta inevitabilmente a un maggior rischio di prendere colpi e di subire infortuni, cosa peraltro non nuova nella storia recente del numero 0: negli ultimi due anni Westbrook ha saltato ben 51 gare a causa di vari problemi fisici. Per questo motivo mettiamo il nativo di Long Beach al secondo posto, subito dietro Paul, Curry e Harden, ma attenzione: Westbrook ha tutte le carte in regola per ribaltare tali gerarchie.
Al terzo posto del nostro podio virtuale mettiamo Damian Lillard: il numero 0 dei Trail Blazers quest’anno sarà il classico “man on a mission”, dove la mission sarà di portare i suoi ai playoff (compito, in ogni caso, quasi impossibile). Da Lillard quest’anno ci si aspettano statistiche mostruose, vista la pochezza di ciò che lo circonda: prendetelo, non ve ne pentirete.

I FLOP

Inserire Kyrie Irving nel paragrafo dedicato ai potenziali flop è follia pura, siamo d’accordo con voi. Il problema del giocatore dei Cavs non è però relativo all’ambito tecnico (ci mancherebbe), ma riguarda invece l’aspetto fisico. Irving viene da un brutto infortunio, patito durante le scorse Finals (frattura della rotula), il quale ha richiesto un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione. Non è ancora chiaro quando il nativo di Melbourne possa fare il suo rientro in campo: inizialmente si era parlato di gennaio, prima che lo staff medico smentisse categoricamente tale indiscrezione. Molto probabilmente Irving salterà il primo mese di regular season, per poi rientrare gradualmente a pieno regime. Per questo motivo vi consigliamo di guardare altrove: se però il numero 2 dei Cavs fosse ancora libero al 4°-5° turno del draft (ci rivolgiamo a chi gioca in una lega chiusa con gli amici) allora sceglierlo sarà vostro compito obbligatorio.
Il secondo nome che inseriamo nella lista dei flop è Jrue Holiday. Anche qui il problema del giocatore dei Pelicans non è tecnico. In questo caso parliamo di minutaggio. Alvin Gentry, nuovo coach dei Pellicani, ha ammesso qualche settimana fa che Holiday avrà un minute cap di circa 15 minuti a partita fino a gennaio. Da potenziale Top, il play di New Orleans diventa, per cause di forza maggiore, un Flop. Resta da verificare la veridicità della dichiarazione di Gentry, soprattutto se si considera il recente infortunio di Tyreke Evans (fuori 4-6 settimane); fino a prova contraria state alla larga da Holiday, almeno nei primi 7-8 giri del draft.

L’ultimo giocatore che entra a far parte di questa lista è Ricky Rubio. Il play dei Minnesota Timberwolves è reduce da una stagione ricca di infortuni; tuttavia, a differenza dei primi due giocatori citati, il problema qui è un altro: Rubio non sa tirare, punto. Nelle sue quattro stagioni in NBA, Rubio ha tirato con il 36,7% dal campo, non andando mai oltre il 38,1% in una stagione. Certo, il play spagnolo, preferendo di gran lunga l’assist alla soluzione personale, non è uno che si prende molti tiri (rimane spesso al di sotto dei 10 a partita), perciò il risultato in termini di malus non è così drammatico come potrebbe sembrare; tuttavia, vi sconsigliamo di puntare su Rubio, sia nelle leghe chiuse, che (soprattutto) in quelle aperte.

LE SORPRESE

Victor Oladipo non può essere considerato a tutti gli effetti una sorpresa, avendo già dimostrato di cosa è capace nelle 152 partite fin qui disputate in NBA. Crediamo tuttavia che la seconda scelta assoluta del Draft 2013 possa esplodere definitivamente quest’anno: i Magic sono una squadra giovane, piena di talento e dal potenziale futuro enorme. Molto probabilmente quest’anno faticheranno a dire la loro e saranno costretti nuovamente a vedere la post-season dal divano di casa, ma dalla franchigia di Orlando, e in particolare da Oladipo, ci possiamo/dobbiamo aspettare grandi cose. Prendetelo, sia nelle leghe chiuse (è un’ottima 4° chiamata nei campionati con almeno 12 squadre), che nelle leghe aperte.
Il secondo posto sul podio delle possibili sorprese va a Emmanuel Mudiay. Selezionato con la settima scelta assoluta dai Denver Nuggets durante lo scorso draft, il nativo di Kinshasa, Congo, è chiamato a una stagione da protagonista nella squadra del Colorado. Durante l’estate è partito Ty Lawson, playmaker titolare dei Nuggets, proprio per far posto a Mudiay (anche se in realtà il discorso da fare su Lawson sarebbe un po’ più complesso). Dal play congolese ci si aspetta una buona dose di punti (diciamo tra i 13 e i 15) e assist (6-7 a partita). Il problema qui è rappresentato dalle troppe palle perse, ma il ragazzo è giovane e migliorerà anche in questo aspetto. Mudiay è un’ottima scelta sia per quanto riguarda le leghe chiuse (è una buona 6° scelta e un’ottima 7°-8° scelta), sia per quanto riguarda le leghe aperte, magari come sesto uomo. Nonostante i pronostici, che vedono la lotta per il titolo di Rookie Of The Year limitata a Towns e Okafor, Mudiay potrebbe ricoprire a sorpresa il ruolo di terzo incomodo: puntateci, il potenziale è davvero tanto.

L’ultimo nome che vi proponiamo tra le potenziali sorprese di quest’anno è quello di Jordan Clarkson. Non è ancora chiaro se Clarkson verrà schierato da 1 o da 2 (in questo caso con Bryant da 3), ma non vi sono dubbi sull’importanza del nativo di Tampa all’interno delle rotazioni dei Lakers. Il cestista naturalizzato filippino ha disputato una grande preseason, per cui vi consigliamo di puntarci, senza svenarvi ovviamente.
Chiudiamo la prima puntata di “A tutto FantaBasket” con un nome fuori classifica, che però potrebbe regalare più di qualche sopresa: Jerian Grant. Il rookie dei New York Knicks ha dimostrato in questa preseason di essere già NBA ready (o quasi), meritandosi gli elogi di coach Derek Fisher. Probabilmente non partirà in quintetto da subito (il favorito è Jose Calderon), ma lo stesso Fisher ha ammesso di voler provare a inserire in seguito Grant tra i titolari. Il nipote di Horace Grant è la classica scommessa da fare negli ultimi turni del draft in una lega chiusa o come penultimo/ultimo giocatore in una lega aperta. Attenzione però: il potenziale c’è tutto, perciò non esitate a puntare su Grant: potrebbe essere un clamoroso steal of the draft.

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Pubblicato da
Federico Saltalamacchia

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