Oklahoma City Thunder Preview: l’anno della verità

La stagione 2014/2015 di Oklahoma City si è conclusa con un disastroso mancato accesso ai Playoff. Russell Westbrook non è riuscito nel miracolo di non far rimpiangere Kevin Durant, out per praticamente tutta la stagione a causa di un infortunio al piede. L’unica nota positiva del 2015 è stata l’arrivo a febbraio di Kanter. Il GM dei Thunder, Sam Presti, ha così deciso di mischiare le carte in tavola nel corso dell’estate. Via lo storico allenatore Scott Brooks – spesso additato come principale colpevole delle sconfitte – e spazio a Billy Donovan. Il cambio del coaching staff aveva l’obiettivo principale di responsabilizzare lo spogliatoio per quella che sarà una stagione fondamentale. KD, infatti, diventerà free agent l’estate prossima. Nel caso in cui Durant non dovesse ritenere la sua attuale squadra abbastanza competitiva, potrebbe decidere di cambiare aria e i Thunder dovrebbero dire addio ai sogni di gloria. La sensazione è che domani inizi la stagione della verità, i Thunder devono necessariamente andare all-in (infortuni permettendo) per convincere il nativo di Washington a creare una dinastia in quel di Oklahoma City.

MERCATO

Il vero colpo del mercato dei Thunder era avvenuto il 19 febbraio, giorno in cui Enes Kanter è atterrato ad Oklahoma City. L’off-season, invece, non ha portato nessuna variazione di rilievo al roster. Perry Jones e Jeremy Lamb sono finiti rispettivamente a Boston e Charlotte. Al loro posto Josh Huestis, promosso dagli Oklahoma Blue, e Cameron Payne, scelto alla n°14 al Draft 2015.

CONFERMATI: Steven Adams, DJ Augustin, Nick Collison, Kevin Durant, Serge Ibaka, Enes Kanter, Mitch McGary, Anthony Morrow, Steve Novak, Andre Roberson, Kyle Singler, Dion Waiters e Russell Westbrook

IN: Cameron Payne e Josh Huestis

OUT: Perry Jones e Jeremy Lamb

PAYROLL

STARTING FIVE 

PANCHINA

COACH

Subito dopo la fallimentare stagione 2014/2015, Sam Presti ha dato il benservito a Scott Brooks. Le redini dei Thunder sono state affidate a Billy Donovan, che dal 1996 sedeva sulla panchina di Florida. Con i Gators, Donovan ha conquistato per due volte il Torneo NCAA, con un incredibile back-to-back datato 2006 e 2007. Nel corso della sua lunga carriera da College Coach, ha allenato giocatori di primo livello come Bradley Beal, Joakhim Noah, Corey Brewer, Al Horford, Chandler Parsons e Mike Miller. Il lavoro che Donovan ha svolto con i Thunder durante l’off-season è stato apprezzato dallo stesso Kevin Durant. A sentire le parole dell’MVP 2014, sembra che l’ex Florida abbia aggiunto molti giochi al play-book della squadra. Questo elemento è già un punto a favore del nuovo Coach, che sembra determinato a cambiare lo stile di gioco di Oklahoma, basato fino all’anno scorso soprattutto sugli isolamenti di KD e di Westbrook. Rispetto a Scott Brooks, Donovan farebbe già un grosso passo avanti, se riuscisse nell’arduo compito di coinvolgere maggiormente l’intera squadra nel sistema offensivo. Sarà in grado di farlo? Reggerà alla pressione di un team che deve competere per l’anello? Lo inizieremo a scoprire molto presto.

GIOCATORE CHIAVE ATTACCO

Credits to: cdn.slamonline.com

Naturalmente il ruolo chiave negli schemi offensivi della franchigia sarà ricoperto dall’uomo più atteso: Kevin Durant. Le straordinarie doti di realizzatore del #35 non possono assolutamente essere messe in discussione: un tiro dalla lunga e dalla media distanza praticamente perfetto e una varietà infinita di finte e soluzioni sotto canestro lo rendono una vera e propria macchina da punti. Dalla sua parte c’è anche la struttura fisica e l’atletismo smisurato che lo rendono capace di devastanti conclusioni al ferro. Durant è stato già quattro volte il miglior marcatore della NBA (tre volte consecutive dal 2010 al 2012, e poi ancora nel 2014) e ha conquistato anche il titolo di MVP della regular season nel 2014. Le sue medie realizzative sono astronomiche: 27.3 pts di media in carriera, realizzati con il 48% dal campo e il 37% da tre, cifre assommate prendendosi più di 19 tiri a partita. L’unica incognita riguarda le sue condizioni fisiche dopo uno stop che è durato quasi una stagione intera (solo 27 le partite giocate da Durant nella scorsa stagione 2014/15), ma il training camp e la preseason sembrano aver dato risposte incoraggianti. Menzione speciale va fatta di Russell Westbrook. Se l’indole offensiva della point-guard dei Thunder era sempre stata chiara, l’assenza di Durant nell’ultima stagione ha spinto il #0 a livelli eccelsi: non soltanto per il numero esilarante di triple doppie messe a segno, ma anche per le medie fatte registrare (28.1 pts, 8.6 ass e 7.3 rbd), e per le prestazioni esaltanti che lo hanno mantenuto fino alla fine nel novero dei giocatori in lizza per il premio di MVP. Con Durant in campo si ritroverà a concludere meno possessi, e forse le sue medie scenderanno un poco, ma il ritorno del “Dynamic Duo” renderà di nuovo l’attacco di Oklahoma City virtualmente irrefrenabile.

GIOCATORE CHIAVE DIFESA

Nella metà campo difensiva la differenza la farà soprattutto Serge Ibaka. Air Congo viene, come tutta la squadra, da una stagione non troppo positiva, condizionata dalla lunga assenza di Durant, ma le sue doti intimidatorie, di rimbalzista e rim protector sono indiscusse e indiscutibili. Anche nella scorsa annata difficile, infatti, Ibaka ha inflitto 2.4 blk di media agli avversari, ma le potenzialità dello spagnolo nel suo pitturato sono illimitate. Lo dimostrano le due stagioni vissute da miglior stoppatore della lega (2011/12 e 2012/13) e il secondo posto nella corsa al Defensive Player of the Year del 2012. Se Ibaka tornerà a quei livelli, il canestro dei Thunder potrebbe tornare a essere una chimera per gli attacchi avversari.

RIVELAZIONE

Atteso al passo della definitiva consacrazione è di certo Dion Waiters. La guardia, ex Cleveland Cavaliers, arrivata in Oklahoma il 6 febbraio, ha migliorato le sue medie rispetto a quelle che aveva avuto nell’inizio di stagione in quel dell’Ohio, passando da 10.5 a 12.7 pts a partita. Se riuscirà a mantenere questo trend positivo anche nella prossima stagione potrebbe diventare una delle chiavi del successo della squadra di coach Billy Donovan. L’unica incognita riguarda la capacità di Waiters di adattarsi a una situazione in cui non sarà che la terza opzione offensiva della squadra, il che lo condannerà a non poter gestire troppi possessi, cosa che invece a lui sembra piacere tanto. Se sarà capace di rispettare le gerarchie interne e i piani di gioco questo potrebbe essere il suo anno della svolta.

MIGLIOR COMPRIMARIO

Tra gli uomini in uscita dalla panchina, quello che sembra poter dare l’apporto maggiore e più immediato è sicuramente Steven Adams. Il centro neozelandese, alle porte del suo terzo anno nella lega, ha fatto salire vertiginosamente le sue quotazioni nelle due stagioni passate, spingendo il suo ex coach, Scott Brooks, ad aumentargli il minutaggio, quasi raddoppiandolo, da un anno all’altro. Tenace a rimbalzo (sono 7.5 le carambole conquistate in media nella scorsa stagione) non è un rim protector d’élite, ma con il suo fisico sa farsi rispettare nel pitturato e sui blocchi. Non è esattamente un realizzatore (7.7 pts in 25 minuti circa in campo lo scorso anno), ma questo anche perché il pallone non passa spessissimo dalle sue mani quando la squadra è in attacco.

MIGLIOR INNESTO

In un mercato condizionato dal sostanziale immobilismo e basato sulla riconferma delle pedine già presenti sulla scacchiera dei Thunder, il miglior acquisto è la riconferma di un giocatore, nello specifico di Enes Kanter. Il centro turco infatti, arrivato da Utah nella deadline dello scorso 19 febbraio, era diventato, in questa offseason, restricted free agent e aveva ricevuto la ghiottissima offerta dei Portland Trail Blazers in piena fase di ristrutturazione. 70 milioni $ in quattro anni. Ma la fiducia dell’establishment dei Thunder in Kanter sembra essere tanto ampia da aver spinto il GM Sam Priesti a pareggiare la sontuosa proposta per trattenere il 22enne. Le cifre assommate da Kanter nelle ultime 26 partite giocate a Oklahoma City (18.6 pts e 11 rbd in 31 minuti a partita, tirando con il 56% dal campo) sembrerebbero dargli ragione. Il prossimo anno anche la sua statline potrebbe risentire del rientro di Kevin Durant, che gli porterà via possessi offensivi, ma sicuramente la sua presenza sul campo sarà importantissima per i Thunder.

PUNTI DI FORZA

Un quintetto con quattro superstar di livello assoluto se lo possono permettere poche squadre. Aggiungiamoci anche una panchina profonda che sembra in grado di non far spremere troppo le stelle durante la regular season. La squadra è ricca di talento e atletismo. I Thunder possono dominare offensivamente sia giocando in contropiede, grazie alla grande velocità di RW, sia a difesa schierata, sfruttando il talento infinito di KD o andando sotto canestro da Kanter e Ibaka, due lunghi con le mani morbidissime. Per quanto riguarda la difesa vale stesso discorso. La fisicità permette ai Thunder di guardare tutti dall’alto in basso. Due rim protector come il Turco e il Congolese non si vedono tutti i giorni, senza scordarsi che dal pino è pronto a entrare in campo Adams.

PUNTI DI DEBOLEZZA

Infortuni, infortuni, infortuni. Nel corso degli anni, i problemi fisici hanno tormentato le Superstar dei Thunder.  Per provare a conquistare l’anello, è necessario che Durant e Westbrook restino integri per tutta la stagione. Inoltre, nelle edizioni passate, la selezione dei tiri non è stata il punto forte di Oklahoma. Brooks ha salutato anche per questa ragione. D’altra parte non abbiamo certezza che Billy Donovan, al primo anno su una grande panchina, riesca a reggere la pressione e a migliorare sensibilmente il gioco dei Thunder.

SCENARIO MIGLIORE

Durant riprende da dove aveva lasciato (30 punti in un tempo solo contro i Warriors campioni NBA, in un delirio di piena onnipotenza cestistica) e non ce n’è veramente per nessuno. MVP della Regular Season, dell’All Star Game e delle Finals, lascia il tiro decisivo delle Finals a Westbrook che schiaccia comodo al ferro e chiude la stagione con una tripla doppia di media. Ad Ibaka e tutti gli altri non resta altro che star lì a guardare e difendere, ma qualche anello verrà forgiato anche per loro a fine Giugno.

SCENARIO PEGGIORE

Gli infortuni e i problemi fisici diventano cronici e costringono ad utilizzare a singhiozzo i due principali terminali offensivi della squadra, costringendo Donovan a fin troppe ampie rotazioni. Waiters diventa il leader della squadra, prende 35 tiri a partita (realizzandoli col solito 30%) e condannando OKC ad una post season complessa (anche perché è difficile non arrivarci di nuovo) e breve, con Durant pronto a fare le valigie destinazione Washington.

SCENARIO REALISTICO

Durant e Westbrook non li ha nessuno in squadra. Nessuno. Condizione fisica ed infortuni permettendo, sarà molto interessante vedere come coach Donovan deciderà di utilizzare questo enorme potenziale. Qualora si riuscisse a creare l’amalgama giusta, unita all’atletismo che poche squadre possono permettersi anche in NBA, i Thunder si candidano al titolo nonostante la pessima stagione conclusasi ad Aprile, nonostante ad Ovest la concorrenza sia numerosa ed agguerrita. Finali di Conference o Finals non sembrano un obiettivo così peregrino e lontano.

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Pubblicato da
Alberto Calò

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