Della strategia del tanking si è parlato in lungo e in largo; qui preferiamo non farlo: ci atteniamo ai fatti, non potendo entrare nella mente di Sam Hinkie.
La scorsa stagione è iniziata con un raccapricciante 0-17; alla fine le vittorie totali sono state solamente 18, ma altre due squadre sono riuscite a fare peggio. Le statistiche più sconfortanti si sono fatte registrare in attacco: ultimi in percentuale dal campo, penultimi per punti a partita, penultimi per percentuale da 3, ventiquattresimi per assist… e così via. Coach Brett Brown aveva a disposizione una squadra piena di giovani talenti, ma povera di esperienza e gioco a livello NBA. Questi fattori, aggiunti ai vari infortuni e alle scelte manageriali di Sam Hinkie (ad esempio spedire verso altri lidi Michael Carter-Williams e K.J. McDaniels) hanno dato come risultato una grandissima carenza di continuità nei quintetti e nelle gerarchie delle rotazioni: 25 giocatori sono stati impiegati nel corso della stagione.
Elementi positivi? Qualcosa si può citare: la difesa, la buona stagione da rookie di Nerlens Noel dopo l’infortunio, le prove convincenti di Tony Wroten fino allo stop forzato di gennaio e l’affermazione di Robert Covington, emerso dalla D-League e autore di prestazioni decisamente solide.
MERCATO
IN: Richaun Holmes (rookie), Pierre Jackson, Carl Landry, Kendall Marshall, Jahlil Okafor (rookie), Nik Stauskas, JP Tokoto (rookie), Scottie Wilbekin (rookie)
OUT: Luc Richard Mbah a Moute, Glenn Robinson III, Jason Richardson, Thomas Robinson, Henry Sims, Ish Smith
QUINTETTO BASE
La stagione dei Sixers si accende sotto la cattiva stella degli infortuni: Covington sarà fuori almeno un paio di settimane, Stauskas dovrebbe essere sulla via del ritorno, la condizione di Embiid è avvolta da una fitta coltre di nebbia, tanto che le probabilità di vederlo in questa stagione sono ai minimi storici. Wroten e Marshall sono a loro volta infortunati. Wroten in particolare dovrebbe averne per un almeno per un altro mese. Il quintetto titolare? Impossibile designarlo oggi come oggi.
PANCHINA
SALARI
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IL COACH
Brett Brown è un allenatore capace, gli attestati di stima di vari colleghi lo certificano. Per fare paragoni con altri sport, sembra un Sebastian Vettel alla guida di una Minardi, o un Josè Mourinho sulla panchina della Ternana. Le sfide che si troverà ad affrontare – in termini di gerarchie e quadratura delle rotazioni – riguarderanno la scelta delle guardie, una volta superati i vari infortuni, e la gestione del frontcourt. Per quanto riguarda la prima questione, Brown dovrà mettere ordine fra Tony Wroten, Kendall Marshall, Nik Stauskas e non ultimo Isaiah Canaan, il quale inizierà la stagione da titolare nello spot di point guard. Per Canaan potrebbe essere un’ottima occasione per mettersi in mostra e per superare i compagni di squadra, leggermente più blasonati, nelle gerarchie interne. Passando ai lunghi, la domanda più importante è: come si integreranno fra loro Noel e Okafor?
Per quanto riguarda la difesa, riusciranno i Sixers a ripetersi ai livelli dello scorso anno? L’assenza di Luc Mbah a Moute e K.J. McDaniels potrebbe farsi sentire, a fronte di nuovi arrivati non altrettanto dotati dal punto di vista difensivo.
GIOCATORE CHIAVE ATTACCO: JAHLIL OKAFOR
Scegliere al Draft 2015 Jahlil Okafor con la chiamata #3 è stata certamente la mossa più importante per il mercato in entrata dei Sixers. Movimenti in post, intelligenza cestistica e capacità di passare non mancano. Come ricordato qualche riga più su, i Sixers hanno fatto registrare poverissime percentuali dal campo, tendenza che Okafor aiuterà certamente a contrastare.
GIOCATORE CHIAVE DIFESA: NERLENS NOEL
Uno dei pochi punti positivi della scorsa annata, inserito inoltre nell’All-Rookie First Team. Noel, dopo aver saltato completamente la stagione del suo Draft (2013), nel suo anno 0 in NBA si è imposto come fondamentale presenza difensiva, smussando qualche problema tecnico-tattico con atletismo e energia. Sul versante dell’esplosività Okafor sembra ancora indietro, per questo Noel fungerà da guida difensiva per una squadra che – a fronte dei terribili risultati complessivi – non si è comportata malissimo nella propria metà campo. Per i 76ers si parla di 13esima posizione per efficienza difensiva nella stagione 2014-2015. Qualche dato: nelle 26 partite dopo l’All Star Game, Noel ha portato a casa 2.3 stoppate, 2.1 rubate e 10 rimbalzi di media. Non male per un 21enne.
RIVELAZIONE: NIK STAUSKAS
Ai Sacramento Kings non ha avuto molto spazio: si conta un’unica partenza in quintetto (nell’ultima partita della stagione). Stauskas è stato spedito altrove per liberare spazio salariale. Ora l’ottava scelta del Draft 2014 ha l’occasione per mettersi in mostra e per dimostrare il proprio valore. Ai Sixers, cui mancava un vero tiratore, molto probabilmente vedrà molti minuti di qualità, con probabile partenza in quintetto.
MIGLIOR COMPRIMARIO: ROBERT COVINGTON
Molti nomi mediamente poco noti alle cronache affollano il roster dei Sixers. Se togliamo l’unico vero veterano (Landry) e le pick di alto profilo degli ultimi Draft (Noel, Stauskas e Okafor), gli altri giocatori sono davvero poco blasonati. Il più solido fra tutti i comprimari sembra però essere Robert Covington. N°1 al Draft 2014 della D-League, ha disputato ben 70 partite con Philly nella scorsa stagione, mettendo insieme ottime prestazioni e diventando un punto di riferimento per i disastrati Sixers dell’ultimo anno. Inoltre è stato il secondo produttore di punti per la squadra e il migliore dall’arco, per un team che faticava proprio dal punto di vista offensivo. Inquadrato in una squadra leggermente più strutturata (quale dovrebbe essere quella di quest’anno) Covington potrà crescere ancora e diventare un punto fermo per lo sviluppo del team.
MIGLIOR INNESTO: JAHLIL OKAFOR
Probabilmente più NBA-ready di Karl Anthony-Towns, si batterà quasi certamente per il titolo di Rookie of the Year. Avrà tantissimo spazio per migliorarsi e accumulare esperienza; potrebbe essere la base del futuro dei Sixers, la pietra angolare a lungo ricercata da Sam Hinkie. Considerato il potenziale e la povertà del mercato in entrata di Philadelphia (non ce ne vogliano Stauskas e Marshall), il miglior innesto non poteva che essere il fenomeno di Duke.
PUNTI DI FORZA
“Grandi margini di miglioramento” può essere considerato un punto di forza? Come accennato nella sezione relativa a Noel, la difesa è un fattore su cui si può puntare e che potrà aiutare la squadra ad arginare le mancanze dall’altra parte del campo. Un’altra caratteristica positiva da sfruttare è la presenza a roster di buoni tiratori dall’arco. Robert Covington, Nik Stauskas e Hollis Thompson sono tutti cestisti con cifre da tre superiori alla media. Il ritorno di Wroten e l’inserimento di Marshall aggiungono qualche speranza in più sulle percentuali al tiro, rispetto alla scorsa (tragica) stagione.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Esperienza e talento mancano come il pane. I Sixers hanno assemblato una delle squadre con meno esperienza nella storia della NBA. Il veterano Carl Landry è l’unico ad avere calcato il parquet con costrutto durante la post-season (non che i playoff siano nelle mire dei 76ers). Per quanto riguarda il talento, Noel e Okafor sono certamente prospetti di prim’ordine; si tratta però di talento grezzo. Tra gli altri, si nota qualche buon comprimario e… Molti cestisti che, con tutto il rispetto, non sembrano poter appartenere alla NBA; al più potrebbero essere riserve accettabili.
MIGLIOR SCENARIO
Okafor e Noel funzionano insieme. Noel si adatta al ruolo da 4, rim protector e capitano della difesa, mentre Okafor riesce a riproporre il proprio gioco spalle a canestro anche in NBA dal primo minuto. Le guardie si amalgamano bene e coach Brown riesce a costruire delle rotazioni solide, con Stauskas che fa valere l’ottava chiamata al Draft 2014 e spazza via critiche e dubbi sul proprio conto. 28-54 e primo mattoncino posato per il prossimo futuro.
PEGGIOR SCENARIO
Okafor e Noel si pestano i piedi e non trovano i giusti equilibri, con l’ex Duke ancora troppo impacciato per adeguarsi con profitto al livello NBA. Hinkie a metà stagione decide di mandare via qualche altra pedina… 14-68, ovvero stagione peggiore dello scorso anno e buio sempre più buio in Pennsylvania. Ah, al Draft però si parte in pole position (lottery permettendo).
PREVISIONI REALISTICHE
Non è cambiato molto rispetto alla passata stagione. Si potrebbe ritoccare leggermente verso l’alto il record finale, ma è difficile che i Sixers riescano a superare di molto le 18 vittorie dello scorso anno. L’unico divertimento per i tifosi di Phila? Sperare in un ritorno di Embiid per divertirsi con il pacchetto-lunghi più talentuoso e colmo di potenziale della NBA.
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