Steve Kerr non ha voluto mancare nella notte della celebrazione del titolo conquistato il giugno scorso coi suoi Golden State Warriors: il nativo di Beirut, Libano, ha partecipato assieme ai suoi assistenti e ai suoi giocatori sul parquet della Oracle Arena alla consueta consegna dell’anello e all’alzata dello stendardo nel soffitto del palazzetto, ma poi si è defilato e ha lasciato la guida della squadra al suo vice, Luke Walton.
Non è una novità dell’ultima ora: nei giorni appena successivi al trionfo sui Cleveland Cavaliers nelle ultime Finals, Kerr aveva dichiarato che si sarebbe fatto operare in estate alla schiena per risolvere alcuni problemi che lo tormentavano da parecchio tempo. La tabella di recupero era stata fissata in modo che il 5 volte campione NBA da giocatore potesse tornare giusto in tempo per l’inizio della regular season, ma il coach dei Warriors non ha voluto affrettare i tempi e si sta rimettendo con un po’ di ritardo rispetto a quanto previsto.
Questa ulteriore attesa per il ritorno in panchina sta diventando snervante per Kerr, non tanto per non essere in prima persona a dirigere il timone della squadra – che gioca a meraviglia un sistema ormai consolidato ed è diretta da uno dei suoi collaboratori più fidati – quanto per non poter svolgere la sua normale vita quotidiana che implica anche l’allenare.
Ecco le parole a riguardo di Kerr nel dopogara di Oakland rilasciate a Monte Poole di CSNBayArea.com.
C’è una buona notizia e una cattiva: quella buona è che mi sento meglio e sto migliorando giorno dopo giorno, quella cattiva è che non sono ancora in grado di allenare. E’ molto dura per me dato che non so di preciso quando potrò tornare al 100%, al momento non c’è una data certa. Non si tratta di una storta alla caviglia, dalle due alle quattro settimane di stop e poi si torna. La schiena è una zona molto delicata, è giusto andarci piano e riprendere solo quando mi sentirò meglio. E’ davvero frustrante non poter allenare, non poter stare sul campo con la squadra per aiutarla, ma devo rimanere sereno perché sto migliorando. Le prospettive per il lungo periodo sono ottime, so che sono sulla strada giusta. Solo che sono impaziente di poter tornare, l’attesa mi uccide. Stasera è stato bello partecipare alla cerimonia e ricevere l’anello, ma sono molto dispiaciuto di non aver potuto allenare.